Victor Enrich, designer e architetto nato a Barcellona, classe 1976 si racconta così sul suo sito internet personale:
“Quando ero bambino spendevo la maggior parte del mio tempo giocando a casa, facendo gare con i miei modellini di macchine. Queste gare erano ambientate in giro per tutta la casa inclusa la mia camera, il corridoio e la sala da pranzo. Con gli anni ho capito che questo è stato il mio primo passo per riuscire a cogliere la prospettiva da un altro punto di vista, non solo come semplice utente ma come vero e proprio designer. Ma è stato quando avevo all’incirca otto anni che scoprii il disegno tecnico grazie a mio nonno che lavorava nel campo della progettazione da quel momento mi sono liberato di tutte le macchinine e ho focalizzato tutta la mia attenzione sui progetti in scala. Dopo questa scoperta impazzii, letteralmente. Cominciai a fare disegni prospettici di città vere e proprie che inventavo io stesso, il massimo dell’estasi arrivò quando ebbi la chance di disegnare non più solo con mano ma attraverso un computer. La mia passione per le città insieme alla chance di progettare tutto in 3d mi tennero impegnato fino alla mia ammissione all’università dove scelsi architettura esattamente nel 1994“
Così Victor Enrich racconta quello che può essere definito il suo contatto mistico con il mondo dell’architettura passando da una pura e semplice attrazione curiosa fino ad arrivare ad una maturata scelta accademica.
“Prendere un hotel e stravolgerne completamente la sua forma, distorcendola per ben 88 volte” questo uno dei primi titoli che compaiono sulla nostra homepage di google se cerchiamo informazioni in merito a questo brillante specialista delle visualizzazioni in 3D con una laurea in architettura conseguita a Barcellona.
Il risultato di questo progetto va oltre ogni immaginazione o almeno così pareva fino a quando Enrich non l’ha dimostrato attraverso una serie di immagini di un albergo della catena NH situato a Monaco in Germania.
Negli scatti ricreati da questo professionista trentottenne la struttura del albergo prende il volo staccandosi dalle sue fondamenta, si gonfia e si divide sotto il volere del suo manipolatore.
In ogni suo progetto Victor Enrich riesce a sorprendere l’osservatore ingannandone la razionalità, viene quasi da credere che queste forme e angolazioni singolari possano essere realmente realizzabili sotto l’aspetto tecnico.
In merito a questo progetto rivela come esso non sia stato solo un lavoro ma piuttosto un testare i propri limiti giocando con la semplicità della simmetria dell’edificio scelto.
“Nei progetti precedenti mi sembrava di non essere riuscito a fare abbastanza per quanto riguarda le mie esplorazioni così, mi sono concentrato e ho cercato di spingere me stesso oltre quel limite che rappresentava la mia concezione accademica di realtà.”
La scelta dell’edificio e della location derivano dalla sua esperienza di soggiorno a Monaco città in cui ha vissuto circa un anno, per motivi di lavoro, come assistente di persone con disabilità.
Victor racconta come, quando è in un nuovo posto, andare in giro o semplicemente passeggiare per le strade gli permetta di essere introdotto alla città esplorandone i limiti e traendo spunti dall’architettura circostante.
Nella carriera di questo professionista non è andato tutto rosa e fiori infatti, nel 2007 dice di aver perso la sua ispirazione decidendo così di intraprendere un viaggio intorno al mondo in cerca di risposte e di come sia stato durante questi lunghi anni che la fotografia sia entrata nella sua vita ed abbia acquistato il ruolo fondamentale che ha adesso nel suo lavoro:
“Fino ad allora mi limitavo a immaginare grattaceli e a trasformarli solo nella mia testa senza riuscire poi a riportarli nella realtà concreta. Ora trovo bellissimo e appagante riuscire a connettere due discipline artistiche così differenti come la fotografia e la computer graphics su un unico piano.”
Valeria Morterra © centoParole Magazine – riproduzione riservata