Le immagini scorrono sul grande schermo, sorrisi, sguardi, ricordi poi una scritta:“A Paul”. Il buio e poi le luci della sala si accendono. Una premessa: prima di quest’anno non avevo mai visto nemmeno un film della saga di “Fast & Furious”, neanche una scena. Dopo aver visto le sei pellicole precedenti in stile maratona ho potuto vedere l’ultimo nato nella comodità di una sala cinematografica, schermo grande, buio, e audio Dolby Surround.
Devo ammetterlo, il film non è male soprattutto se siete amanti delle auto, delle scena d’azione e dell’adrenalina.
Non sono qui per scrivere una recensione su “Fast & Furious 7” ma per parlare di una tematica estremamente legata al film, soprattutto alla scena finale: l’uso della tecnologia per la ricostruzione dei lineamenti umani. Si parte dal fatto che l’attore Paul Walker, protagonista della saga “Fast & Furious”, è venuto a mancare proprio durante la lavorazione dell’ultimo film e per questo motivo è stato necessario ricreare il suo volto, nelle ultime scene, con l’aiuto della tecnologia digitale. I più distratti possono non essersene resi conto ma agli occhi di chi è abituato a confrontarsi con gli effetti speciali non è potuto sfuggire quanto le fattezze dell’attore non fossero reali ma ‘plastificate’.
È incredibile pensare a quanti passi in avanti siano stati fatti dalla ricostruzione digitale, sembrano lontani i tempi in cui per creare un essere alieno come E.T. Si ricorreva ad un pupazzo meccanico. Non si tratta nemmeno di creare un personaggio di fantasia, quale ad esempio Gollum ne “Il Signore degli Anelli” (creato ricoprendo l’attore Andy Serkis con una tuta attillata dotata di sensori capaci di ricrearne il movimento). No, qui si sta parlando di ricostruire da zero il volto di una persona, un uomo in carne ed ossa e non un Troll o qualsivoglia creatura della fantasia umana.
Fin dove ci porterà il digitale? Siamo arrivati al punto in cui non si ricostruiscono le fattezze di un personaggio immaginario partendo da quelle di una persona in carne ed ossa, questa volta è stato ricreato il volto di una persona scomparsa precocemente, e anche con un discreto successo.
Siamo arrivati nel tanto atteso futuro? E se al mondo del cinema non servissero più gli attori? Sono lontani gli stratagemmi usati, ad esempio, nel film del 2006 “Superman Returns” in cui è possibile vedere Marlon Brando. Per quell’occasione furono usate delle immagini d’archivio tratte dalla pellicola “Superman” del 1978 a cui Brando aveva partecipato.
Quanto dovremo ancora aspettare prima che attori completamente digitalizzati prendano il posto delle persone reali? Sembrano passati secoli da classici dell’animazione 3D (primo fra tutti il primo “Toy Story”), sta di fatto che “Fast & Furious” è tutto tranne che un film d’animazione, certo, si è ricorso all’uso di effetti speciali ma forse fino all’inverosimile visto che gli effetti speciali sono serviti anche per ricreare un viso umano.
Quale sarà il prossimo passo? Campagne pubblicitarie con modelle e modelli completamente ricreati in grafica 3D? Come se Photoshop non avesse già fatto troppi danni …
Alessia Liberti © centoParole Magazine – riproduzione riservata