Alla luna manca un pezzo: l’album di esordio di un artista sincero

Esprimersi a volte diventa un’esigenza quasi fisiologica, senza la quale è difficile andare avanti. La vita spesso gioca brutti scherzi, si sa, l’impervio cammino che ci presenta pone dinanzi a noi scelte da prendere, azioni da rivedere e lunghi momenti di introspezione.
Il perenne, o quasi, discorso con la mente costringe l’uomo a porsi dei dubbi, a volte troppi, e a mettere in discussione se stesso e ciò che lo circonda.
In questo circolo vizioso la ricerca, quasi esasperata, di un momento per sé diventa un mantra di salvezza: un angolo nel quale tutto il male, la sofferenza, le emozioni forti e i concetti ancora incompresi contenuti nel fragile corpicino umano esplodono liberandolo dalle gabbie create dalla coscienza.
La liberazione può portare ad agire di pancia, ad essere impulsivi, intraprendendo a volte percorsi sbagliati, tossici per se stessi; la magia vera è quando questa forte energia viene trasformata creando qualcosa di nuovo, qualcosa di proprio.
Questo è il caso di Due Mao con il suo album d’esordio ‘Alla luna manca un pezzo’, creato insieme ai talentuosi ragazzi della No Borders Tree House.
Pezzi forti, spezzati, scanditi da esperienze di vita reali, assonanze colme di rabbia e passione che portano l’ascoltatore ad entrare ‘Nella capitale del poco di buono’, come recita il primo dei due brani usciti in questo periodo, Settimane.
La traccia comincia con un estratto dell’ultima registrazione nella quale si può sentire la voce di Stefano Cucchi, dove si dichiara innocente ed in seguito arranca nel parlare.

“L’inizio del pezzo vuole essere totalmente apolitico, ciò che voglio esaltare, e che mi ha maggiormente colpito – racconta Due Mao – è la sofferenza nella sua voce. Egli sostiene la sua innocenza, ma gli viene comunque chiesto di ripetere la sua dichiarazione. Cucchi a quel punto sembra strozzato, come soffocato da chi, attorno a lui, non riesce ad ascoltare”.

Settimane è un proiettile che colpisce, scalfendo l’artificialità della realtà sociale, mettendo a nudo una voce sporca, frustrata, che vomita tutto il nocivo che una persona cela nei propri meandri più bui.
La sfera sentimentale contenuta agglomera il concetto di relazione mostrando l’interdipendenza che si crea tra due persone, riconoscendo la necessità di avere al proprio fianco un altro individuo per poter massimizzare la propria luce.
Mauro Piussi, come si riconosce dal nome d’arte ‘Due Mao’, vive una bidimensionalità di sé stesso, trovando il proprio equilibrio tra picchi e crolli, destreggiandosi tra difficoltà e apici di gioia, senza riuscire a permanere nel mezzo, nel grigio della ‘stabilità’ dettata dal senso comune.
Nel secondo brano, Piega, compare una delicata ma decisa voce femminile, a sostenere la voce di Mauro, quella della estrosa Giusy Giacco, creando un pezzo di significato complesso: il raccontare capitoli bui della propria vita, dove le urla soffocate dalla realtà circostante portano ad una cella confortevole, dalla quale è complesso uscire; Piega è un monito, un avvertimento, da chi il fondo lo ha toccato e ora finalmente vive la sua rivalsa.

Un progetto ricco e ben ideato, realizzato dall’unione di artisti e talenti targati Valcanale dei quali è d’obbligo far menzione: innanzitutto la parte musicale curata da Mauro Piussi alla testa, Giusy Giacco come corista in 4 brani (Piega, Ventre, Minimale e Fossi) e Morech come unico featuring del disco in Fossi; Luca Tolazzi come assolo nell’ultimo brano, Opposto, e Alessio Sorato nella cura delle produzioni musicali insieme a G Fatt. Per quanto riguarda le grafiche hanno partecipato Simone Quaglia nella realizzazione delle grafiche di Youtube, Anna Sandrini nella cura del Lyric Video e della copertina e Pietro Nicolauchic nella creazione del logo. Infine Thomas Soppelsa negli scatti per il Back di copertina e la parte Web e Mario Veluscek nella cura del design dei font di tutte le copertine, online e fisiche. 

Alla luna manca un pezzo è carne viva, una ferita aperta che non vuole rimarginarsi e Due Mao “Ha la capacità, che in pochi vantano di avere, di parlare della sofferenza” come sostiene il producer Alessio Sorato. L’album è libero da artificiosità e mostra la fragilità dell’artista, generando una forza incredibile.
Perchè alla Luna manca un pezzo, ma quel vuoto appartiene ad ognuno di noi.

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