Spazi. Definiti dal suono, dalle geometrie, dai colori e dalla luce.L’architettura, la musica sperimentale e la moda condividono gli elementi, la sensualità e l’emozione di una stretta relazione … a tre, innovativa e coinvolgente. Una relazione che affonda le sue radici nella creazione di ambienti per la forma umana, e trae origine dall’analisi di elementi psicologici, materiali e spaziali.
Texture Box, presentata sabato 25 ottobre scorso nella Galleria Tergesteo di Trieste da Angel Beauty Agency e Artrophia, e preceduta da un evento fotografico con abiti di Nicoletta Maniassi, è un’installazione d’arte legata ad un Fashion Show di grande livello.
Maschera e volto (la psiche), durevolezza ed effimero (la fisicità), abito e abitazione (la spazialità): un insieme impersonato dalle creazioni della giovane designer russa Nina Lykova, indossate dalle modelle di Angel Beauty Agency e portate, dai loro corpi, attraverso gli artwork di Monolithvm (grandi maestri del legno e dell’artigianato Made in Italy). Russo anche il musicista Alexey Grankowsky, che con la sua musica elettronica sperimentale (‘p i n o l i k – element’), suonata dal vivo, è riuscito a creare, nel contesto della Galleria Tergesteo, una nuova – non sottovalutabile, e impossibile da ignorare – dimensione, non terrena e coinvolgente.
(a lato: evento fotografico pre sfilata, con abiti di Nicoletta Maniassi) Psicologia, materia, spazio – quindi. Il modo in cui questi tre elementi si manifestano verso lo spettatore, verso il potenziale recettore, segna il punto nel quale iniziano, ciascuno, a esprimersi singolarmente, in modo quasi dissonante: il punto nel quale le tensioni emotive suscitata dalla musica, dalla visione delle geometrie e dal corpo femminile fasciato dall’abito emergono insopprimibili. Come prodotto diretto di queste tensioni, la fantasia e il genio dei creatori danno cose estremamente diverse: la moda crea gli indumenti che il corpo indosserà, l’architettura da’ forma ad ambienti nei quali il corpo abiterà, la musica definisce armonie nelle quali il corpo e la mente, uniti, s’identificheranno.
Se la moda è considerata qualcosa di effimero, l’architettura rappresenta un tanto di eterno e la musica è, alla fine, impalpabile, è il punto in cui questi tre elementi divengono una cosa sola, per poi separarsi di nuovo, che può interessarci: è proprio l’evento di presentazione. È l’emozione che lascia.
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Nina Lykova ha ventiquattro anni: russa, giovane designer di moda laureata a Mosca, ha partecipato, vincendo, a numerosi concorsi di design sia nel suo paese che nel resto d’Europa. L’incontriamo nel backstage dell’evento ‘Texture Box’ e ci colpisce subito, per la dolcezza dello sguardo e per il modo chiaro in cui, in russo (ma Alexey, che ci aiuta come interprete, è pronto, gentile, professionale – e coinvolto allo stesso modo nell’evento stesso), si esprime e comunica le sue idee.
Nina, come nascono le idee che danno poi vita ai tuoi abiti?
La mia più grande fonte d’ispirazione sono le avanguardie russe. L’architettura del Ventesimo Secolo è l’elemento più forte e ricorrente, soprattutto quella russa, e le avanguardie artistiche storiche – il movimento russo del 1917 e degli anni di poco precedenti. L’arte e la pittura, quindi, con Kandinskij – la sua arte astratta – e Malevič. Volevo realizzare degli abiti molto semplici ma di carattere e riferiti a quel particolare movimento artistico e culturale.
Da dove nasce l’idea di questa particolare sfilata nella cornice del Tergesteo?
L’idea nasce dall’unione di diverse arti: l’arte sonora di Alexey Grankowsky, l’arte manifatturiera di Monolithvm che ha realizzato i mobili – che sono esposti e allo stesso tempo parte della sfilata, anch’essi pezzi unici – e quello della moda, naturalmente, attraverso i miei abiti. L’interazione dei tre movimenti diventa quest’evento a Trieste, e la cornice architettonica è perfetta.
Il design degli abiti è interamente tuo?
Si.
Disegni solo moda femminile?
No, realizzo anche abiti da uomo – per adesso, però, solo su ordinazione. La produzione è completamente artigianale, e gli abiti indossati nel corso dell’evento e quelli su ordinazione si possono avere sia nelle taglie normali che su misura; c’è una sartoria, e si lavora vestito per vestito. Vengono prodotti interamente in Russia. Partecipo anch’io alla realizzazione manuale di alcuni degli abiti, e, in questo modo, essi diventano veramente unici.
Quali materiali prediligi?
I tessuti naturali. In questa collezione vengono utilizzati pelle, seta, e in parte cotone italiano acquistato a Como. I tessuti sono italiani. Solo per una piccola parte di produzione in serie, di alcuni elementi o solo di alcuni abiti, ci affidiamo a un laboratorio.
Quanti abiti presentate nella collezione?
Cinque. Stiamo prendendo ora i contatti per organizzare altri appuntamenti in tutta Italia. L’Italia è uno dei paesi più importanti del mondo per la moda, ed è un mio punto di riferimento: l’accoglienza è straordinaria, è mio desiderio approfondire il più possibile queste collaborazioni; punto molto, comunque, anche sul mercato interno russo.
Qual è il tuo sogno?
Avere la possibilità di continuare a creare liberamente, e crescere ancora di più: sentire, vedere che i miei abiti piacciono grazie all’emozione che trasferisco in essi.
Roberto Srelz © centoParole Magazine – riproduzione riservata
(nella galleria fotografica: abiti di Nicoletta Maniassi, abiti di Nina Lykova)