La nudità di Spencer Tunick

Spencer Tunick, classe 1967, è un fotografo statunitense molto conosciuto per i suoi scatti che ritraggono persone nude principalmente in contesti urbani.
Tunick cominciò a fotografare nudi nelle vie di New York nel 1992 dopo aver conseguito il Bachelor of Arts nel 1988.
Nel 1994 quindi fu arrestato in compagnia di modelle completamente nude nel Centro Rockfeller di Manhattan.
Ha operato a Londra, Lione, Melbourne, Montrèal, Caracas, Santiago, San Paolo, Sydney, Buenos Aires, Newcastle, Roma e Vienna.
Nel giugno del 2003 ben settemila persone hanno posato per lui a Barcellona mentre nel maggio del 2007 a Città del Messico, ha battuto il suo record personale fotografando oltre diciottomila persone ne el Zòcalo, la piazza principale della città.
Dalle sue immagini emerge una profonda riflessione che ruota intorno alla definizione dei concetti come quello del pubblico e del privato, dell’individuale e del collettivo.
Spencer Tunick vede “Ogni singola persona che posa diventa parte di un’entità più grande, che diventa la fotografia finale. Le persone non si sentono più giudicate sulla base del loro aspetto fisico o delle proprie caratteristiche individuali. Anziché concentrarsi sulle singole parti, vediamo solo linee, onde, pattern e forme.”
Il contesto offerto dal fotografo mira dunque a dissolvere i confini personali fino ad arrivare al punto in cui il mio e tuo cessano di esistere.
Possiamo considerare Tunick come il principale tra gli esponenti della fotografia contemporanea, a metà tra il ritratto e la Land Photography.


Per comprendere meglio il messaggio che si cela dietro i suoi scatti è però necessario addentrarsi in quello che il fotografo percepisce come “concetto di nudo”: “ Il linguaggio visivo che mi permette di esprimermi come artista e di esprimere le mie idee e visioni, lo trovo nella nudità della figura umana. Il corpo nudo è il mio primo punto di riferimento ed è ciò che attiva la mia immaginazione e mi spinge ad andare avanti per formulare la prossima idea.”
Concetto fondamentale all’interno delle sue fotografie è dunque quello della nudità che viene rappresentato come portatrice di bellezza e di liberazione, come un’ entità all’interno della quale coesistono forza e vulnerabilità.
Per quanto riguarda la scelta dei soggetti fotografici, le persone ritratte sono tutti esclusivamente volontari. Egli solitamente, come rilasciato in più d’un intervista, cammina in giro per le strade di New York distribuendo volantini a mano.
E’ l’occasione per avvicinarmi a qualcuno che non avrei potuto conoscere” dice, “ E’ molto divertente invitare direttamente le persone, ma molto più difficile organizzarle logisticamente. Ora uso internet e un sito web per raccogliere e organizzare le persone. Se io vengo in una particolare città per fare un lavoro, gli organizzatori creeranno un sito web ad hoc in modo che le persone possano iscriversi e possano ricevere tutte le informazioni importanti di cui avranno bisogno, per presentarsi al posto e al momento giusto per partecipare. Amo ancora incontrare la gente, è il mio modo di rapportarmi al mondo e mi piace incontrare qualcuno di nuovo e chiedere loro se vogliono posare per me.”

L’organizzazione dei corpi nei suoi scatti non è affatto casuale infatti, gli individui collocati l’uno accanto all’altro vengono ridotti quasi a mero oggetto da far emergere o estendere lungo il paesaggio.
“A volte” commenta il Tunick, “creo motivi o forme con i corpi che possono avere qualcosa a che fare con lo spazio fisico e reale in cui sto lavorando e con cui posso creare un interessante gioco di forme. Oppure posso avere una ragione concettuale per avere i corpi organizzati in un certo modo, che siano abbracciati, in ginocchio o con le braccia alzate. Concepisco sempre il concept dopo aver trascorso qualche tempo nella location.”

Valeria Morterra © centoParole Magazine – riproduzione riservata

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