ANIMA(L)RAVE. Un evento etico e d’avanguardia a villa Manin

In occasione dell’inaugurazione del restauro dell’area espositiva della barchessa di Levante della storica villa Manin, gioiello architettonico incastonato nella pianura friulana, verrà inaugurato il 4 febbraio 2018 un evento culturale promosso da RAVE East Village Artist Residency: ANIMA(L)RAVE (4 febbraio – 11 marzo 2018). La mostra, curata da Daniele Capra, Isabella e Tiziana Pers, vede la collaborazione e il supporto dell’ERPAC, della regione Friuli Venezia Giulia, di MUSIZ Foundation, Trieste Contemporanea – Dialoghi con l’Arte dell’Europa Centro Orientale, Gallinea in Fabula, OIPA Udine, ALL/Associazione Laureati in Lingue dell’Università degli Studi di Udine, Creaa – Innovazione Creativa e Vulcano Unità di produzione Contemporanea.

Innanzi tutto, chi è il soggetto promotore? RAVE è un progetto artistico, ideato da Isabella e Tiziana Pers e Giovanni Marta, con lo scopo di sensibilizzare, tramite le potenzialità dei mezzi espressivi e tecnico-materiali dell’arte contemporanea, sul rapporto tra l’uomo e gli animali (o, più precisamente, tra animali umani e non umani) e la necessità di costruire un nuovo modello etico di natura biocentrica. Tramite una prospettiva multidisciplinare (in cui, durante gli incontri e le iniziative promossi, si sostiene il dialogo tra artisti, architetti, filosofi, critici, attivisti e poeti), si lavora alla promozione di un pensiero antispecista. Presso la loro sede, situata nella campagna friulana, trovano rifugio gli animali sottratti dai meccanismi dell’industria alimentare e dello sfruttamento animale indiscriminato, a favore di una loro vita più naturale ed etica; ogni anno, inoltre, il progetto accoglie presso la sua sede un artista del panorama internazionale affinchè possa lavorare in rapporto dialettico con la natura e il territorio, gli animali e le tematiche promosse da RAVE.

L’evento friulano è costituito dall’esposizione al pubblico delle opere di Regina José Galindo, Igor Grubić, Ivan Moudov, Adrian Paci, Diego Perrone e Tomás Saraceno, realizzate durante la loro permanenza in regione. I loro lavori, per lo più elaborati video e performance sensoriali, intendono stimolare nel visitatore una riflessione sul rapporto tra l’uomo e gli animali, la sensazione di vuoto che si crea nei luoghi in cui la vita degli animali viene spenta, le distorsioni che si celano dietro il mondo dello sfruttamento animale e la necessità di porsi in una nuova prospettiva, sia verso gli animali che verso il mondo in generale, più genuina e autentica.

La oveja negra, opera video che documenta la performance di Regina José Galindo, non è solo un “monumento vivente” alla pecora nera ma anche un omaggio al pensiero, o alla sua necessità, dell’intellettuale e dell’artista dissidente. Questo progetto è stato trasmesso in diretta streaming anche al Museo MACRO Testaccio, ex sede del mattatoio romano.

Do animals…? è invece il progetto di Igor Grubić in cui l’analisi condotta nell’ex mattatoio di Gorizia (ora sede della Biolab), tramite una sequenza di video girati prima e durante la riconversione degli spazi in collaborazione con il Quartiere Intelligente e l’intervista all’attivista per i diritti degli animali Ivan Tavazzi, ci porta a un confronto psicologico con il luogo dell’assenza (il mattatoio, appunto) e i meccanismi di sfruttamento del mondo animale. Elemento, per così dire, di disturbo, è la presenza della cagna Bjork, unico animale che è entrato e uscito vivo da questi ambienti.

Stones è il video che testimonia la performance di Ivan Moudov installata presso il cortile di Casa Cavazzini, sede della Galleria di Arte Moderna di Udine. Scopo dell’artista è invitare lo spettatore a non dare per scontato il mondo che lo circonda e stimolarlo a rapportarsi con esso anche secondo differenti punti di vista.

Il video di Adrian Paci, Inside the Circle, vede come soggetto il confronto tra il mondo animale e quello umano (nella sua forma più primordiale e fragile, quale appunto è la nudità). Questa performance è dunque la testimonianza di come sia possibile creare una relazione tra l’uomo e l’animale tramite la semplicità (e la sincerità) di un codice linguistico arcaico costituito dai gesti, dai movimenti e dai suoni dei propri corpi; il video ha visto la partecipazione di Tiziana Pers e del cavallo Tor De Chirincito, da lei salvato nell’estate 2009.

In Piedi, Diego Perrone propone, tramite il contributo di alcuni bambini che hanno partecipato al suo progetto, l’esaltazione del valore della genuinità e dell’intimità del gesto artistico del bambino; il gioco, la fantasia e la sperimentazione artistica vengono quindi a coincidere. Si esalta quindi il processo del lavoro artistico, inteso come progressione naturale di momenti ed evoluzione naturale delle forme.

Infine, le opere che costituiscono il lavoro di Tomás Saraceno, Expanse NGC by a Tegenaria domestica (ovverosia composizioni create raccogliendo le ragnatele tessute dal ragno della specie Tegenaria domestica nel sottotetto di villa Manin), vogliono esaltare la meraviglia della Natura che è stata capace di creare non solo materiali eccezionali e preziosi, ma anche animali che sono capaci, in maniera innata, di unire conoscenze geometriche, tecniche costruttive e comportamento e strategia di sopravvivenza.

Si invita quindi chi legge a visitare l’evento di villa Manin, per poter conoscere aspetti forse insoliti e originali, ma validi e necessari nell’ottica di un mondo plurale ed eticamente evoluto, inerenti il rapporto dell’uomo (che è anch’esso animale) e coloro che siamo soliti definire, in maniera generica, ‘animali’.

Marco Rago © centoParole Magazine

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