Salti, Storia di Pino, di Simonetta Olivo. Biografia, tascabile brossura
€11,00
La mattina del 24 novembre 2018 ho incontrato per l’ultima volta mio suocero, Giuseppe (detto Pino) Auber: seduto sulla sua poltrona, l’espressione serena di chi non sa che giunge la morte, o non la teme. Accanto a lui, gli appunti che preparava ogni settimana in attesa dei nostri incontri, troppo pochi per raccontare tutto, abbastanza per lasciare una parte di me accanto alla sua ultima immagine viva: nella stessa postazione, lo sguardo assorto sui foglietti manoscritti, il registratore vocale acceso davanti al suo volto, ora sorridente, ora incupito fino alle lacrime. Sopra noi, il cucù che i nipoti da piccoli volevano far suonare a ogni visita, e attorno quella casa sempre identica a se stessa, piena di lui, delle sue statue, dei suoi quadri, del suo mondo, capace contemporaneamente di perfetta gioia e di enorme malinconia.
Pino desiderava fortemente esprimere l’amore per la vita che aveva alimentato la sua storia, nonostante le difficoltà, la povertà, le numerose perdite. E in effetti nell’ascoltarlo avevo sempre l’impressione che quando la disperazione avrebbe ben potuto sedimentarsi e coprire quella potente vitalità, ecco che le sorti si trasformavano in positive, ribaltando la situazione.
Non era solo fortuna. Era lui.
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