Good Omens: un angelo, un demone e l’apocalisse.

Good Omens è una miniserie televisiva britannico-statunitense prodotta da Amazon Prime Video e BBC Two e basata sul romanzo di Neil Gaiman e Terry Pratchett del 1990: “Good Omens: The Nice and Accurate Prophecies of Agnes Nutter, Witch” (in italiano: Buona Apocalisse a tutti!). Lo show, composto da 6 episodi, è uscito il 31 Maggio sulla piattaforma streaming di Amazon.

Good Omens è la terza serie ispirata alle opere di Gaiman ad andare in onda: dopo Lucifer, salvato recentemente dalla cancellazione e comprato da Netflix, ed American Gods, che ha appena concluso la sua seconda stagione. Esattamente come negli altri due adattamenti anche in Good Omens l’umanizzazione del divino (celestiale ed infernale) fa da pilastro fondante dell’opera.
Infatti nei tre show di Gaiman, per quanto diversi in atmosfera e significato, i protagonisti sono Dei, angeli e demoni incarnati sulla terra e che, per un motivo o per un altro, devono confrontarsi con l’umanità. Lo scrittore/fumettista/sceneggiatore Neil Gaiman evidentemente ama offrirci la possibilità di esplorare diverse interpretazioni dei grandi personaggi religiosi e mitologici, immaginandoli camminare tra noi ed inserendoli nella quotidianità della società, quali artefici o semplici testimoni. Ma parleremo più approfonditamente delle altre sue opere in prossimi articoli.

La premessa di Good Omens è molto semplice: un angelo e un demone camminano tra noi da millenni, creando un’amicizia clandestina, e all’avvicinarsi dell’apocalisse cercano di salvare il mondo insieme.
Ovviamente lo show è molto più di questo, cercherò di parlarvene senza cadere in spoiler.

La serie è narrata dall’attrice premio Oscar Frances McDormand, nel personaggio di Dio, che ci racconta dell’universo da lei creato e dei suoi abitanti. Migliaia di anni fa il demone Crowley (interpretato da David Tennant), dopo aver tentato Eva con la mela, incontra l’angelo Aziraphale (Micheal Sheen) che, di nascosto dall Onnipotente, dona la sua spada infuocata ad Adamo così che possa sopravvivere fuori dal giardino. Questo incontro è la base per la stravagante amicizia delle due entità e pone un concetto base della storia: la loro ignoranza. Difatti diventa subito chiaro che nessuno, nè angelo nè demone, abbia mai parlato con Dio o abbia idea di quale sia il grande piano divino, si limitano semplicemente ad agire, dando per scontato di fare del bene o del male a seconda della propria natura imposta.

Entrambi, nel corso della storia della civiltà, rimangono sulla terra per fare la volontà del Paradiso o dell’inferno. Si incontrano in molte occasioni, osservano e criticano gli esseri umani, ma sviluppando un affetto nei confronti l’uno dell altro e del mondo terreno con i suoi abitanti. Ma come si sa tutto ha una fine, e l’arrivo dell’Anticristo dovrebbe significare la fine della terra. Crowley ed Aziraphale decidono di allearsi per evitare l’Apocalisse ma la situazione è più complicata di quanto si possa pensare.

Good Omens ci permette di ridere dell’universo nella sua completezza, delle sue assurde coincidenze e inafferrabili verità, rendendo gli esseri divini ignoranti e persi come noi umani, guidati da desideri astratti e dando loro la possibilità di crescere e cambiare tramite il dubbio. La serie è ricca di quesiti filosofici e teologici per chi li vuole cercare nei diversi siparietti, che sono però pienamente godibili anche senza approfondimento.

Quasi inutile a questo punto lodare la sceneggiatura e la regia, che riescono simultaneamente a catapultare lo spettatore nella storia e a regalargli l’ampio punto di vista dell’Onnipotente; presentando un ampio ventaglio di personaggi e situazioni senza lasciare nulla in sospeso e rendendo tutto fondamentale per la conclusione della storia.

Non si può dire altro senza cadere in spoiler. Vi consiglio vivamente di guardare i 6 episodi di Good Omens, che, come confermato dal creatore Neil Gaiman, si conclude con questa stagione.

Pierluca Campajola

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