Che storia, la Rai: 50 anni della sede Rai del FVG

che-storia-la-raiMercoledì 8 ottobre, alle 12.00, nella Sala Selva del palazzo Gopcevich di Trieste, è stata inaugurata la mostra “Che storia, la Rai…” per festeggiare i cinquant’anni della sede Rai triestina, di via Fabio Severo. All’evento sono stati presenti il Sindaco Roberto Cosolini; la direttrice dei Civici Musei di Storia ed Arte e del Museo Revoltella, Maria Masau Dan; e il direttore della sede Rai del FVG, Guido Corso.

Cinquant’anni fa, il 6 maggio 1964 nasceva la nuova sede regionale della Rai di Trieste, in via Fabio Severo. Questa mostra vuole sottolineare il lavoro svolto negli anni, i servizi di informazione e i programmi d’intrattenimento che sono stati trasmessi dall’emittente regionale, nel corso degli anni.
Tre sono le sale che accolgono gli oggetti esposti, quali copioni di vecchi sceneggiati radio, televisori e radio di una volta, vecchie attrezzature, pagine del Radiocorriere Tv, fotografie, e filmati d’archivio che raccontano la storia della sede Rai triestina, ma non solo, anche della Radio – che quest’anno ha compiuto 90 anni. A dare un tocco finale, alla già interessantissima mostra, è un salotto in perfetto stile anni ’50 con tanto di televisore d’epoca funzionante. Tra le meravigliose foto, e le vecchie apparecchiature, il visitatore si perde in un mondo parallelo, ma non tanto distante dalla realtà; quella realtà che, tanti anni fa, ha regalato un sacco di emozioni alle persone di allora, attraverso i servizi, i programmi televisivi e radiofonici trasmessi dalla Rai regionale del FVG.
Non poteva mancare la cabina del rumorista, utilizzata un tempo in radio – per riprodurre il rumore della porta che sbatte, della finestra che si chiude – quando ancora le tecnologie avanzate non c’erano.
Inoltre, in questa mostra, vengono trasmessi filmati di una Trieste del secolo scorso, i servizi dei telegiornali su importanti eventi, brani radiofonici, e non poteva non esserci il video di Lelio Luttazzi che canta “El Can de Trieste”, e il suo duetto con Sylvie Vartan, nella trasmissione “Doppia Coppia”.
Una mostra che non ha limiti d’età, capace di incuriosire ogni generazione, creando un legame tra ciò che era il passato e tra ciò che è il presente.
La Rai regionale nasce, come Radio Trieste, nel 1931. Da subito la qualità del servizio si fa notare, attraverso le dirette dal Caffè degli Specchi, con i concerti dell’orchestra diretta da Attilio Safred; i collegamenti con i teatri cittadini, dove vengono trasmessi concerti e eventi. Ma a dare il via a questa lunga attività è  il concerto inaugurale dell’orchestra sinfonica di Radio Trieste, diretta dal maestro Daniele Amfitheatrof, tenutosi il 28 ottobre del 1931, che coincide con un famoso fatto storico.Rai mostra
A dimostrare la potenza di Radio Trieste è la potente antenna – posizionata sul Monte Radio – che è talmente forte, tanto da raggiungere le colonie italiane in Africa. La diretta dell’inaugurazione, dell’appena nascente stazione radiofonica, viene affidata dal direttore dell’Eiar, Renato Mori, al giovane capocronista Mario Granbassi – conosciuto poi con il nome di “Mastro Remo”, nelle trasmissioni per i ragazzi.
Inoltre, va rammentato che, grazie a Radio Trieste, i complessi musicali triestini, i giovani musicisti – sia di musica classica che leggera – riescono ad esibirsi e ad esprimersi durante i programmi radiofonici. Nonostante i cambiamenti repentini dovuti alle varie occupazioni, Radio Trieste non smette mai di trasmettere programmi. Si inizia a dare sempre più spazio alle trasmissioni in dialetto triestino e in lingua slovena. Ed è proprio in questo clima che nascono personaggi come Angelo Cecchelin, Lino Savorani, Guido Cergoli, Ugo Amodeo, Lelio Luttazzi, Teddy Reno, Ariella Reggio, solo per citarne qualcuno. Nel 1964, l’Eiar, diventata ormai Rai, si trasferisce nella nuova sede in via Fabio Severo. Anche i programmi televisivi iniziano ad avere molta importanza e la professionalità e la qualità dei servizi, fornita dalla sede locale, si evincono chiaramente.
Ancora oggi la sede Rai del FVG lavora con lo scopo di valorizzare il territorio e le sue ricchezze.

