Per Giovanna Frene la poesia è il territorio del trauma, e il suo compito, come rappresentazione in movimento, è quello di scendere e non di trascendere, di descrivere e disegnare come una mappa questo territorio. Poetessa e studiosa di origine asolana scoperta da Andrea Zanzotto, Frene sarà protagonista dell’incontro “La lingua tradita: l’Europa, la Storia, la Poesia”, in programma venerdì 29 marzo alle 18 alla Casa della Musica di via dei Capitelli 3 a Trieste. Mariella Terragni e Gabriella Valera leggeranno alcuni versi della poetessa, intervallati dalle musiche di Guido Davanzo (pianoforte) e Andrea Musizza (flauto). Alla fine della lettura interverrà l’autrice. Oltre alla visibile sutura della “Linea degli Ossari” (Andrea Zanzotto), emerge oggi per l’Europa (e non solo) lo sconvolgente statuto dei “paesaggi contaminati” (Martin Pollack), una sorta di grado zero della rovina, luoghi dove moltissimi uomini hanno compiuto esecuzioni di massa, di cui hanno occultato “con abilità da giardiniere” ma con enormi sforzi, le tracce, interrandole: “Il comportamento dei colpevoli è ovunque e sempre lo stesso. Ingannare e mimetizzare. I morti senza nome devono sparire insieme alle fosse che li nascondono”, scrive Frene.
In mattinata invece, dalle 9.30 alle 13.30 nel Dipartimento di Scienze giuridiche, del linguaggio, della traduzione e dell’interpretazione (via Filzi, 14) si terrà l’ultima parte del seminario linguistico “s-Tradurre”, con gli interventi di Steven Greco Rathgeb, Silvia Storti, Claudia Azzola, Gabriella Valera.