Genitori consapevoli: come e perchè

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 Nella propria esperienza di genitori ognuno di noi prova a dare del proprio meglio cercando di infondere nei rapporti che ci legano ai nostri figli i principi, le certezze e le speranze con cui siamo cresciuti noi o che abbiamo maturato nel corso degli anni.

Per quanto con i figli si possa avere un rapporto continuo e duraturo che ovviamente investe diverse ore, tutti i giorni della settimana e per molti anni, non sempre i valori e i messaggi che trasmettiamo attecchiscono nella loro testa. Non c’è nulla di strano e non ci si deve colpevolizzare se questo avviene; è un fenomeno legato al fatto che a loro volta, anche i nostri figli, sono menti pensanti e consapevoli che hanno tutto il diritto di sviluppare i loro principi tanto personali quanto imprescindibili.

Tra i principi che i genitori più moderni cercano di trasmettere ai loro figli ci sono quelli legati ai concetti dell’ecosostenibilità e, più in generale, del rispetto dei delicati equilibri che regolano il nostro Pianeta. Questo intento può e deve partire dalle azioni della vita di tutti i giorni, per esempio svolgendo delle attività assieme al bambino stesso, per fare in modo che ogni cosa sia percepita come naturale e abitudinaria. Un esempio lo è fare la raccolta differenziata assieme o, meglio, mentre si sbrigano le faccende di casa, portare l’attenzione del bambino al fatto che esistono contenitori diversi in base al materiale da gettare, e quindi non può essere gettato tutto quanto dentro lo stesso contenitore. Il bambino stesso poi si potrà fare delle domande sul perché si faccia questa differenziata.

Questa particolare sensibilità è stata sviluppata dai genitori di oggi in quanto sono stati (e sono) i primi a toccare con mano gli effetti dell’inquinamento sul clima e in generale sulla qualità della vita. Questa attenzione nei confronti dell’ambiente deve partire da noi, dalle singole persone perché in ambito di acquisti, commercio o comportamenti che non dipendono da noi, la palla passa alle singole aziende o comunque soggetti diversi da noi, ma questa è un’altra cosa che merita di essere trattata a parte.

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In che modo si può essere genitori attenti all’ambiente al giorno d’oggi? Sono tante le scelte piccole e grandi che ci possono condurre lungo il percorso della sensibilità ecologica ma anche alla decrescita sostenibile, come suggerisce da molto tempo Serge Latouche. Pensiamo ad esempio alla raccolta differenziata che abbiamo accennato poco sopra, agli acquisti a km 0, all’utilizzo di mezzi ecologici come le bici o le auto elettriche al posto di quelle più inquinanti. E ancora, ormai al giorno d’oggi c’è la possibilità di laurearsi online (questo ovviamente riferito anche agli stessi genitori) qui ne troviamo un esempio, utilizzando piattaforme che mettono a disposizione in rete, tutte le dispense e materiale dove studiare, senza bisogno di stampare fogli o comprare libroni costosi; è possibile fruire di videolezioni registrare da qualsiasi pc e da qualsiasi parte del mondo, questo può essere comodo anche per seguire corsi di aggiornamento se già il genitore lavora ed è costretto a viaggiare molto. Insomma, le opportunità per essere “green” non mancano.

C’è un’area tanto nuova quanto inattesa in cui possiamo mettere a punto la nostra sensibilità sostenibile, che è quella per esempio dell’abbigliamento. Esistono ad esempio diverse fibre moderne che nascono per l’abbigliamento ma hanno un’anima ecologica: pensiamo, solo per citarne alcune all’econyl o al bioni yarn. È molto probabile che questi due nomi al grande pubblico dicano poco, ed invece in futuro potrebbero diventare un standard de facto del settore moda, visto che si tratta di materiali ottenuti a patire dal riciclo di materiali come nylon, pellame e plastica. Altro capitolo riguarda l’orange fibre, ovvero una fibra ottenuta a partire dalla buccia degli agrumi ideata da due ragazze italiane, in grado di rilasciare vitamina C al nostro corpo quando viene indossati.

Quelli visti sin qui sono solo alcuni esempi di cosa e quanto si può fare sui materiali dell’abbigliamento.

Lo stesso web può diventare un player fondamentale nell’ambito della moda sostenibile agendo anche come collante tra le persone all’interno di social e soprattutto attraverso quelle applicazioni (o intere community come ad esempio Zerorelativo.it) che prevedono lo scambio di capi. Il principio di base è il seguente: io do una borsa a te, e tu dai una cinta a me, ed in compenso entrambi abbiamo risparmiato denaro, si riduce la necessità di approvvigionamento di nuovi materiali e nessuno dei due ha dovuto rinunciare alla volontà di poter esaudire il proprio vezzo.

 

Monica Fabrizi  © centoParole Magazine – riproduzione riservata

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