“Nessuno è convinto di lui, e tutti ne soffrono. Nessuno vuole rischiare. Quindi, in questo caso, nessuno è d’accordo con lui, nessuno in fondo lo rispetta, ma tutti obbediscono”. “Tirannide” racconta un viaggio che spazia tra il fantastico, il classico e l’assurdo, e lo fa in un modo assolutamente stupendo.
Come suggerisce il titolo, la storia si sviluppa intorno alle gesta di un tiranno, Mansek, il quale si pone l’obiettivo di “sfrondare” l’intera popolazione esistente, procedendo, con lucidità estrema, per categorie. Non sembra avere una logica umana, il suo agire, ma impaurisce i sudditi e rinforza il suo esclusivo potere. L’azione viene quasi vista dagli occhi di Demodoco, ingegnere eclettico e obbediente che lo aiuta a compiere il folle progetto, dando concretezza alle aberrazioni del tiranno e realizzando vere e proprie ‘giostre della morte’. Ma “Tirannide” è questo e molto altro: filosofia, fantascienza, paradossi biblici e satirici si intrecciano in una trama che coinvolge tutti i tiranni della nostra storia, dalla nascita di Cristo a oggi, lasciando un messaggio inquietante. Con uno stile che ricorda quello di Alessandro Baricco, una scrittura fluida e coinvolgente, Giuseppe Viroli tiene il lettore incollato dalla prima all’ultima pagina, senza soluzione di continuità.