Bombi Inconsapevoli: i tre “smandrappati”

Bombi Inconsapevoli: è questo il nome della seguitissima trasmissione radiofonica condotta dal trio composto da Maddalena Lubini, Flavio Furian e Maxino, che va in onda ogni giovedì, su Radio 1 Rai, dalle 13.25 alle 14.25 e che il 18 dicembre vi stupirà con una puntata dal sapore natalizio piena di sorprese e tanti ospiti.
Ma chi sono veramente i Bombi e come è nata questa trasmissione? A rispondere a queste domande sono proprio i tre protagonisti.

Come nasce il programma radiofonico “I Bombi Inconsapevoli”?

Maddalena Lubini. Nadia PastorcichMaddalena: I Bombi nascono tre stagioni fa. All’inizio è stato un esperimento: era da tempo che volevo portare in Rai la satira fatta in una certa maniera e realizzare un programma fatto tutto dal vivo. La capo struttura di allora, Paola Spinelli, aveva accolto questa mia idea e siamo partiti, anche se a mezzo regime: un programma nuovo è sempre un’incognita.

Flavio (ironico): in realtà, all’inizio, lei voleva farlo con due professionisti bravi, però non le è stato concesso e allora ha scelto noi…

Maddalena: E quindi siamo partiti con un’idea un po’ mediata e dopodiché, come succede anche in teatro, la miglior recita in una tournée non è mai la prima, ma l’ultima: strada facendo uno aggiusta le cose che non vanno e passo dopo passo, si migliora; così è stato anche un po’ con i Bombi. Ma l’importante era proprio partire e riuscire un po’ a scardinare certi meccanismi molto istituzionali, e portare una ventata diversa: riuscire a dire delle cose che magari in trasmissioni tradizionali non puoi dire, come attaccare la politica, denunciare tutta una serie di cose che si leggono sui giornali, con una modalità forse un po’ differente da quella che può essere la satira normale che c’è nelle trasmissioni tipo “Il ruggito del coniglio” o “Un giorno da pecora”. Nei programmi dove c’è Crozza o la Littizzetto, la satira è il personaggio stesso; nel nostro caso abbiamo avuto un inizio in sordina e poi, finalmente, sono riuscita a far entrare con me alla conduzione anche Flavio e Max.

Ma li conoscevi già?

Maddalena: Sì. Come ho detto la partenza è stata un po’ difficile. Abbiamo iniziato con i “Papu” in conduzione con me, mentre Flavio e Maxino facevano gli inviati speciali – i “vagaBombi”– che andavano a mettere delle microspie ad esempio da Napolitano, a casa di Berlusconi, e così via. Creavano dei piccoli sketch ed erano ogni volta in collegamento telefonico con me; erano le mie spie, andavano a fare queste incursioni e Flavio faceva le voci di vari personaggi a seconda di quello che accadeva durante la settimana – ad esempio, quando è stato eletto il nuovo Pontefice, lui ha preparato in pochissimo tempo l’imitazione di Papa Francesco.
Dopo i sei mesi iniziali, i Papu ci hanno lasciati per impegni teatrali e io sono riuscita a far entrare Flavio e Maxino con me in studio. Abbiamo fatto alcuni aggiustamenti e siamo diventati i “Bombi”, come tutti ci conoscono adesso. La conduzione non è quella del One Man Show: da noi le cose sono diverse: io cerco di fare la parte istituzionale, che poi è il mio background, quello da giornalista; mentre Flavio mi gioca intorno con tutta una serie di battute, interventi scherzosi, e dopo viene fuori la parte “spettacolo” con gli sketch, le canzoni di Maxino, le cose che lui inventa al momento. C’è poi l’ospite che gioca con noi, in maniera più o meno efficace, a seconda della sua timidezza, della sua disponibilità…

Ma voi fate sempre le prove?

Maddalena: No, mai. La forza e la follia di questa trasmissione stanno proprio nel fatto che in realtà noi non facciamo prove, ma chattiamo su Facebook, e sulla chat ci scambiamo le idee…

Maxino: Facciamo una scaletta di massima…Maxino. Nadia Pastorcich

Flavio: Quando c’è da preparare una scenetta, qualcosa preparo io, qualcosa prepara Maddalena, e qualcosa Maxino. È un lavoro di squadra.

