Il corpo umano, la macchina più complessa: presentazione del volume “Struttura uomo in movimento: manuale di anatomia artistica”

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Nel pomeriggio di venerdì 29 maggio, il “Salone del Tiepolo” di Palazzo Caiselli a Udine ha ospitato la presentazione del volume “Struttura uomo in movimento: manuale di anatomia artistica”. Hanno presenziato all’evento Alberto Lolli (autore del libro, insieme agli allievi M. Zocchetta e A. Perini), Gino Colla (presidente dell’associazione “Onart”, finalizzata alla creazione di eventi e al supporto dell’arte contemporanea nella città di Udine e dintorni) e Francesca Agostinelli. Il volume uscito recentemente costituisce il seguito di un altro fortunatissimo libro, edito dagli stessi autori, intitolato “Struttura Uomo” (1998): questa prima pubblicazione è oggi diffusissima anche all’estero, in particolare presso le accademie tedesche e spagnole. Se lo scopo del libro precedente era quello di portare l’attenzione sull’equilibro simmetrico o asimmetrico tra l’uomo e lo spazio (curando tutti i rapporti tra le parti in una specie di reticolato modulare), quello del nuovo testo – già disponibile presso le librerie – è basato sull’essere utile tanto all’artista quanto al fisiologo: offrire quindi una panoramica di tutti i movimenti che possono essere messi in atto dal corpo umano, illustrati attraverso un impressionante numero di disegni (ben 1500, distribuiti in oltre 250 pagine) realizzati dallo stesso Lolli. Questo importante docente di anatomia artistica, attivo presso le Accademie di Belle Arti delle città di Venezia (dal 1976) e Bologna, accoglie e prosegue il progetto innovativo che ha avuto inizio con il professor Florentin, suo maestro. Una disciplina, quella insegnata dal dottor Lolli, che ebbe grande importanza nell’ambito dell’accademia veneziana sin dalla sua fondazione: già il primo direttore, Giovanni Battista Piazzetta, incoraggiava lo studio anatomico. Il disegno, come spiega il professore stesso, può essere ottenuto solo attraverso il pensiero: non è fondamentale osservare la realtà, ma piuttosto far tesoro della propria esperienza pregressa (soprattutto, Lolli lo evidenzia, è fondamentale pensare attraverso gli appunti al fine di poter riassumere l’idea nella creazione dell’opera d’arte). Questo tipo di messaggio sta alla base dell’insegnamento che egli impartisce ai propri allievi presso le accademie di Venezia e Bologna: la figura umana va soprattutto “decostruita” (leggi: depurata da ogni tipo di pathos / sovrastruttura poetico – espressiva) e infine “ricostruita”. Per questo motivo, nel contesto del volume recentemente pubblicato il corpo umano viene concepito come “architettura mirabile”, macchina perfetta nello spazio.

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Una volta compreso dall’artista, il meccanismo può essere utilizzato come base per sviluppi interpretativi di tipo scenico (fase in cui vengono abbandonate solo apparentemente le regole, con lo scopo finale di tradurle in una poetica, che tiene conto del costante rapporto tra dimensione interna ed esterna). L’allievo, in tal senso, viene costantemente incoraggiato dal maestro a porsi delle “sfide visive”: la necessità è quella di uscire dal cosiddetto “spazio vitruviano”, comprendendo il dettaglio e rapportandolo al tutto. Citando la definizione utilizzata dallo stesso professor Lolli: “Il corpo umano è un pretesto, un mezzo per inventare qualcosa di diverso” (in questo modo, per l’artista, già il disegno può diventare una realtà ipotetica). Chi scrive ritiene opportuno citare anche le fasi di un piccolo dibattito, che ha avuto luogo in occasione delle domande successive alla presentazione del volume: Alberto Lolli ha evidenziato più volte il punto di vista poetico relativo allo studio del corpo umano. Tuttavia, affrontando la questione partendo da basi legate all’universo della matematica, egli ha evidenziato come questa scienza (affiancata alla geometria) possa portare ad una depurazione della macchina umana. Vi si affianca la tematica della suddivisione dello spazio in cui il corpo si muove: una caratteristica peculiare che, come ricorda lo stesso autore, nasce con la storia dell’uomo (la divisione del territorio, che ha allo stesso tempo una funzione culturale, rimanda nuovamente al celebre disegno di Leonardo da Vinci basato sulla dimensione del quadrato e del cerchio). “Struttura uomo in movimento: manuale di anatomia artistica” è un volume suddiviso in tre sezioni, corrispondenti alle principali parti della “macchina” umana: arto superiore, tronco e arto inferiore. Non vi sono capitoli: bensì 58 lezioni, raccolte dal punto di vista logico a seconda dell’argomento trattato. Partendo dai principi articolari, che per mettersi in moto hanno bisogno dell’azione muscolare, sin dalle prime pagine del libro si intuisce il metodo di analisi adottato dagli autori: una visione globale, che a fianco viene diramata e composta (quindi, il movimento singolo viene desunto dalla struttura complessiva). L’intenzione degli autori è quella di ricordare costantemente ai lettori/allievi quanto la struttura del corpo umano sia infinitamente complessa: può essere compresa solo nel caso in cui le strutture singole vengano estrapolate dalla totalità. La grafica di copertina del volume si deve all’artista Gian Carlo Venuto. Il volume merita anche una piccola considerazione finale: chi vi scrive è una storica dell’arte, educata ad analizzare i capolavori dal punto di vista della forma, del contenuto e dello stile. L’evento di venerdì 29 maggio mi ha invece dato l’opportunità di poter guardare all’opera d’arte dal punto di vista dell’artista: il concepimento poetico di una straordinaria visione, maturata dalla personalità creatrice del suo autore.

Nadia Danelon

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