“La pop art è un modo di amare le cose” dichiarava Warhol all’apice della sua notorietà.
Andrew Warhola, meglio noto con il nome di Andy Warhol, nasce a Pittsburgh (Pennsylvania) il 6 agosto 1928 da genitori slovacchi di etnia Rutena. Tra il 1945 e il 1949 studia al Carnegie Institute of Technology della sua città per poi trasferirsi a New York dove lavora come grafico pubblicitario presso alcune riviste quali : “Vogue”, “Harper’s Bazar” e “Glamour”. Intorno agli anni ’60 Warhol realizza alcuni dipinti rifacendosi ai Comics e a diverse immagini pubblicitarie. Soggetti ricorrenti dei suoi primi lavori sono Dick Tracy, Popeye, Superman e le prime bottiglie di Coca Cola.
E’ stata inaugurata il 5 Luglio la mostra a lui dedicata, l’esposizione si può visitare nello spazio espositivo del Molo IV e racchiude alcune tra le più famose opere realizzate dal “Padre” del consumismo e della pubblicità. Warhol viene qui presentato attraverso tutti i periodi qualificanti della sua arte, raccolti nella straordinaria collezione della New Factory Art.
Percorrendo il sentiero narrativo proposto dagli organizzatori della mostra ci si imbatte in alcune delle sue opere più celebri: Dalle riproduzioni della Campbell’s Soup e quella del Brillo soap pads, fino ad arrivare alle conosciutissime serigrafie che ritraggono il volto della celebre Marilyn Monroe.
“Ai primi d’agosto del 1962 cominciai con le serigrafie. Volevo qualcosa di più forte, che comunicasse meglio l’effetto di un prodotto seriale. Con la serigrafia si prende una foto, la si sviluppa, la si trasferisce sulla seta mediante colla e poi la si inchiostra, cosicché i colori penetrano attraverso la trama salvo che nei punti dove c’è la colla. Ciò permette di ottenere più volte la stessa immagine, ma sempre con lievi differenze. Tutto così semplice, rapido, casuale: ero eccitatissimo. Poi Marilyn morì quello stesso mese, e mi venne l’idea di trarre delle serigrafie da quel suo bel viso, le mie prime Marilyn.”
Così Warhol descrive il suo nuovo e unico “ Pop Art style”.
Forse il segreto di un successo così prorompente come quello ottenuto dalla Pop Art è proprio il fatto di riuscire ad estrapolare un immagine o un’idea dal suo usuale contesto, isolarla, e associarla a nuovi elementi. Una peculiarità di questo nuovo modo di guardare alla produzione artistica è proprio quella di concentrare il suo sguardo sulla realtà popolare prendendo spunto da immagini contenute all’interno di riviste, programmi televisivi, e fumetti facilmente reperibili nella vita di tutti i giorni.
Warhol con il suo uso di icone, celebrità, e personaggi dei cartoni riesce a conquistare di colpo il panorama artistico. La sua arte può essere definita Funky, fresca e divertente. Il celebre artista e la sua Pop Art sembrano arrivare dritti al punto con colori così accesi da far girare la testa a chi li osserva.
“Quel che c’è di veramente grande in questo paese è che l’America ha dato il via al costume per cui il consumatore più ricco compra essenzialmente le stesse cose del più povero. Mentre guardi alla televisione la pubblicità della Coca-Cola, sai che anche il Presidente beve Coca-Cola, Liz Taylor beve Coca-Cola, e anche tu puoi berla.”
Possiamo quindi dire che questo tipo di rappresentazione artistica incarni perfettamente il concetto di “mercificazione” con cui l’uomo si trova a convivere. Senza alcun intento polemico, se non quello di rappresentare visivamente cio’ che la cultura di massa aveva reso popolare ed ugualmente accessibile a ricchi e gente comune. La Pop Art facilmente riconoscibile per le sue linee pulite e la rappresentazione di persone, oggetti e simboli riesce quindi in approccio più intimo con il mondo della cultura di massa e del consumismo a differenza dei precedenti movimenti artistici.
L’esposizione Triestina offre al visitatore oltre 100 opere dell’artista Statunitense. Accanto alle icone del divismo americano, compaiono anche alcune importanti riflessioni legate al tema della morte come la sedia elettrica. Nella mostra vi è anche una realizzazione del fotografo Marino Sterle dedicata al collezionista Triestino Leo Castelli scopritore del fenomeno artistico “pop”. All’interno di questo percorso artistico si celano lavori meno chiacchierati ma ugualmente importanti come il “Book of my Garden”, i “Cats”, il “Washington Monument Unique Print 1974”.
La mostra è visitabile dal 5 luglio al 21 settembre, il lunedì dalle 15:00 alle 20:00 e dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 20:00. Come aveva giustamente anticipato Warhol “ nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per 15 minuti” ma forse nel suo caso durerà un po’ di più.
Valeria Morterra © centoParole Magazine – riproduzione riservata