Maddalena: Sì, senza questo forte lavoro di squadra, non sarebbe possibile realizzarla, perché è una trasmissione sicuramente complicata da costruire. A livello nazionale probabilmente una cosa analoga la fa Fiorello, ma lui ha un’equipe di trenta persone alle spalle; solo in regia credo ci siano fisse quattro-cinque persone durante la diretta….

Flavio: Sì, poi lui ha i suoi autori, porta con sé sempre tre-quattro autori, come un po’ tutti insomma, anche Crozza. Noi, invece, cerchiamo di arrangiarci.

Maddalena: Noi ci arrangiamo, e credo che questa nostra immediatezza traspaia: il fatto che la cosa venga cotta e mangiata nel momento in cui la stiamo cucinando, penso emerga.

Flavio (ironico): Comunque, prima o poi, uscirà fuori questa cosa: che io rubo tutti i testi da un sito, che ho trovato, ma per adesso cerchiamo di non farlo passare.

Maddalena: La cosa bella è che abbiamo una griglia di massima: ci sono gli sketch, c’è l’ospite, che come ho già detto interagisce con noi in modo più o meno efficace – devo dire che ultimamente abbiamo avuto ospiti bravissimi – e poi come in tutte le cose ci vuole un po’ l’occhio e dopo tre anni di trasmissione abbiamo capito che avere l’ospite cantante, musicista, aiuta molto soprattutto dovendo fare tutto al momento, come facciamo noi. L’ospite così diventa il nostro complice e anche il nostro pubblico, e siccome, economicamente parlando, non abbiamo molti mezzi, si crea una sorta di “giochino” dove l’ospite deve fare il doppio ruolo: ospite-pubblico – siccome è un personaggio pubblico, ecco che c’è questo gioco di parole.
Nel corso di questi tre anni, il format è stato via via perfezionato, quindi possiamo dire che ci sono i tre “smandrappati”, che sono i Bombi, poi c’è l’ospite, che fa il pubblico, che gioca con noi, che si esibisce con noi. La condizione di questo programma è che tutti devono mettersi in gioco: sia l’ospite che noi.

Flavio: E poi, ogni tanto, c’è la puntata con il pubblico in studio, senza l’ospite.

Maddalena: A quel punto, è il pubblico che diventa l’ospite…

Maxino: E la cosa diventa quasi teatrale…

Maddalena: Quindi tutto viene fatto lì al momento, recitato, cantato, improvvisato. Se c’è qualche notizia interessante durante la settimana, noi la parodiamo. Ad esempio, se Renzi andasse dalla Serracchiani cosa potrebbe succedere? Noi potremmo immaginare che la spii dal buco della serratura, e ricamarci sopra. In poche parole io e Flavio giochiamo con le varie notizie e Maxino ci interrompe improvvisamente con la sua musica: il suo ruolo è anche quello di musicista, cantante, autore, ma anche quello di…

Maxino: Imbecille…(ride)

Flavio (ironico): Tante volte, basta dire una sola parola…

Maddalena: A Maxino dico sempre di entrare dritto nella trasmissione, di interromperci quando gli viene in mente qualche idea simpatica.

Maxino, le canzoni che inventi in quanto tempo le scrivi?

Maxino: Cinque minuti, più o meno la durata dell’ultimo sketch prima della canzone.

Flavio Furian. Nadia PastorcichFlavio (ironico): In realtà lui ha un altro sito che si chiama “le-belle-canzoni-preparate”.

Maddalena: La nostra scaletta ha un minimo di griglia per permettere a Maxino – che è in diretta con noi fino alla fine – di preparare la canzone usando le parole che raccoglie dai suggerimenti che gli arrivano sulla sua pagina Facebook. Lui in cinque minuti – fra l’intervento dell’ospite e lo sketch dei gemellini, che dura quattro minuti – crea il testo e la musica la compone lì, al momento.

Maxino: Quando si sa che la metrica è abbastanza quadrata, si può improvvisare un po’, ed è quello che faccio.

