Il graffio felino in una vita da attrice: Martina Valentini si racconta

24.02.2021 – 09.15 – La storia dell’attrice professionista Martina Valentini è un vero e proprio viaggio nella realtà attoriale; un settore che, ad oggi, vive un momento molto complesso, tra sospensioni e chiusure, a causa dell’emergenza pandemica che si protrae ormai da lungo tempo.
Una professione che nasce per Martina in un percorso che, da Trieste, l’ha portata a Bologna.
“Mi sono trasferita 21 anni fa per studiare, e poi laurearmi, al DAMS, con indirizzo teatro, diplomandomi in seguito anche presso la Scuola di Teatro Colli, diretta da Emanuele Montagna” dichiara l’attrice.
Un percorso teatrale che nasce in realtà da ‘dietro le quinte‘: Martina Valentini, infatti, desiderava inizialmente intraprendere una carriera nel Backstage, ritrovandosi poi, da vera protagonista, sul palco: “Siccome ero molto timida, decisi inizialmente di studiare recitazione per cercare di superare questa mia grande emotività”.
“Da qui ha preso poi le mosse questo mio nuovo percorso, che mi ha ribaltata come un calzino e mi ha catapultata al Teatro Duse: ero spaventata, però è stato un momento davvero bello” racconta Valentini.
Si tratta di una professione impegnativa, dove lo studio sta alla base della formazione teatrale, perchè non si nasce attori, anche se “il talento è una grande componente, che va però sempre accompagnata dall’impegno e dalla pratica. Sono convinta che il teatro sia disciplina, sudore e puntualità“.
Un lavoro che per l’attrice si è allargato fino all’esperienza cinematografica, partendo da Ether, con la regia di Krzysztof Zanussi, nelle vesti di una suora, passando poi per ‘Vecchie Canaglie’ con Lino Banfi e diretto da Chiara Sani, dove interpretava invece una escort.
Ruoli agli antipodi, per un lavoro che varia giorno dopo giorno: “mi piace molto la commedia” afferma Martina “ma amo anche interpretare personaggi drammatici”.
A dir la verità, “sono un po’, come si dice a trieste, un ‘cugno’, quindi mi piacciono molto le cose un po’ più impegnate” afferma scherzosamente l’attrice.

Una carriera che oggi vede uno scossone, scatenato dalla sospensione delle attività a causa dell’emergenza pandemica, che sta investendo questo particolare periodo storico.
“Teniamo duro, non si molla, ma siamo in attesa” continua l’attrice “il palcoscenico mi manca da morire: è dalla scorsa estate che non vado in scena.
Si parla di mesi duri dove non si lavora, ma cerchiamo comunque di reinventarci ogni giorno con i mezzi che abbiamo, ovvero internet e tecnologia.
C’è da dire, però, che il teatro va vissuto dal vivo, sentendo l’attore in scena e il calore del pubblico. Speriamo che entro fine marzo si possa tornare sul palco, ma nulla è sicuro purtroppo.
Martina Valentini calcherà dopo lungo tempo il palcoscenico probabilmente con il Teatro Dehon, “La compagnia con cui collaboro ormai da 4-5 anni, riproponendo produzioni già portate in scena, originali e inedite di Piero Ferrarini, che è il direttore”.

Martina Valentini con la sua Dana

Ma l’attrice, nella sua frenetica vita, ha anche una compagna di avventure a 4 zampe: la sua gatta Dana.
Una figura per lei essenziale, un vero e proprio percorso di ‘Pet Therapy’ che l’ha portata, tra le altre cose, a sviluppare un nuovo progetto chiamato ‘CatressEye, “un diario di viaggio dal punto di vista di un’attrice, ma soprattutto di una gatta.
Lei mi accompagna ovunque e cerchiamo di vivere le avventure a nostro modo: si tratta ovviamente di una cosa nostra e, quindi, soggettiva. Mostriamo solo come viviamo, in un progetto per unire tutte le cose, dalla vita alla società, dal mondo teatrale al viaggio con un gatto.
Dana è un’anima ribelle e indipendente, affettuosa quando vuole: la considero figlia, sorella, amica e anche maestra, perché mi ha insegnato davvero molto”.

 

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