Ottavia Piccolo e Silvano Piccardi in Enigma: niente significa mai una cosa sola

Ottavia Piccolo e Silvano PiccardiArriva al Teatro Miela di Trieste “Enigma (niente significa mai una cosa sola)”, con la regia firmata da Silvano Piccardi, che lo vede anche attore a fianco di Ottavia Piccolo.

Berlino 2009; vent’anni dopo la caduta del Muro. Sul palco una donna e un uomo in un appartamento in Friedrichstraße 17. Dieci segmenti che scandiscono le varie scene.

In una notte di temporali, il professor Jakob Hilder (Silvano Piccardi) soccorre Ingrid Winz (Ottavia Piccolo), in seguito ad un incidente. Lui è un uomo la quale vita ruota attorno agli enigmi e Ingrid per lui è un enigma da scoprire. “Gli enigmi sono come gli orologi: costruiti da ingranaggi”.
Da quando Jakob ammette di averla investita tutto assume un’altra piega: i due iniziano a parlare, a conoscersi, ma in questa linearità, si nasconde parte del passato; un passato irrisolto. In ogni scena almeno uno dei due personaggi mente, sapendo di mentire.

Il fatto che Ingrid sia uscita in bici con la pioggia non ha nessuna logica; il fatto che Jakob abbia letto la bolletta sotto la pioggia, nemmeno questo ha logica. I due parlano di logica contro ogni logica.
Già il sottotitolo della pièce “niente significa mai una cosa sola” parla da sé. Intorno a questa frase si costruisce l’intero spettacolo; infatti nulla, di quello che dicono i protagonisti, significa una cosa sola.

Lui dice di essere un ex insegnate di matematica, lei un’ex insegnate di storia. Entrambi a loro modo si conoscono, ma il pubblico non sa nulla. Lo spettatore, pian piano, scopre la vera identità dei due protagonisti.
Lei sa perfettamente chi è lui, chi si nasconde sotto quel nome. Così come lui, anni prima, sapeva tutto di lei. Nella Germania dell’Est c’era un informatore ogni sei cittadini. Della persona spiata si sapeva tutto; ci si impossessava della sua vita, di ciascuna sfumatura.

Ogni loro mossa è imprevedibile; il susseguirsi delle scene è molto cinematografico: frammenti di inquadrature fisse svelano allo spettatore l’enigma. Tutto si rivela diverso da ciò che pareva essere.

Ottavia PiccoloIl regista Silvano Piccardi mettendo in scena questo spettacolo, che parla del passato, porta alla luce pure il presente: anche oggi, per certi versi, tutto quello che facciamo è controllato.

Ottavia Piccolo e Silvano Piccardi si giocano la scena egregiamente, creando una certa intimità tra loro e il pubblico, distruggendo così ogni muro. Il magnetismo e la profondità di contenuto del testo di Stefano Massini – autore che abbiamo già visto in “7 Minuti” rappresentato il gennaio scorso al Politeama Rossetti, sempre con Ottava Piccolo – permettono allo spettatore non solo di riflettere, ma anche di relazionarsi con il passato e con il presente, interrogandosi su vari enigmi, in particolare su quello della Storia.

Una scenografia molto semplice (a cura di Pierluigi Piantanida), ma curata nei dettagli, è il perfetto sfondo del racconto. Significativo l’uso della luce (Marco Messeri) che sottolinea lo spessore della pièce, così come la scelta musicale (Mario Arcari).

L’interpretazione di Ottavia Piccolo merita un plauso per la forza espressiva conferita al personaggio, che ben si sposa con la recitazione sentita e coinvolgente di Silvano Piccardi. Una coppia capace di emozionare il pubblico in uno spettacolo davvero efficace.

Nadia Pastorcich  ©centoParole Magazine – riproduzione riservata.

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