Ognuno di voi si descriva e descriva anche gli altri due.

Maxino (ironico): Io sono il migliore e loro un po’ meno.

Flavio: Io sono la più bella, perché in ogni gruppo c’è sempre bisogno di quella sexy e a me disegnano così. Quindi mi tengo questo ruolo.

Maddalena: Sì, lui, è una bella rossa, anzi un’ex bella rossa.

E Maddalena e Maxino come li descrivi?

Flavio: I più brutti, anche d’animo…i peggiori. No, no, a parte gli scherzi… però, pensandoci meglio, secondo me, andava bene questa risposta…

Maddalena: Sì, secondo me era perfetta, anche qua scardinava dagli schemi.

Flavio: No, a parte gli scherzi, è bello perché tra di noi c’è un naturale rispetto di ruoli. Siamo tutti bravi a mantenere i nostri ruoli per poi unirli nel momento giusto. Sappiamo che ciascuno di noi ha delle doti, e tutto funziona bene perché non ci sono invidie o cose del genere, ma un grande rispetto.
Maddalena è necessaria, perché le cose funzionino in un certo modo; lei tiene il timone e ci porta dove vuole lei, dove c’è bisogno di noi in quel momento.

Maxino: È come una maestra della scuola materna: noi vogliamo andare da una parte e lei ci fa andare dall’altra – in triestino, forse, rende meglio: “Noi volemo andar de qua e ela la ne disi: no, no voi andè de là”

Maddalena: Sì, la maestrina…

Flavio (ironico): Però, quando si superano i quindici anni, non si chiamano più bambini, ma “deficienti”. Lei deve gestire due “deficienti” e lo fa con classe.

Maxino: Ogni tanto, però, la portiamo dalla nostra parte…

Maddalena: Ma noi ci vogliamo molto bene, e oltre al rispetto c’è una grande stima per le professionalità di ognuno. Sicuramente il collante che determina questo feeling, che poi credo venga fuori durante la diretta, è proprio il fatto che ci vogliamo molto bene.

Maddalena, come ti descrivi?

Maddalena: “Mi son la mamina”, sono la mamma di tutti e non riesco ad uscire dal mio ruolo che è insito nella mia natura. Sono la bomba regina e rappresento non tanto la regina, quanto la casetta, il caminetto; sono la mamma che ha due bambini da accudire.

Maxino (ironico): E noi nel caminetto ci mettiamo la benzina…

E tu Maxino, come ti descrivi?

Maxino: Io, come mi descrivo? È difficilissimo! Pensavo che andasse bene la risposta di prima, quella veloce…

Maddalena: Che te son “sempio”, imbecille?

Maxino: Sì, quella là. All’interno dei Bombi vengono fuori le mie due caratteristiche principali, ovvero…

Flavio: Quella poetica…

Maxino: Sì, che non traspare direttamente nei miei testi, ma in alcuni c’è, e in più quella da imbecille, quando facciamo le canzoncine. Perciò mi trovo bene in questo contesto, perché c’è un equilibrio tra idiozia e sentimento. Mi sento proprio a casa.

Maddalena: Sì, il bello è proprio il fatto di sentirsi a casa, nel nostro alveare, al di là che io sono la mamma e loro i due fratellini che vanno d’accordo.

Flavio: Sì, una specie di casa, anche dal punto di vista dell’accoglienza: tendiamo ad essere così con tutti quelli che lavorano con noi: i tecnici, il regista…

Anna De Giovanni.NadiaPastorcichMaddalena: E loro lo sentono…

Flavio: Le persone che vengono da noi in studio, cerchiamo di farle sentire come se fossero a casa.

Maddalena: Ed è quello che….

Viene apprezzato…

Maddalena: Sì, alla fine delle trasmissioni, tutti, dall’ospite al tecnico, ci dicono di essere stati bene. La nostra è una trasmissione problematica da gestire soprattutto per il tecnico: è da solo, ha ventimila microfoni da controllare, i livelli, il tipo di riverbero, perché i gemellini ne hanno un certo tipo, il canto ne deve avere un altro, lo studio deve essere secco. Recentemente abbiamo avuto ospite un trio classico e allora anche lì ci sono altri problemi da gestire…

Flavio: Tantissimo lavoro…

Maddalena: Per una persona sola, dal punto di vista tecnico, sì. Poi ci siamo noi, con i nostri interventi immediati, che complichiamo ancora di più la situazione, ma l’immediatezza è la nostra più profonda peculiarità. Il programma è fatto a nostra immagine.

