Il Grande Sonno

Se si vuole analizzare il genere poliziesco del ‘900, non si può evitare “Il grande sonno” di Raymond Chandler. Pubblicato nel 1939, viene considerato dalla celebre Crime Writer’s Association come il secondo miglior romanzo giallo di tutti i tempi. (per la cronaca, al primo posto: Josephine Tey: The Daughter of Time)

Una mattina di ottobre, un detective privato di nome Philip Marlowe si reca al palazzo del generale Guy Sternwood. Una volta arrivato, gli vengono affidate due indagini: ritrovare un certo Rusty Regan, marito di Vivian, una delle figlie del militare scomparso un mese prima; occuparsi di Arthur Gwynn Geiger, il quale aveva protestato il pagamento di un debito effettuato da Carmen, l’altra figlia del generale. Seguono una serie di vicende che vedono il detective protagonista costantemente in prima linea, sempre pronto a colorare il romanzo con strabilianti intuizioni che spesso vengono celate al lettore per palesarsi al termine del romanzo.

Philip Marlowe, il detective protagnoista, è sicuramente il personaggio più interessante del romanzo. Per tutta la narrazione rappresenta una figura estremamente corretta e sicura di sé. Quest’ultima caratteristica può indispettire alcuni lettori, ma a conti fatti è uno dei dettagli chiave che rendono il romanzo unico nel suo genere.
Lo stile utilizzato da Chandler è prevalentemente semplice, caratterizzato sintatticamente da periodi brevi e frasi spezzate. Il tema imperante è quello dei commerci illeciti, del ricatto e della corruzione che ancora oggi dilagano. Passano gli anni, ma la società non compie il minimo passo avanti sotto certi punti di vista.

Comparato ai romanzi odierni, rappresenta una costruzione di trama e svolgimento molto differente. Basti pensare che nel 1939 non esistevano tutte le tecnologie odierne (tanto per dirne una, il test del DNA). Gli stessi investigatori – e relativi scrittori di gialli – erano costretti a sviluppare una narrazione diversa, basata spesso sull’intuizione.
Questo, parallelamente, comporta uno sforzo ulteriore per il lettore. Non si adagia nella lettura ma si ritrova maggiormente immerso nelle indagini a fianco del protagonista. Non mancano poi molte curiose differenze con la vita odierna, come la possibilità di fumare nei luoghi chiusi e il fatto che i personaggi si accendano le sigarette utilizzando banali fiammiferi. Leggendo il romanzo si ha una costante sensazione di vivere in un altro universo, il tutto inteso come una sensazione positiva.

 

Il Grande Sonno viene dunque definito un “Hard boiled” per antonomasia. Per chi non lo sapesse, rientra nel genere poliziesco e nasce da un’espressione colloquiale.  Il classico detective hard boiled , (come Philip Marlowe di Chandler), non si limita a risolvere i casi, come fanno le loro controparti più tradizionali, ma affronta il pericolo e rimane coinvolto in scontri violenti. Il caratteristico detective hard boiled ha, difatti, un atteggiamento da “duro”. Marlowe è stato un importante modello, grazie al quale sono state elaborate le classiche caratteristiche del detective hard boiled: impudenti, freddi, irriverenti.

L’opera di Chandler è un autentico capolavoro. Un romanzo da non perdere se si ama il genere poliziesco, il classico apripista che non può mancare nella libreria!

 

 

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