Barbie: a Milano, la bambola-icona fra arte contemporanea, foto istantanee e scultura.
La Barbie. Basta una semplice parola per riportare alla mente i ricordi colorati dell’infanzia: tutti conoscono l’incredibile bambola con cui si è fatto shopping tra scarpe, borse e accessori, con cui si è viaggiato con la fantasia e con cui si è sognato assieme l’affascinante Ken.
Lei, sempre bella, glamour e sorridente, arriva a Milano, dove è protagonista dall’8 maggio al 20 giugno presso il ‘Barbara Frigerio Contemporary Art’, della mostra “Barbie around the World”.
L’esposizione inaugurata la settimana scorsa presenta il progetto fotografico curato da Maria Giovanna Callea e realizzato da Enrico Pescantini: la celebre coppia del mondo dei giocattoli è raffigurata in un reportage del loro viaggio attraverso luoghi caldi, esotici, conosciuti o meno ma sempre straordinari.
A Milano incontriamo i curatori della mostra, gli artisti invitati e i loro ospiti.
Chi sono stati gli organizzatori dell’esposizione?
“La mostra fotografica nasce dalla collaborazione con Barbara Frigerio e Giancarlo Pagliara della ‘Barbara Frigerio Contemporary Art’, arricchita dal contributo di Mario Paglino e Gianni Grossi, da Paolo Schmidlin e da Maurizio Galimberti, il quale farà un ritratto live alla modella Arianna Grimoldi.”
Quali sono i contenuti esposti in questo progetto fotografico?
“Il progetto segue un’idea realizzata lo scorso anno: volevamo usare due personaggi che rispecchiassero noi e la nostra storia, la quale veniva vissuta tra Milano ed Israele: abbiamo scelto così Ken e Barbie, protagonisti degli scatti fotografici. L’ambientazione successiva è stata Cuba, dove si è voluto ricreare un’atmosfera anni Sessanta.”
L’evento fa parte di un percorso già programmato?
“L’anno scorso era stata fatta una mostra intitolata “Barbie loves Israel”, e quest’anno, per questo evento, sono state proposte le foto di entrambi i viaggi.”
La Barbie è un emblema della Pop Art: come può tale bambola, all’interno di tale corrente artistica, rapportarsi al pubblico?
“La Barbie è l’icona ‘Pop’ per eccellenza: non solo ci accompagna nella nostra vita, ma allo stesso tempo ha seguito l’evoluzione della società. Negli anni Cinquanta la bambola era più formosa, in seguito è andata modellandosi su diversi canoni di bellezza, senza perdere però quella nota vanitosa e pop, fatta di accessori fashion e colorati.”
Proseguendo, la mostra porta “in vetrina” tre bambole dei designer della Mattel, Mario Paglino e Gianni Grossi, in arte Magia 2000, i quali fondono moda e cultura.
Nel contesto dell’evento Diana Vachier (‘American Pop Art‘ Inc. ) e Alberto Panizzoli espongono l’opera “Barbie 1997″, serigrafia da un dipinto a olio di 78 x 63 centimetri che fa parte degli ‘Uniques’ di Steve Kaufman, noto artista statunitense che aveva fatto parte della ‘Factory’ di Andy Warhol e che si era poi sviluppato artisticamente in maniera completa e innovativa nel suo laboratorio di Los Angeles (a fianco della sua produzione artistica, Kaufman, con la fondazione benefica ‘Give Kids a Break’, era stato e continua nel suo lascito a essere molto vicino ai meno fortunati.
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Cosa rappresentano le Barbie esposte?
“Le tre Barbie sono pezzi unici che rendono omaggio alla cultura cubana e rimandano agli ‘Orixas’, divinità mistiche della cultura latino-americana impersonanti i protettori: a seguito di ricerche accurate abbiamo scelto i tre che rappresentassero noi e la Barbie.
Questo risultato ci ha ispirato nel disegno degli abiti delle bambole: sono state impiegate duecento ore di lavoro di ricamo, le cui stoffe artigianali sono state impreziosite con inserti Swarovski.”
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Come mai è stato scelto questo tipo di rappresentazione?
“Si è voluta omaggiare la cultura tribale attraverso l’ ispirazione dei luoghi suggeriti dal progetto fotografico: gli Orixas cubani sono come la nostra percezione dei santi.”
Come si manifesta la Barbie al pubblico attraverso la Pop Art?
“La Barbie rappresenta la cultura moderna e Pop: mantenendo sempre la sua altezza di ventinove centimetri e mezzo è stata modellata sulle dive anni Cinquanta nella forma e nella struttura: con il trascorrere degli anni è stata adattata a seconda della bellezza e del momento. Il solo nome di ‘Barbie’ apre una porta piena di ricordi.
Tra le bambole esposte, la scultura del collezionista Paolo Schmidlin e la sua preziosa collezione di Barbie d’epoca volge lo sguardo alle origini.
Dagli anni Sessanta Barbie attraverso il tempo e conquista il trono della cultura Pop, ove Steve Kaufman la rappresenta come emblema della Pop Art con colori frizzanti e vivaci.”
L’inaugurazione infine, ha raggiunto il suo momento culminante con il celeberrimo fotografo Maurizio Galimberti, il quale, con la partecipazione della modella Arianna Grimoldi, ha dato la possibilità ai presenti di assistere ad un photoshooting eccezionale.
L’Instant Artist si è infatti cimentato in uno dei suoi rinomati mosaici fotografici, realizzato con l’utilizzo di polaroid che, una volta disposte accuratamente, hanno cominciato lentamente a dare vita, forma e colore ad un’opera finale memorabile, encomio alla bambola più amata di sempre.
Letizia Bevilacqua © centoParole Magazine – riproduzione riservata
Barbara Frigerio Contemporary Art – Via dell’Orso 12, Milano
(American Pop Art Inc e, su altri eventi aventi ospiti le opere di Steve Kaufman in Italia)
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