Di Pierluca Campajola
Gli House Concert, ovvero concerti in casa, sono degli eventi privati in cui un Host mette a disposizione la propria casa per l’esecuzione di un concerto privato su invito. Un evento “intimo” che grazie alle mura domestiche permette un’atmosfera di convivialità che determina l’unicità dell’esperienza.
Al momento molto in voga negli Stati Uniti, l’House Concert trova i suoi precursori nell’ Austria del diciannovesimo secolo. Era tipico all’epoca godere di questi concerti nei salotti viennesi, dove artisti quali Mozart e Schubert si esibivano per facoltosi ed intellettuali.
L’House Concert non è una tradizione sconosciuta a Trieste, e all’inizio del 2018 comincia un nuovo progetto di concerti in casa organizzati da Francesco Giacomelli. Dopo aver partecipato ad uno spettacolo domestico in cui si occupa dell’accompagnamento musicale, decide di riproporre il format attingendo ai molti giovani talenti che a Trieste producono la loro musica originale ed innovativa. Un primo concerto, in cui si esibisce il quartetto slivovitz, ospitato nella casa di Lorenzo Loberto, fa partire una collaborazione che porterà alla realizzazione di altri due concerti nel giugno e novembre 2018.
Francesco sottolinea come il supporto di Lorenzo e pochi altri sia stato fondamentale per la l’organizzazione e la gestione di questi eventi; sempre più persone prendono a cuore questa iniziativa, che non vuole diventare un impegno lavorativo quanto una opportunità di ritrovo umano, scambio intellettuale e condivisione di un momento di sperimentazione musicale.
Il 10 marzo di quest’anno ho avuto la fortuna di assistere al quarto House Concert da loro organizzato, con la musica di Giorgio Giacobbi al sassofono e Camilla Collet alla batteria, del progetto “Filaments of Existence”. Rigorosamente su invito, l’esperienza ha un grande potere. La convivialità e l’atmosfera casalinga è base dell’intera serata, e permette di godere della musica in compagnia ma anche di creare un rapporto diretto con i musicisti, facilitando l’immersione nella performance. Senza il timore di chiudere gli occhi e concentrarsi solo sull’ascolto, Giorgio e Camilla riescono a trasportare anche un profano in musica come me in un’altra dimensione. È questo che i due artisti riescono a donare, permettendo al pubblico di entrare in una conversazione intima in cui il linguaggio è la musica.
Finito il concerto, tra pietanze portate dagli stessi invitati e qualche bicchiere le conversazioni nascono da sole. La condivisione in privato di questa esperienza rende il dialogo con gli altri spettatori naturale e piacevole, desiderosi sia di confrontare le proprie percezioni sia di aprire se stessi, seguendo l’esempio degli artisti.
Francesco, Lorenzo e tutti i talenti che stanno collaborando per l’organizzazione di questi eventi sono un ottimo esempio dell’evoluzione che Trieste sta avendo negli ultimi anni; dal campo artistico al sociale i giovani della città stanno creando iniziative, eventi, associazioni per dare voce all’immensa creatività che si nasconde dietro ogni angolo di questa città. Il vecchio “no se pol” di Trieste sta venendo finalmente superato da un forte desiderio di collaborazione ed innovazione che cresce dal basso.
In attesa del prossimo progetto, possiamo ascoltare alcuni dei lavori di “Filaments of Existence”.