Flavio: Quando noi facciamo le trasmissioni, non abbiamo il senso del palco, di stare sopra, e nemmeno il senso della parete che ci divide. Noi lo spettacolo in quel modo là non lo sappiamo fare: abbiamo l’esigenza di essere a contatto col pavimento. È questo l’unico modo che conosciamo.

Maddalena: Non ci sono veli, non ci sono maschere: questi sono i Bombi. Spesso, quando uno fa questo mestiere, si maschera dietro alle imitazioni o il musicista dietro la sua tastiera, o il conduttore/giornalista con un aplomb, una maschera istituzionale. Nel nostro caso viene fuori quello che noi realmente siamo: la nostra umanità viene fuori, probabilmente perché c’è una certa sintonia tra noi e non c’è bisogno di fingere.

Maxino: Poi c’è questa sorta di diversità, ma anche complementarità: ognuno di noi è un 50%, ed essendo in tre c’è una sovrapposizione in alcune cose, quindi ci troviamo stretti in un 100%, dove di conseguenza ci troviamo a scrivere insieme le battute, a scherzare. Tutto ciò non starebbe in piedi se mancasse uno di noi.

Flavio: Quindi da ognuno di noi arrivano degli input. Mi ricordo una cosa molto strana: una volta Maddalena aveva scritto delle risposte…

Maddalena: Sì, eravamo in un ritardo mostruoso, tremendo. Avevamo la diretta da Palazzo Gopcevich, durante la mostra “Che storia, la Rai!”, e quella mattina dovevo correre al Museo per risolvere tutta una serie di cose: moduli da compilare, parte tecnica da controllare. La trasmissione era con il pubblico, quindi bisognava fare mille cose in gran velocità. Non c’era molto tempo e dovevo scrivere ancora il commento ad una delle notizie della settimana sull’ennesimo scontro a livello politico sui progetti di riutilizzo del Porto Vecchio. La storia del Porto Vecchio ormai va avanti da anni; abbiamo uno spazio straordinario, altrove ci avrebbero già realizzato che ne so…Hollywood, invece qui siamo nell’immobilità più assoluta. Così abbiamo deciso di fare una parodia sul fatto che la ricchezza di una città, incomprensibilmente, diventa un problema e per risolverlo, non ci resta che mettere all’asta il Porto Vecchio, il Porto Nuovo, la piattaforma logistica, l’Ursus che è “la nostra Tour Eiffel”, i fondali davanti al Molo VII. Io facevo una sorta di Vanna Marchi, mentre Flavio imitava Bandelli e interpretava il vecio triestin nostalgico del periodo asburgico. Insomma, l’argomento era davvero consistente e ognuno di noi scriveva la propria parte senza sapere quella dell’altro. Alla fine, inspiegabilmente, le due parti si legavano insieme perfettamente. È stata una cosa pazzesca. Tra di noi c’è proprio un’alchimia, non saprei come altro definirla.

Chi è il più matto tra voi tre?

Flavio: Io sono diversamente matto…

Maddalena: Flavio e Maxino sono in realtà delle persone normalissime, non sono assolutamente matti, sono molto basici e di una tranquillità incredibile. Sono proprio due padri di famiglia. La più matta sono io, magari suona strano, ma è così.

Cosa mi dite della puntata natalizia che andrà in onda il 18 dicembre alle ore 13.25?

