Nella sala esposizioni dell‘ITIS di Trieste è stata inaugurata, ieri pomeriggio, alle 17.00, la mostra “Trieste Settanta” del fotografo Claudio Ernè.
Questo appuntamento si inserisce nelle attività culturali dell’ente di assistenza, che organizza eventi per consentire ai suoi ospiti di partecipare alla vita culturale cittadina.
Nel lungo corridoio dove sono esposte le fotografie si viene avvolti da quella forte atmosfera piena di ribellione ed energia degli anni Settanta; anni che hanno visto scendere nelle piazze giovani studenti, operai delle fabbriche; tutti pronti a protestare per i loro diritti, anche le donne: viene approvata la legge sul divorzio, quella sull’aborto, viene introdotta la pillola, si fa avanti il movimento femminista.
In questo clima di tensione vedono la luce eventi drammatici come quelli di Piazza Fontana, l’omicidio Moro, le Brigate Rosse, Piazza della Loggia, l’incendio dell’oleodotto transalpino Trieste Ingolstadt; ma l’elenco potrebbe proseguire.
Sicuramente questi avvenimenti non hanno segnato soltanto l’animo delle persone, bensì hanno anche portato alla nascita di parole prima di allora estranee alle orecchie degli italiani: ed ecco che compaiono – ricorda il giornalista Pierluigi Sabatti – termini come contestazione, mobilitazione, occupazione, terrorista, esproprio proletario, femminista, diossina, ecologia, inquinamento, azione, eversione, extraparlamentare, arco costituzionale.
Ma a Trieste negli anni Settanta ci si è ritrovati ad affrontare anche problemi che si credevano superati come, ad esempio, il bilinguismo. Inoltre, non si può non citare l’impegno sociale di Franco Basaglia e la sua riforma manicomiale, che ha poi permesso di arrivare alla definitiva promulgazione della legge 180, a tutela dei malati psichici.
Tutta questa storia impregnata di dure lotte trapela dai volti magnetici ritratti nelle foto di Ernè.
Le foto in bianco e nero mostrano spaccati di vita quotidiana di quegli anni: dai bambini che giocano per strada, al campo profughi, agli scorci di Borgo San Sergio, all’incendio dell’oleodotto, a un simpatico e sorridete giostraio, e a un venditore ambulante alla Fiera di San Nicolò. Non mancano nemmeno gli scioperi, le contestazioni di piazza, e il boom dei jeansinari.
Accanto a queste foto troviamo i ritratti – per lo più a colori – di alcuni artisti legati alla città di Trieste: il musicista Alfredo Lacosegliaz, lo scultore Marcello Mascherini, il regista Franco Giraldi, lo scrittore Stelio Mattioni, il poeta Carolus Cergoly, e i pittori Aldo Bressanutti e Marino Cassetti.
Oltre alle foto esposte, durante l’inaugurazione della mostra, presso il nuovo Auditorium dell’ITIS sono state proiettate e commentate dallo stesso Ernè le sue numerose fotografie di quei fatidici e rivoluzionari anni. A conclusione della proiezione, Walter Chiereghin – direttore della rivista web di arte e cultura “Il Ponte rosso” – ha voluto sottolineare la grande importanza storica delle foto di Claudio Ernè, tracciando, al numeroso pubblico presente in sala, i punti più salienti di quell’epoca, in fin dei conti non così lontana da noi.
Presente in sala anche il giornalista Pierluigi Sabatti che ha curato, insieme ad Ernè, la mostra e i testi del recente volume “Trieste Settanta” (edizioni Comunicarte).
“Trieste Settanta” è visitabile ogni giorno dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19, presso la sala esposizioni dell’ITIS in via Pascoli 31.
Nadia Pastorcich ©centoParole Magazine – riproduzione riservata.
Foto di Nadia Pastorcich