Rondò 2015: Salvatore Sciarrino, una monografia

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Rondò 2015Continua Rondò 2015, XII stagione concertistica di Divertimento Ensemble diretta da Sandro Gorli: il 31 maggio al Museo del Novecento sono stati eseguiti cinque pezzi per flauto di Salvatore Sciarrino, quarta “monografia” di un calendario di incontri intitolati a sei dei più importanti compositori viventi. Dopo George Crumb, György Kurtág, Luis De Pablo, i prossimi protagonisti saranno Sofija Gubajdulina (14 giugno) e Helmut Lachenmann (28 giugno).

Parallelamente allo svolgersi dei concerti è affiancato il progetto Backstage del pensiero creativo, un ciclo di incontri con i compositori presso il Padiglione d’Arte Contemporanea e la Galleria d’Arte Moderna (il 13 giugno con Sofija Gubajdulina e il 27 giugno con Helmut Lachenmann, alla GAM alle 19).

“Come un foglio in cui si avvolge il dono”, dice Sciarrino, le note di programma ci porgono i pezzi musicali, i cui titoli già di per sé avviano l’ascoltatore ad atmosfere rarefatte in cui ogni micro-alterazione conduce, sul filo di una fiaba, nel temuto silenzio: Lettera degli antipodi portata dal vento (2000), Immagine fenicia (1966-2000), Addio case del vento (1993), All’aure in una lontananza (1977) e L’orologio di Bergson (1999) sono i cinque componimenti, eseguiti da Alessandro Baticci, scelti per rappresentare il corpus di dodici pezzi, scritti nell’arco di ventitre anni, dopo il quale il flauto non è più lo stesso, afferma Sciarrino: “non tanto pretendo di averlo messo a soqquadro, bensì attirato in un angolo sconosciuto del mondo”.

Appropriarsi di una tradizione vivente per estrarne elementi che possano articolare un linguaggio nuovo, questo è il rapporto di Sciarrino con il passato: come i suoni in un giardino, che casualmente vicini nel tempo vengono collegati da chi li ascolta, come le costellazioni del firmamento sono dei segni tracciati tra punti distanti anni luce, così il compositore traccia la sua musica, grazie a un’affinità con lo strumento che nel caso del flauto si è dimostrata inconscia, scrive Sciarrino, rituale.

Se la sfida lanciata dai classici è quindi quella di allargare infinitamente i limiti del proprio orizzonte fantastico, oltrepassando sempre e di nuovo la propria personalissima cifra, o solitudine, – e quella di Sciarrino è il fare dell’ascoltatore il centro dell’opera, negando il presunto oggettivo della partitura – nell’ Immagine fenicia il compositore compie questo passaggio lavorando sul rapporto tra il macrocosmo della forma e il microcosmo delle cellule sonore. Ispirandosi alle thangke tibetane, in cui il primo piano e lo sfondo riverberano l’uno per l’altro luminosi simbolismi, scandito da una pulsazione ritmica questo rapporto si dà qui attraverso vettori e correnti i cui echeggiamenti sono potenzialmente infiniti.

Ricchi di spunti anche per i non addetti ai lavori si profilano questi sorprendenti incontri con i maestri della musica contemporanea, da non sprecare quindi l’occasione offerta da Divertimento Ensemble.

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(Mentre Sciarrino raccontava, durante il backstage dedicato al suo pensiero creativo, come L’orizzonte luminoso di Aton si concluda materializzando il respiro del flautista, è stato distratto dalla visuale di una delle “pareti” della sala del Pac che ospitava l’evento: dietro a un telo bianco, in trasparenza, la luce della sera faceva intravedere dei manichini bianchi, senza braccia, tutti onde. Il paesaggio gli è parso bello, più bello così: esaltato dalla lontananza che un velo bianco offre al pensiero di scarne figure umane).

Questo è il link alle pagine dedicate da Divertimento Ensemble a Rondò 2015: http://www.divertimentoensemble.it/la-stagione/

Qui il sito ufficiale di Salvatore Sciarrino: http://www.salvatoresciarrino.eu/

Qui un assaggio di All’aure in una lontananzahttps://www.youtube.com/watch?v=BLGjz4RTR7w

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