Una realtà di periferia, dove giovani artisti lottano per emergere tra l’incuria e una nota realtà dei giorni nostri: il cyber-bullismo.
Al Charles Mountain Club, un locale che sboccia tra le Virgin Mountains e che ospita svariati e bizzarri personaggi, David farà la conoscenza di Caspar, un pittore il cui intento è dipingere la bellezza che sporge tra il degrado della società moderna, cercando il romanticismo lì dove gli altri vedono solo macerie.
«Il pianoforte, un tempo migliore amico, era sommerso da ogni forma di porcheria: posacenere, cenere traboccata dal posacenere, panni, appunti, libri, altri panni, dischi di musica e un numero consistente di volantini promozionali che prendevo, senza mai leggere, dalla buca delle lettere. Era un bel pianoforte a coda, regalo di mio nonno, di presenza importante. Provavo dolore nel vederlo così. Il suo stato di rovina rispecchiava esattamente l’essenza della mia città e quello che stavo diventando: una passione appassita, promessa abbandonata dalla voglia del nulla e dal decadimento»
David, Caspar e i loro amici legano nel pieno di un viaggio interiore, che scava e cerca soluzioni ai conflitti, ai tormenti e alle turbe dell’animo. Caspar porterà avanti il suo progetto artistico nonostante gli insensati attacchi da parte di haters che lo deridono sui social; tuttavia, durante il loro primo incontro, David riceve una confessione che lo spiazza e lo confonde, fino a quando non osserva il primo quadro dello stravagante artista: Caspar non sapeva dipingere, non ha mai imparato e, del resto, non l’ha mai fatto.