Richard Feynman

EPISTOLARIO: Amo mia moglie, mia moglie è morta…

Una delle più commoventi e incredibili lettere d’amore che siano mai state scritte nella storia di ogni letteratura.

 Richard Feynman era un fisico che negli anni ’40 ebbe grossi riconoscimenti per le scoperte effettuate nella fisica quantistica. Nel 1965 ricevette insieme ai suoi colleghi il Premio Nobel per aver svolto un lavoro fondamentale nel campo dell’elettrodinamica quantistica. Nel giugno del 1945, sua moglie Arline morì di tubercolosi all’età di 25 anni e dopo un’anno e mezzo Feynman scrisse questa lettera che fu ritrovata chiusa dentro una busta dopo il suo decesso avvenuto nel 1988.

17 ottobre 1946

Cara Arline,

ti adoro, tesoro. So quanto ti piace sentirtelo dire – ma non lo scrivo solo per questo: lo faccio perché scriverti mi scalda il cuore.

FisicoÈ passato così tanto tempo dall’ultima volta che ti ho scritto, quasi due anni, ma so che mi perdonerai perché sai come sono fatto, cocciuto e realista, e pensavo che scrivere non avesse senso.
Ma adesso, mia cara moglie, so di dover fare quello che ho sempre rinviato e che ho fatto così spesso in passato. Voglio dirti che ti amo. Che voglio amarti. Che ti amerò per sempre.
Faccio fatica a capire cosa significhi amarti ora che sei morta, ma ho ancora voglia di darti conforto e di prendermi cura di te, così come voglio che tu mi ami e ti curi di me. Voglio affrontare i problemi con te, voglio fare piccoli progetti con te. Prima d’ora non avevo mai pensato che potessimo fare una cosa simile. Pensare a noi. Avevamo cominciato a fare dei vestiti insieme, a imparare il cinese, a usare un proiettore cinematografico. Non posso farlo anche adesso? No. Sono solo senza di te: eri la mia “donna ideale” e l’istigatrice di tutte le nostre folli avventure.

Quando ti sei ammalata, ti sei preoccupata perché non potevi darmi certe cose di cui pensavi io avessi bisogno. Richard-feynmanNon avresti dovuto. Come ti ho detto, non avevo bisogno di nulla ti amavo tantissimo e in molti modi diversi. E adesso questo è ancor più vero: non puoi darmi niente, eppure ti amo così tanto che non potrei amare nessun altra donna – né lo vorrei. Tu, morta, sei meglio di qualsiasi altra persona viva.

So che mi darai dello sciocco, che vuoi vedermi pienamente felice e non desideri essere un ostacolo per me. Scommetto che sarai sorpresa di sapere che dopo due anni non ho nemmeno una fidanzata (a parte te, tesoro). Ma non puoi farci niente, cara, e nemmeno io. Non capisco: ho conosciuto molte ragazze, anche carine, e non voglio restare solo – ma dopo due o tre incontri non mi dicono più niente. Ci sei solo tu, per me. Tu sei reale.

Mia cara moglie, ti adoro.

Amo mia moglie. Mia moglie è morta.

Rich.

PS Scusami se non ti spedisco questa lettera, ma non conosco il tuo nuovo indirizzo.

 

Francesca Schillaci © centoParole Magazine – riproduzione riservata.

Tratto da “L’arte delle lettere” di Shaun Usher – Feltrinelli 2014, Milano

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