Concerto all’alba sul Molo Audace con il pianista Marco Ballaben

Marco Ballaben. Ph Roberto FurlanIn un’atmosfera suggestiva, quando la luna splendeva ancora nel cielo tinto d’inchiostro, la gente si preparava ad assistere al risveglio del nuovo giorno. Pian piano, attorno al pianoforte in cima al Molo Audace di Trieste, si è raccolto un numero sempre più consistente di persone di tutte le età.

Alle 4.50 in punto, di domenica 9 agosto, il pianista Marco Ballaben ha intonato le prime note che, trasportate da una leggera e piacevole brezza marina, sembravano sfiorare delicatamente gli animi umani, trasportandoli in una dimensione meta-spaziale e temporale sublime. Parte del programma musicale è stato il frutto di un’ispirazione del momento, influenzata dal calore del pubblico, dalle dolci onde del mare e dalle piccole luci della città, riflesse sull’acqua, che sembravano pennellate di un quadro impressionista.
Di impressionista non c’era soltanto l’ambientazione, ma anche alcuni riferimenti a Debussy e Satie, che Ballaben ha racchiuso nei suoi “Diurni” – un gioco di parole riferito ai “Notturni” di Chopin.
Ph Nadia PastorcichA dare un tocco di colore al panorama impressionista è stato il brano “Forbidden Colours” di Ryuichi Sakamoto, che il pianista ha eseguito in maniera a dir poco eccezionale. Non sono potute mancare delle citazioni jazz dal ritmo coinvolgente, come il brano “The Wind” di Keith Jarrett, e la rivisitazione in chiave jazzistica di “Alba chiara” di Vasco Rossi, con le quali il pianista ha dato il buongiorno a tutti i presenti.

Si è concluso così l’ultimo evento di Trieste Loves Jazz, che quest’anno ha visto partecipe un pubblico davvero numeroso. Purtroppo alcuni presenti si sono dimostrati maleducati, chiacchierando rumorosamente per tutta la durata del concerto e impedendo l’ascolto a chi, invece, voleva assaporare la musica del Maestro Ballaben.

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Per chi se la fosse persa, qui l’intervista al pianista: Marco Ballaben: per esprimere qualcosa bisogna avere delle passioni vere

Nadia Pastorcich ©centoParole Magazine – riproduzione riservata.
Ringrazio Roberto Furlan per le foto.

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