Il Cantastorie: ci sono Nuvole e Nuvole.

C’è un piccolo paesino, situato proprio in cima ad un enorme nuvolone. Gli abitanti del luogo sono anch’essi nuvole. La vita è regolare laggiù, essendo che splende sempre il sole, d’altro canto come potrebbe essere altrimenti se non può piovere o nevicare?
Un giorno nacque una bambina, forse nuvoletta sarebbe più corretto, che aveva il brutto vizio di interrogarsi e domandare. Smise presto di giocare con gli altri e si fece sempre più assillante con le nuvole più anziane. Voleva sapere cosa ci fosse oltre al villaggio, quale fosse il loro scopo e molto altro.
Nessuno le rispondeva, sembravano stizzirsi se non addirittura arrabbiarsi in certe occasioni.
Un giorno si stufò e, fatti armi e bagagli, partì risoluta a scoprirlo da sé cos’altro ci fosse al mondo. Camminò per giorni senza sosta, le nuvole non necessitano di mangiare, dormire o bere.
Si arrampicava su cumuli bianco-latte e si lanciava per scarpate soffici come la panna. Le capitava di cadere, rimbalzando indietro tra una risata e l’altra.
Fu così che a un certo punto si trovò ai piedi di una vetta immensa, il bianco aveva lasciato spazio a un grigio che tendeva al nero.
Inutile dire che era piuttosto spaventata ma fu la curiosità a prevalere, lentamente cominciò a salire.
Quando arrivò in cima vide il più grande nuvolone della sua vita, era immenso e scuro.
Chiunque si sarebbe trovato in soggezione davanti a un essere così maestoso ma i bambini si sa come son fatti, specie quelli impertinenti come lei. Ripresasi in fretta dallo stupore con voce acuta gridò:”tu chi sei?”
Lui ci mise un po’ ad accorgersi di lei e un po’ di più a risponderle: “Io sono il Primo” disse, con una voce così bassa e cavernosa da far vibrare il suolo.
Ora la piccola si era fatta ancora più curiosa, con voce quasi canzonatoria chiese di che cosa fosse il primo. Lui, severo, spiegò di essere il primo delle nuvole. Colui da cui tutte loro avevano origine. Questo fu in grado di calmarla, con voce quasi riverente gli chiese cosa ci fosse più in là delle nuvole, dove si andasse.
La risposta la rattristò molto.
Non c’era niente, solo il cielo.
Stava per piangere ma un comando del Primo la fermò:”Non piangere!” Disse “se una nuvola piange si scioglie e muore, per questo temono le domande e le risposte, hanno paura di rattristarsi e morire”.
Lei, trattenendo a stento le lacrime, rispose che non c’era motivo di vivere se più in là non ci poteva andare.
Che a vivere una vita finta con le altre nuvole non ci voleva tornare.
Il nuvolone scoppiò in una fragorosa risata “Chi ha detto che non ci puoi andare?”
Poi si fece serio “Io ho detto che non c’è niente, è ben diverso. Tu sei una nuvola,puoi andare ovunque desideri, non cadrai.
Potresti vagare per l’eternità nel cielo oppure fondare un nuovo paese come feci io quando saltai nel vuoto, tanto, tanto tempo fa”.

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