Maxino: È un esperimento…

Maddalena: “The Bombi’s Christmas”, questa puntata dedicata al Natale, sarà un esperimento: ci saranno meno gag e meno parodie, ma più ospiti; tanti amici verranno a trovare i Bombi per festeggiare con loro il Natale, perché il nostro alveare è aperto a tutti. Con noi ci saranno tanti artisti: Dennis Fantina, Les Babettes, il rapper Dino Bronzi (figlio del cabarettista Luciano Bronzi), il duo flauto e chitarra (Tommaso Bisjak e Sergio Giangaspero), la cantante Elisa Bombacigno, il tenore Andrea Binetti.
Giorni fa, in vista della puntata natalizia, Ivo Tull (voce e chitarra), Cristian Cociancich (percussioni) e Peter Rustja (ukulele) si sono ritrovati per una prova. Loro fanno parte dell’Orchestra Suonerai: nome ironico e volutamente ridondante, nel senso che non è una vera e propria orchestra, ma una band che ha voglia di crescere per diventare un domani una vera e propria orchestra mista composta dai colleghi della Rai FVG che amano suonare.

Che cosa significa per voi fare radio?

Maxino: È una cosa strana: sembra una via di mezzo tra uno spettacolo e il parlare da soli. In qualche momento, se pensi a tutte le persone che ti stanno ascoltando, ti prende l’angoscia, ma quando ci troviamo davanti al microfono ce la raccontiamo tra di noi, e ci sembra di essere a casa.

Flavio: La radio ti dà molte opportunità, perché puoi veramente giocare tantissimo di fantasia; puoi essere ovunque e la percezione è reale…

Maddalena: Come dice Flavio, la cosa bella è proprio quella di giocare con la fantasia: qualche giovedì fa ero completamente senza voce, e se fossi stata in una trasmissione televisiva, non avrebbe funzionato, ma l’aver avuto questo problema di voce, ha fatto sì che ho dovuto ingegnarmi in qualche modo: per lo sketch dei gemellini ho fatto finta che la sorellina fosse stata operata e il fratellino si è ritrovato a fare i conti con il concetto di malattia…

Maxino (ironico): Siccome dopo quaranta puntate stiamo esaurendo gli argomenti, ogni appiglio va bene…

Maddalena: Quando lavori in radio hai soltanto la voce, quindi, quando questa viene a mancare o fa cilecca, bisogna giocare su questo problema, e inventare una situazione come te la immagini in quel momento. La radio ti permette proprio di lavorare di immaginazione e di fantasia; è un mezzo straordinario.

Maxino: Comunque, prima di fare radio, non pensavo che per preparare un’ora di trasmissione ci volesse tanto lavoro.

Maddalena: Sì tanto, tanto. La trasmissione dura un’ora e gli sketch hanno una durata di tre-quattro minuti e quindi riempirne sessanta è molto complicato.

Maxino e Flavio, voi fate solo questo come mestiere o anche qualcos’altro?

Maxino: Questa è la seconda domanda più comune che mi fanno. Sì, sì praticamente faccio solo musica: ho uno studio a casa mia, registro canzoni, faccio arrangiamenti; ultimamente mi hanno chiesto di scrivere canzoni come autore. In più, oltre alle serate, si è affiancata adesso anche la radio.

Quindi nasci come musicista?

Maxino: Sì come musicista serio e poi, ad un certo punto, ho preso la deriva…

Flavio (ironico): Tornando alla domanda precedente, di solito ce la pongono diversamente: “Tu che lavoro fai?”, e alla risposta faccio il comico dicono: “Sì, ok, ma come lavoro?”
In questo momento, in cui ogni lavoro è precario, fare il comico, o magari un altro mestiere, è identico, non cambia nulla.

Maxino: Ciò, era preoccupante il primo-secondo anno. Ora vedo che l’agenda della settimana è piena, poi la Dennis Fantina. NadiaPastorcichsettimana dopo circa, quella dopo niente. Questa situazione, una volta, mi creava angoscia, mentre adesso so che è un’onda che si sposta, e finché dura cerco di sfruttarla.

Flavio: Comunque nella vita bisogna essere sempre pronti al cambiamento…

Maxino: Sì, essendo padre di famiglia, se le cose non dovessero andar bene, non mi incaponirò per forza a fare l’artista.

Maddalena: Flavio faceva anche un altro mestiere, prima di dedicarsi anima e corpo alle imitazioni…

Flavio: Sì, sì, il commerciante alimentare.

