Stanno per terminare al Teatro Bobbio di Trieste le repliche dello spettacolo “Ritorno a Miramar”, con la regia di Alessandro Fullin e Tina Sošic, che chiude la stagione teatrale 2015-2016 de La Contrada.
Dopo il successo di “Sissi a Miramar” della scorsa stagione, i personaggi della trilogia dedicata a Sissi, di Alessandro Fullin, ritornano in scena regalando al pubblico tante sane risate.
Avevamo lasciato una Sissi innamorata del suo “Elmo” – il giovane rivoluzionario Guglielmo Oberdan –, un dottor Mayer infatuato del Principe Ludwig di Baviera, e una Carlotta contenta di avere finalmente il castello di Miramare tutto per sé, con al suo fianco la fedele serva Ottilia.
Ma è bastata una stagione teatrale perché le cose cambiassero: in questo nuovo e ultimo capitolo Sissi (Marzia Postogna) lascia Oberdan (Francesco Godina) in Egitto e ritorna con la Regal Princess a Miramar; anche il dottor Mayer (Valentino Pagliei) si separa dal suo amato e torna indietro.
Carlotta del Belgio (Ariella Reggio) pur di attirare turisti nel suo castello – “se vado avanti cussì, farò la fine de Godina” – recita la parte della vedova triste, che chiama il suo Massimiliano.
I volti dei turisti, Carlotta se li ricorda bene – anche perché sono pochi – e non può non notare quello di una ragazza alquanto misteriosa (Giulia Corrocher), sempre presente alle visite guidate, e alla quale non sfugge nulla.
Nel frattempo arriva anche un altro personaggio molto strano: Batman. Sì, proprio, lui: con il suo mantello nero e la maschera, fa spaventare la povera Carlotta, ma non Ottilia; anzi è lui a spaventarsi vedendo la serva con i bigodini addosso, per una testa “lepa, lepa” (bella, bella).
Chi è quest’uomo? Il dottor Mayer lo sa benissimo. Ed è proprio lui, vestito da spagnola – è a Muggia per il Carnevale – a offrire un costume al povero Guglielmo Oberdan, che è arrivato a nuoto nella città muggesana.
Le sorprese non finiscono qui: tra le mura di pietra d’Istria arriva anche il vate – Ottilia lo chiama water – ovvero Gabriele D’Annunzio (Franko Korošec). Carlotta abile pittrice, invita il poeta nella suo piccolo nido per chiederli di scriverle una presentazione per la Biennale di Venezia, alla quale vuole partecipare. Pure Sissi dimostra le sue doti artistiche, leggendo alcune poesie da lei scritte.
Il finale è inaspettato. Le vite di due personaggi si toccano, aprendo così il capitolo di una possibile nuova storia.
La scenografia di Andrea Stanisci dal tratto semplice ci mostra i quadri di Carlotta che ritraggono soggetti di vita quotidiana: la biancheria che si asciuga, un pezzo di pane con tanto di salame, una caffettiera, un boccale di birra. Un perfetto quadro nel quadro.
Anche i meravigliosi costumi sono opera di Stanisci. Come non restare affascinati dai vestiti con texture floreale di Sissi e Carlotta o come non stupirsi dell’eccentrica mise di Ottilia, che indossa alla fine, per incontrare il suo uomo.
Grande importanza hanno pure le luci di Bruno Guastini, che creano l’atmosfera giusta per ogni momento, anche per quello della disco dance dei personaggi. Il tutto accompagnato dalla colonna sonora curata da Alessandro Fullin con le musiche di Barry White e Julio Iglesias.
Ariella Reggio con la sua energia, la sua forte espressività si cala perfettamente nelle vesti di Carlotta, che con grande intensità non smette mai di chiamare “Ottilia!”, la quale trascorre le giornate con lo spritz in mano, tanto da usarlo anche per pulire i vetri. Chi meglio di Alessandro Fullin può interpretare un personaggio così particolare, simpatico, e determinante per lo spettacolo. È Ottilia a far da legame tra le varie vicende, tra i vari personaggi.
Favoloso Valentino Pagliei che, nel ruolo del dottor Mayer, si improvvisa ballerina, con tanto di vestito da spagnola, conquistando la scena con i suoi armoniosi movimenti.
Franko Korošec, invece, con il suo D’Annunzio porta sul palcoscenico con grade maestria i versi de “La pioggia nel pineto”, ma anche “Blue Eyes” di Elton John, con un tocco di ilarità.
Fresca l’interpretazione di Giulia Corrocher nelle vesti della ragazza misteriosa, così come quella di Francesco Godina che, nella parte del forte Guglielmo Oberdan, dimostra anche il suo timore nel rivedere Sissi; una Sissi spontanea, sicura, portata in scena da Marzia Postogna, che la trasforma in una “mula” (ragazza) triestina a tutti gli effetti, pur mantenendo un’eleganza di fondo.
Alessandro Fullin non traccia soltanto la storia di una famosa principessa a noi particolarmente cara, ma unisce una Trieste del passato con una Trieste del presente – Sissi fa le “clanfe” (un tipo di tuffo) come il Sindaco Cosolini – dando così vita a una storia dal sapore fresco, coinvolgente, brioso che richiama non solo un pubblico agée, ma anche uno giovanile, di ragazzi. Perché ridere si può a tutte le età. E allora cosa aspettate? Lo spettacolo resta in scena fino a domenica 8 maggio.
Nadia Pastorcich ©centoParole Magazine – riproduzione riservata.