“Was ist Metaphysik?” E’ il titolo del progetto dell’artista italiano Michele Durazzi è riuscito a dar vita ad una serie di scatti digitali in cui la figura umana si aggira quasi come un miraggio tra paesaggi spogli e nettamente geometrici. Un’esplosione di colore bianco domina l’interna struttura architettonica intervallata occasionalmente da qualche macchia di colore evidenziando così la piccolezza della figura umana. Questo artista poliedrico e magnetico con base a Firenze, crea immensi spazi architettonici in cui la piccola esistenza umana viene sovrastata da forme scultoree ed essenziali che affascinano lo spettatore trasportandolo in una realtà metafisica dominata da cieli blu cobalto.
Questi dettagli archtettonici vengono riprodotti a computer e affiancati a paesaggi naturali dando vita a vere e proprie scenografie metropolitane. Le immagini 3D, non raffiguranti reali costruzioni, si concentrano su elementi geometrici lasciando dietro di sé un retrogusto filosofico, la serie infatti prende il nome da un celebre lavoro del filosofo tedesco Martin Heidegger.
Ma Michele Durazzi non è solo quello di “Was ist Metaphysik?”, è giusto ricordare altri suoi importanti lavori quali quello più recente ovvero “D-Arkroom” ,dove “Ark sta per Architettura o Arca che contiene, e ‘Room’ è la geometrica definizione di una stanza. Invece Darkroom per esteso è la camera oscura, ormai arcaica e desueta dello sviluppo fotografico tradizionale, un laboratorio anche di idee in cui l’artista si trova a contatto solo con se stesso.
“Si potrebbe dire che le cose migliori nascono quando si è da soli, liberi da ogni condizionamento esterno, cioè dai trend, dalle aspettative degli altri o da quello che credi si aspettino.”
Conosciuto anche per progetti meno recenti quali “Monas Hieroglyphica”, nato come parte di un progetto collettivo dal quale si concretizzasse una mostra, e Odyssey 2.0. La Monas Hieroglyphica è letterariamente, un’invenzione simbolica di John Dee, mago, matematico, astronomo alla corte di Elisabetta I d’Inghilterra nel sec. XVII.
Essa rappresenta l’incarnazione simbolica dell’intero Cosmo, il suo aspetto antropomorfico è il riflesso dell’insopprimibile antropocentrismo dell’Uomo, che interpreta se stesso al centro di ogni discorso.
In questo progetto Forme e Geometrie lasciano l’osservatore con il fiato sospeso, mentre Odyssey 2.0 rappresenta una versione moderna dell’Odissea, dove la strategia per sfuggire da pericoli e minacce, è dotare di smartphones i propri nemici.
Per capire meglio la filosofia che si cela dietro i suoi lavori, sbirciando sul suo sito internet personale vediamo tra le tue citazioni preferite : “Avoid software. The problem with software is that everyone has it.” Di Bruce Mau. E’ così che Durati ha spiegato il suo legame con questa affermazione in un’intervista rilasciata per il sito web creativity portait :
“ Michele : Sì, se preso alla lettera è paradossale, dal momento che se ne fa un uso quasi totalizzante, compreso il sottoscritto. Il senso della della frase può suonare meglio così: “se puoi limitare l’attenzione alla pura tecnologia a vantaggio delle idee è preferibile”. Un pc basta andare al primo discount per possederlo, dipende cosa ci fai. Non dico che la tecnologia sia da svalutare, credo che debba essere al servizio di un progetto il cui significato vada oltre la tecnica stessa. Un altro discorso è che per ottenere buoni risultati devi affinarla, rischiando di essere assorbito fin troppo, ma è dell’inutilità del virtuosismo e dell’estetismo fine a se stesso che parlo.”
Per maggiori informazioni sui lavori di Michele Durazzi, artista laureatosi all’Università di Firenze e specializzato in design, videomaking e post produzione fotografica, cliccare sul link del suo sito personale qui sotto:
Valeria Morterra