Maddalena (ironica): Tagliava il salame e faceva le imitazioni…

Flavio: Questa è un po’ una leggenda….

Maxino, cosa mi dici del tuo nuovo CD?

Maxino: Si chiama “Dante, Ulisse e Darth Fener”, un trio un po’ particolare, un’avventura psicotica.

Come mai questo titolo?

Maxino: Non, lo so (ride). Avevo in mente alcune storie con questi tre personaggi, ma non potevo fare tre cd e quindi li ho messi tutti assieme nella stessa storia.
Ora faccio questo tentativo attraverso il sito www.kisskissbankbank.com, che funziona al contrario: una volta dovevi stimare le vendite, fare le stampe, cercare di vendere il cd, adesso scrivi su questo sito quanti soldi ti servono per realizzare il tuo album e spieghi cosa hai intenzione di fare. La gente può decidere di finanziarti ed in cambio riceve dei piccoli premi, in base all’offerta che arriva da ciascuno. Con questo sistema uno può sapere se il suo progetto piace o meno, e quindi se non ottiene il finanziamento non perde nulla. È una specie di pre-produzione. In America si fanno, a volte, anche i film con questo sistema.

Maddalena: È una cosa bellissima, popolare, ma da noi sembra pura fantascienza…

Maxino: Se ricevi più della quota prestabilita, migliori il package, tutto…

Flavio (ironico): Se supera una certa cifra, lui diventa bionda con gli occhi chiari…

Maddalena: “bionda”, ma sempre con la barba, e così Maxino diventa più famoso di…

Flavio: La risposta italiana di….

Maddalena: Conchita Wurst!

Le canzoni sono in triestino o in italiano?

Maxino: Qualcuna sarà in triestino e le altre in italiano. Mi sto aprendo un po’ al mercato nazionale, anche perché all’interno c’è la canzone de “Les Babettes”, quella che ho fatto con gli “Spritz For Five” – entrambe in italiano. Il tutto comunque in un contesto in cui il personaggio parla in triestino, ma trova altri che parlano in italiano.

Maddalena: Sempre con l’idea di concept album, perché c’è una storia all’interno, c’è un personaggio. Tu sarai l’eroe anche questa volta?

Maxino: Sì, una specie….

Flavio: Negli anni ’70 si usava tantissimo il concept album….

Maddalena: Sì, basta pensare all’album “Sono solo canzonette” di Bennato. Il concept album è questo: c’è una storia all’interno, e le canzoni sono in qualche maniera legate fra di loro.

Se volete sostenere Maxino nel suo progetto ecco il link che vi consentirà di farlo qui.

Ringrazio i Bombi Inconsapevoli per la divertentissima chiacchierata.

Nadia Pastorcich © centoParole Magazine – riproduzione riservata

1 commento su “Bombi Inconsapevoli: i tre “smandrappati””

  1. L’avvento negli anni ’70 delle radio private ha portato, nel settore radiofonico, una ventata innovativa. La spontaneità e l’immediatezza, l’improvvisazione, hanno preso da allora il posto in varie trasmissioni, che prima richiedevano il rispetto di una scaletta predefinita e della quale era obbligo rspettare i termini. La spontaneità, le telefonate con gli ascoltatori, le dirette fatte a braccio, hanno vivacizzato da allora l’etere, rendendolo più immediato e frizzante. Così anche la “vecchia” RAI (molto anche grazie a Fiorello) ha avuto dei nuovi spunti, si è ringiovanita ed è diventata meno “canonica”, ritrovando come nuova vita.
    Questi ragazzi triestini, pieni di un irrefrenabile entusiasmo, hanno attuato, in sede regionale per il FVG. quello che era già diffuso in area nazionale, ma mettendocii del loro. L’atmosfera spensierata si evince dalla stessa intervista da loro rilasciata a Nadia, che sembra essa stessa una vera trasmissione radiofonica. Quello che si evidenzia in essa è il “morbin”, lo sprizzare vivacità da ogni poro dei protagonisti, che hanno la carica giusta per offrire sempre il meglio di se stessi per il divertimento degli ascoltatori.
    Sinceri auguri a loro, i Bombi!

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