Le note del pianista Bruno Jurcev e la voce di sua moglie Fiorella Corradini, sabato 5 novembre, alle 16.30, hanno dato vita a “Quando canto Rabagliati”. Un pomeriggio diverso dal solito, organizzato dal Lions Club di Trieste, nella Sala Rovis della Ginnastica Triestina.
Tra una canzone e l’altra, la presentatrice Gabriella Frezza ha ripercorso la vita del cantante Alberto Rabagliati, raccontando qualche simpatico aneddoto.
In apertura dello spettacolo, Fiorella Corradini ha regalato al pubblico il brano “Quando canta Rabagliati”, per poi proseguire con “Bellezza in bicicletta”.
Nato a Milano nel 1906, Rabagliati nel 1927, dopo aver vinto il concorso per il sosia di Rodolfo Valentino, parte per l’America a fianco di Marcella Battellini – triestina appena diciannovenne e vincitrice femminile del concorso.
Arrivato a New York entra nel mondo del cinema facendo stragi di cuori, tant’è che la sua carriera si interrompe a causa di un amore “sbagliato”. A fare da cornice a questo frammento di vita è stata la canzone “Ma l’amore no”, suonata con maestria dal pianista Bruno Jurcev.
Con il brano “Tornerai” – scritto prendendo spunto dal celebre coro a bocca chiusa dall’opera lirica “Madama Butterfly” di Puccini – Fiorella Corradini ha voluto ricordare sua madre, che amava cantare questo pezzo.
Inaspettate le due canzoni in spagnolo “Maria la O” e “Amapola” eseguite dalla cantante, che hanno ben sottolineato l’importante incontro tra Rabagliati e Ernesto Lecuona. I due si incontrarono all’Hotel Excelsior di Venezia – Rabagliati, lì, era l’organizzatore di intrattenimenti musicali.
Dopo la collaborazione con l’orchestra cubana “Lecuona Cuban Boys”, Rabagliati inizia un nuovo sodalizio con “l’Orchestra Cetra” di Pippo Barbizza, che si cimentava in ritmi jazz. Un esempio? “Ma le gambe”.
Profonde le interpretazioni di “Non dimenticar le mie parole” e “Bambina innamorata” (scritte da Giovanni D’Anzi).
Non solo canzoni in italiano e in spagnolo in questo spettacolo: Fiorella Corradini si è cimentata anche in un pezzo tutto milanese, scritto sempre da D’Anzi: “Oh mia bela Madunina”.
Come non ricordare “C’è una casetta piccina”, canzone popolare diventata inno della campagna demografica voluta da Mussolini. Anche se il Duce non amava molto Rabagliati – aveva un repertorio decisamente americano – lo scelse perché ormai aveva raggiunto una certa fama.
Non potevano mancare due famosissime canzoni che Bruno Jurcev ha eseguito meravigliosamente al pianoforte, con un’agilità impressionante: si tratta di “Baciami piccina” con tanto di scat e “Voglio vivere così”, che anche il pubblico ha canticchiato.
Con “Abbassa la tua radio” Fiorella Corradini ha riportato il pubblico ai tempi in cui la voce la faceva da padrona. Rabagliati è stato il divo per eccellenza della radio di allora. Nel 1941, ogni lunedì, andava in onda la trasmissione “Canta Rabagliati”.
Dopo “Il primo pensiero d’amore”, Bruno Jurcev e sua moglie hanno concluso il programma con un medley di motivi di Rabagliati lanciati alla radio tra gli anni ’30 e ’40.
Nadia Pastorcich ©centoParole Magazine – riproduzione riservata
Foto di Nadia Pastorcich