Trieste Science+Fiction 2015: i Dieci

Dieci buoni motivi per andare al TRIESTE SCIENCE + FICTION 2015
(anche se non siete appassionati del genere)

In questi giorni a Trieste è entrato nel vivo quello che in modo amichevole qui viene definito “il festival di fantascienza”. Il vero nome, quello da “gugglare”, da cercare come riferimento, è Trieste Science+Fiction Festival (dal 3 all’8 novembre 2015). È una realtà oramai consolidata della città, con tutti i dovuti “se” e “ma” di una città che a volte ha una idiosincrasia sonnolenta per ciò che di interessante e nuovo produce, per le sue specialità. E l’ambito del cinema non fa eccezione.

Ci si dimentica spesso che Trieste ha una storia di passione per il cinema molto radicata, ma basterebbe ricordare il fatto il primato di avere avuto una delle primissime sale “d’Essai” (di sperimentazione; che fa vedere “l’altro” cinema) d’Italia regolarmente iscritta alla FICE … e che la ha lasciata morire nel silenzio istituzionale più totale. Per cui non è così scontato che una bella realtà culturale possa durare, e frequentarla è un buon modo per difenderla.
Ma, dopo questo mio momento di considerazioni apocalittiche sulla cultura triestina, vado ora a elencarvi in modo leggero degli ottimi motivi per frequentare “il festival di fantascienza”:

  1. Perché non è solamente un festival di fantascienza, è IL festival di fantascienza. Perché nasce nel 1962 ed è sicuramente il primo festival cinematografico di respiro internazionale della regione e uno dei primissimi nel suo genere in Europa. È un nome importante nel genere a livello internazionale, ed è sempre più in grado di attrarre presenze del settore davvero importanti e interessanti.
  2. Perché non è solamente un festival cinematografico. Riesce ad essere propositivo di iniziative di tutti i generi, distribuendole sul territorio della città. Eventi musicali, mostre d’arte, conferenze, spazi interattivi. Un gran numero di eventi che giustamente hanno lo scopo di connotare la città con la cifra del festival nel periodo in cui esso si svolge, difendendo la specialità di appartenere a questa città. E la qualità e la eterogeneità degli ospiti che storicamente hanno popolato il festival sono riprova di quanto esso sia di ampio respiro: Umberto Eco, Claudio G. Fava, Bertrand Taverner, Mario Soldati sono solamente alcuni dei nomi che testimoniano la sua qualità artistica e culturale.
  3. Perché quest’anno il presidente di giuria è Joe R. Lansdale , e terrà pure una conferenza-masterclass. E ho detto tutto. Ma se aveste bisogno di qualche indicazione in più sullo spessore del personaggio sappiate che Nicolò Ammaniti ha detto di lui: “Quando mi hanno dato la possibilità di scegliere un autore straniero non ho potuto fare altro che pensare a Joe, il mio maestro ideale, lo scrittore i cui racconti e romanzi hanno cambiato il modo di essere scrittore a mia volta”.
  4. Perché non è solamente un festival di fantascienza. Sicuramente questa parola è un grande contenitore in cui possono essere inseriti anche argomenti che difficilmente appartengono al genere. Durante la settimana di proiezioni ci si può rendere conto che il futurubile nel cinema non è fatto solamente di astronavi e alieni, ma anche di vicende familiari, narrazioni di vite in contesti che lasciano appena trapelare l’idea che ci si trovi in un immaginario futuro, critiche politiche e sociali argute e intelligenti che usano il media della narrazione fantascientifica per parlare di un presente molto concreto. Anche un modo per narrare vicende comiche utilizzando gli stereotipi del cinema di genere (provate ad andare a cercare, se non ci credete, uno dei film delle scorse edizioni, “Grabbers”, e poi ne riparliamo).
  5. Perchè uno dei simboli della edizione di quest’anno (la cifra 2015 ha un senso ben specifico in questo caso) è la mitica De Lorean di “Ritorno al futuro”. E una il festival se la è procurata e la tiene ben esposta. E per gli appassionati vederla sulle strade di Trieste non ha prezzo.
  6. Perché la fantascienza non è fatta solamente di ‘blockbusters’ e non è una specialità esclusivamente anglofona. L’ambizione degli organizzatori, sin dalla nascita del festival, è sempre stata quella di offrire visibilità a tutta la cinematografia che potesse essere accostata a questa parola. L’opportunità di scoprire ( a volte con piacevolissime sorprese) il cinema di genere del sud est Asiatico o dell’est Europa se non dei paesi di lingua latinoamericana, è preziosa e interessante. Anche, banalmente, solamente per confrontarsi con tutta una serie di percezioni e visioni di altre culture, nello specifico della percezione del futuro.
  7. Perché quest’anno è il quarantennale di un capolavoro nel suo genere come “Profondo Rosso” e la proiezione della pellicola sarà sonorizzata dal vivo dai Goblin di Claudio Simonetti, autori della colonna sonora che forse è a più riconoscibile nel mondo dell’horror, forse anche di più di quella dell’ “Esorcista”. Direi una opportunità unica.
  8. Perché quest’anno viene premiato uno scrittore di quelli che con Gibson ha più di ogni altro radicalmente cambiato le prospettive della fantascienza (narrando futuri molto più realistici di quanto si pensasse, guardandoli oggi) con una sorprendente lucidità: Bruce Sterling.
  9. Perché gli incontri di futurologia sono sempre molto interessanti, dandoci l’opportunità di guardare ai temi di certe narrazioni, siano letterarie o cinematografiche, in un modo diverso, attraverso lo sguardo della scienza sulle direzioni che potrebbe prendere il futuro.
  10. Perché la sera si ascolta musica e si balla. Perché un festival vuole essere prima di tutto uno spazio di confronto, socialità e divertimento. Una festa, appunto. E il modo migliore di farlo è magari chiacchierando o se si vuole ballando un po’ sulle note scelte da un ‘selector’ che non è proprio l’ultimo arrivato, come “Alexander Robotnik”. E che fra l’altro ha un nome che fa tutt’uno con quello che è uno dei grandi classici del genere assieme alle astronavi e agli alieni.
  11. o 10-bis. Perché parlare di fantascienza e fantastico a Trieste è un modo coraggioso di esorcizzare la paura che qui non si possa più parlare di futuro.

Se non vi basta questa lista, per certi versi anche un po’ partigiana oltre che superficiale, basta andare sula homepage del festival, www.sciencefictionfestival.org, e dare una occhiata al fitto e variegato programma.

Vale la pena, credetemi. Che siate appassionati o meno.

Vincenzo Russo © centoParole Magazine – riproduzione riservata

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