Quando si affrontano questioni difficili, quando ci si sente “presi” dalle scelte e responsabilità quotidiane, occorre fare un passo indietro e introdurre, sugli eventi, uno sguardo ironico.
L’ironia infatti è una sorta di apertura che permette di non prendere troppo sul serio gli avvenimenti, di non esserne soffocati e travolti.
Uno spostamento di prospettiva che ci porta ad osservare e a valutare le cose in maniera differente.
Il distacco conduce ad un miglior ascolto: per abduzione – scrive Lacan – le cose si percepiscono meglio.
È essenziale, nelle nostre reazioni, il tempo di intendimento, di decantazione, che ci permetta di procedere con strategia e progetto di riuscita. Non serve dunque pre-occuarsi, bensì occorre occuparsi, all’occorrenza, del loro miglior svolgimento.
Il rischio che si corre è spesso di ingigantire le questioni, facendole divenire cose apparentemente insormontabili. Ma le questioni, anche le più complesse, hanno sempre la loro via di “soluzione”, ovvero di scrittura, nel reale, che trova il modo di dipanarsi.
L’ironia è dunque quella posizione psichica che non permette alle difficoltà quotidiane di divenire “drammi” o “tragedie”, alleggerendone i contorni, percependone, alle volte, anche l’aspetto grottesco, umoristico. Un modo che impedisce di aderire troppo all’evento, di non credere troppo né alla positività né alla negatività. Una posizione che sospende qualunque “credenza”, lasciando aperte porte e possibilità.
Anche nelle situazioni più complesse serve l’ironia. Perché la vita di per sé è ironica. La vita non va secondo le nostre aspettative: ci stupisce e ci “tradisce” se non la lasciamo danzare secondo il ritmo che le è proprio. E, le cose, le persone, gli eventi, non si possono gestire; sfuggono alla direzione che pensavamo di imprimergli, vanno come vanno, seguendo il filo del caos, dell’imprevisto, dell’imponderabile. L’unica certezza che abbiamo noi umani è l’incertezza, l’unica sicurezza è l’insicurezza, poiché non sappiamo mai cosa ci potrà accadere. Ma questa incertezza e questa “insicurezza” è anche la bellezza della vita.
Infatti tante sono le cose che potranno colorare i nostri percorsi, che neppure possiamo immaginare. Belli incontri, innamoramenti, occasioni improvvise, svolte inaspettate: la vita è una avventura, nonostante ciascuno, per paura, voglia crearsi un posticino sicuro e inattaccabile. Invece siamo barche che navigano in mezzo ai flutti del mare.
Per questo motivo occorre affinare un nuovo sguardo sulle nostre vite, uno sguardo ironico, benevolo che possa accogliere le variazioni, gli sbalzi, i temporali improvvisi, gli alti e i bassi che incontriamo sulle onde .
L’ironia – “dono degli dei” – impedisce agli umani di irrigidirsi e quindi di spezzarsi, ammorbidendo le asprezze e le durezze dello sguardo severo che giudica e condanna, che si moralizza, colpevolizza e si deprime.
L’ironia, se la lasciamo entrare nelle nostre percezioni, permette di intravvedere, in ogni situazione, l’orizzonte, il cielo, un’altra via per proseguire.
L’ironia è quella molla che ci fa sorridere pensando a noi, poveri umani, che credono di poter gestire tutto, di essere i padroni di se stessi e degli eventi, perdonandoci della nostra presunzione, vivendo la difficoltà come ulteriore occasione in questo giro di giostra che è la nostra vita.
L’ironia è l’apertura, che ci permette di vedere Altro da ciò che sembra ci stia travolgendo, perché vi è sempre un domani, nonostante il pessimismo, nonostante la disperazione, nonostante il dolore.
E il domani è li che ci sta aspettando. Forse diverso da come ce lo aspettavamo, ma non privo di interesse e stimoli. Le cose non finiscono: cambiano; fanno parte di questo ironico e folle carrozzone/vita che, proseguendo, ci fa ridere e piangere, tra uno scossone e l’altro.
Roberta de Jorio ©centoParole Magazine – riproduzione riservata.