Mostra RaiUna parte del materiale in mostra è stato fornito da alcuni dipendenti della sede e da appassionati.
Dopo l’inaugurazione, alle 13.28, da palazzo Gopcevich, a dare il via ad una serie di rassegne è stata la trasmissione “Radio ad occhi aperti” condotta da Mario Mirasola con Alessandro Fullin come ospite, il quale ha regalato, agli ascoltatori, un piacevole inizio di pomeriggio, tra racconti, curiosità e tante risate.

Ecco il programma degli appuntamenti:

17 ottobre, ore 16.00-16.45: Sconfinamenti – diretta su Radio 1 – conduce Massimo Gobessi
18 ottobre, ore 11.30- 12-00: Libri a Nordest – diretta su Radio 1 – conduce Gigi Zannini; tra gli ospiti, lo scrittore Veit Heinichen e il giornalista Pietro Spirito.
Sempre il 18 ottobre, alle 17.00, presso la Sala Bobi Bazlen (sempre nel palazzo Gopcevich) proiezione del documentario televisivo: “Dalla teoria alla realtà”, dedicato ai 50 anni dellICTP
22 ottobre, ore 13.28-14.50: Radio ad occhi aperti – diretta su Radio 1 – conduce Mario Mirasola; tra gli ospiti, l’attrice Ariella Reggio e il pianista Livio Cecchelin.
25 ottobre, ore 17.00, presso la Sala Bobi Bazlen, proiezione del documentario televisivo: “Trieste dal ’43 al ’54”, in occasione del 60° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia.
30 ottobre, ore 13.28-14.25: I bombi inconsapevoli – diretta su Radio 1 – conduce Maddalena Lubini con Flavio Furian e Maxino.
3 novembre, ore 11.00, presso la Sala Bobi Bazlen, proiezione del filmato dedicato alla storia del premio San Giusto d’Oro e annuncio del vincitore dell’edizione 2014 da parte dell’Assostampa.
La mostra resterà visitabile fino al 3 novembre, con il seguente orario: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 17.

Nadia Pastorcich © centoParole Magazine – riproduzione riservata

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2 commenti su “Che storia, la Rai: 50 anni della sede Rai del FVG”

  1. “Viva la RAI”, dice una canzone di Renatio Zero. Ed è così! Viva la Rai, questo Ente che nel corso dei vari anni è entrato, con i suoi programmi, nelle nostra vita quotidiana, fino a scorrere nel nostro stesso sangue. Prima ancora della televisione la radio, con le sue varie trasmissioni, che non tenevano costretto su una poltrona od un divano l’ascoltatore, ma davano a lui la possibilità di ascoltare muovendosi ovunque si trovasse. Il merito della vecchia radio? Quello di sollecitare la fantasia di ognuno, di fare scorrere le immagini, invece che su uno schermo, nelle mente di chi seguiva il programma, cosa non da poco e certo molto affascinante. Ora, con la televisione, siamo diventati tutti più comodi, più “pantofolai”. Siamo direi più passivi, come spugne che assorbono ogni cosa che viene proposta, senza filtri personali, senza selezioni di fantasia anche singolarmente creativa. Ma tutto non deve essere visto, nella televisione, in negativo. Essa ti dà un’immediatezza di cronaca e di immagine molto interessanti, specie nei servizi giornalistici: il così detto e tanto richiesto “tempo reale”.
    Giusta l’iniziativa di una mostra a Trieste per la prima vera Radio locale, la Rai, appunto, o meglio “Radio Trieste”!
    Questa storica emittente si è sempre distinta per professionalità, competenza, mostra e lancio per gli artisti locali, come quelli a noi cari citati nell’articolo di Nadia Pastorcich. Fra i vari programmi vorrei citarne ad esempio uno, indimenticato, “El Campanon”.
    Radio, ora anche TV Trieste, continua a trasmettere, in una delle sedi più vive per storia e tradizione di questo meritorio Ente, fatto di comunicazione, di intrattenimento e di informazione.
    E allora, ancora una volta, “Viva la RAI”, nella sua sede di Trieste in particolare!

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