Illusi di vivere nella certezza non ci rendiamo conto di camminare perennemente su piani obliqui, sui quali saliamo e scivoliamo a seconda dei momenti. Siamo in un continuo movimento che però percepiamo come fissità, impauriti dalla variazione e dai cambiamenti che pure ci attraversano. Siamo cresciuti in una società che vive spacciando fantasie di garanzie […]

La più grande fantasia che si incontra nell’ascolto in analisi è che il proprio fare sia un fare per l’altro, ovvero: “faccio per la mamma, per il marito o moglie, amico, collega, padrone, società” e via dicendo. Quando si accentua questa logica fantasmatica, ogni senso nel fare diviene una sorta di obbligo per cui appena

Le richieste che provengono dall’esterno, dalla cultura, educazione, genitori, figli, mariti, mogli, si intrecciano con i nostri fantasmi che sono stati creati dalla forza di stereotipi, che vogliono inscatolarci in modelli precotti, affinché nessuno possa giungere allo specifico che ci concerne, alla nostra unica e irripetibile peculiarità e struttura inedita. Proprio per questo motivo il

Essere gelosi non è che la caricatura dell’abbandonabilità dell’altro/sostituto dell’oggetto d’amore primario. Si è gelosi dell’amore della madre per il fratello, dell’amico che preferisce un’altro, del partner che, si pensa, possa desiderare sempre l’altro. Non importa se questo desiderio attribuito al partner, amico, fratello, sia veramente o non, per l’altro, importa che questo sia il

Le cose si pensano, si dicono e si scrivono nel reale; queste le tre fasi che partecipano alla traduzione dalla fantasia al reale, a quel che di reale percepiamo, nel quale siamo immersi. Senza queste fasi si rischia di rimanere nella fantasia, o meglio, di vivere, come fosse reale, nella fantasia, accontentandosi della “soddisfazione” fantasmatica