“Paparazzo, basta!” si sente esclamare Marcello Mastroianni nel celebre film felliniano La Dolce Vita.
Ed è stata proprio questa la chiave della Serata di Gala dedicata ad Aurora – bambina triestina affetta dalla sindrome CDKL5: una malattia neurologica genetica rara – svoltasi ieri sera, sabato 23 luglio, al Castello di San Giusto, a Trieste.
“La serata de La Dolce Vita volevamo farla in un castello e abbiamo pensato che questo fosse il posto ideale per raccogliere tutti i triestini e ricordare loro anche di questa splendida città” – ha sottolineato una delle organizzatrici, Lucija Slavica di Artrophia. La Dolce Vita, inoltre, è stata scelta perché affronta il concetto di paparazzo; e uno degli organizzatori della serata di gala è proprio Le vie delle Foto”.
Nell’incantevole scenario del castello medievale, sulla terrazza del Loft Story, che guarda verso il mare, con un tramonto da togliere il respiro, i presenti hanno potuto godere di un’esperienza multisensoriale.
Dalle 18.30 a seguire è stato possibile assaporare il gustoso buffet e i rinfrescanti drink, tra le opere che i fotografi, aderenti all’iniziativa “Le vie delle Foto 2016”, hanno deciso di devolvere in beneficenza. In mostra anche alcuni lavori del maestro Paolo Cervi Kervischer. Gusto, olfatto e vista sono stati i protagonisti di questa prima parte di serata.
Durante l’evento di beneficenza, gli affezionati allo shopping hanno potuto acquistare accessori e abiti nello spazio “Shopcase”, e lasciarsi trasportare dalle fragranze e dai sapori freschi dei prodotti offerti.
Soddisfare l’olfatto? È stato possibile con “Always (di Estella Klancic), negozio aperto da poco, in Piazza Hortis 2/A, che si occupa di cosmesi e di profumeria di nicchia, molto selezionata, quasi esclusivamente di origine vegana o organica” – ci ha raccontato Elena Cianci. “I profumi sono essenze naturali, non commerciali, con dei brand che qui a Trieste non si trovano; perciò molto selezionati, un po’ per nostro gusto personale, un po’ perché sono talmente ricercati che è bello che Trieste abbia anche un’offerta di questo tipo”.
I profumi sono anche per uomo o solo per donna? “Sono tutti unisex. Nella nostra profumeria, possiamo orientare il cliente verso l’area maschile o femminile, ma sempre con una vestibilità trasversale”.
C’è un prodotto che piace di più ai clienti? “Sì, il brand più richiesto e apprezzato, è un brand italiano: ‘meo fusciuni’, uno dei nasi più famosi in tutto il mondo.
Non soltanto profumi per il naso, anche sapore per le papille gustative con “Tea Time”. Nel negozio, in via del Monte n°1, si possono trovare soprattutto tè, infusi e spezie. Patrizia Orlando, la proprietaria, è una cuoca professionista, appassionata di tè. “Nel mio lavoro ho sempre utilizzato le spezie, faccio anche corsi di cucina, per cui ho deciso di avere nel negozio le cose che più mi piacciono. Ho più di 150 tipi di tè: tè puri, infusi, e spezie di tutti i generi”.
In una serata calda, senza un filo di vento, come quella di ieri, un tè freddo ha rallegrato molti palati. Ma come si fanno gli infusi a freddo? “Si mettono in acqua fredda e poi in frigorifero per 6-7 ore. Bisogna metterli in frigorifero per questioni igieniche: non avendo nessun tipo di conservate – sono assolutamente naturali a base di frutta gli infusi, a base di tè i tè – con questo caldo fermentano, se non vengono messi in frigorifero”.
Hanno dei benefici? “Certo, il tè verde ha tantissime proprietà. È uno dei prodotti naturali che ha più antiossidanti e più polifenoli, quindi fa bene per diverse cose; inoltre i tè aromatizzati hanno, assommato al tè verde, benefici degli altri ingredienti che contengono.
E il gusto dell’estate qual è? “Sicuramente Pesca-sambuca; poi c’è l’ice tea mango-limone, che è fatto a posta per essere fatto freddo; il zenzero-limone, arancia e zenzero – adesso lo zenzero è tanto richiesto: ci sono tanti tipi di tè con lo zenzero – e poi gli infusi, che si ispirano un po’ ai cocktail: Pina Colada, Caipirinha, anche frutti di bosco classico: basta metterci un rametto di menta e diventa subito un drink tutto estivo”.
Mentre il tè preferito dai clienti? “Ho diversi tipi di clienti: ho clienti sofisticati che bevono tè puri – ho una grandissima selezione di tè puri, ovvero tè di alta qualità, che non hanno ingredienti aggiuntivi – oppure ci sono quelli che preferiscono i tè, quelli aromatizzati, che sono più facili, più easy e vanno bene per l’estate, quindi fatti freddi”.
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Ad aprire la sfilata sono stati l’Assessore alla Cultura Giorgio Rossi e l‘Assessore alla Promozione e protezione sociale Carlo Grilli, che hanno sottolineato l’importanza di eventi di questo tipo, che ci permettono di riflettere su quello che è il delicato momento in cui viviamo e su problematiche come quelle della piccola Aurora.
“Cultura non significa soltanto avere musei e bellezze naturali – ha affermato l’Assessore Rossi –; cultura significa cambiamento sociale. Oggi viviamo momenti difficili e complicati, in cui la cultura si legge con la c minuscola, dobbiamo far sì che si legga con la C maiuscola”.
E Trieste con la sua storia, la sua interculturalità è lo scenario perfetto per questo genere di operazione.
“Credo che la bellezza di questo posto nobiliti il senso di questo caso, nei confronti di questa bambina. Dobbiamo pensare che dopo questa sera la vita di questa piccola, come quella di altri bambini, che soffrono di malattie rare, continua e quindi il nostro impegno deve essere in primo piano, per ciò che riguarda le questioni del servizio, soprattutto medico-sanitario” – ha concluso l’Assessore Grilli.
Sulle note di Nino Rota de La Dolce Vita, alle 21.30, il fashion show è iniziato. Una modella in tubino nero, con tanto di guanti, foulard e occhiali, si è lasciata travolgere dall’armoniosa musica, regalando al pubblico un po’ di quel sapore retrò, delle grandi dive di un tempo.
Sei fashion designer, provenienti da tutto il mondo, hanno presentato le loro collezioni. Ad accompagnare le modelle nella loro passerella, è stata la musica elettronica del sound designer Alexey Grankowsky.
“È stato scelto questo tipo di musica per dare una spinta un po’ più moderna – ha spiegato Lucija Slavica. È stato come un gioco, per vedere come la gente avrebbe reagito”.
Durante la sfilata si sono viste le eleganti creazioni di Anna Vedeneeva Couture (Russia); le raffinate borse di Marco Trevisan (BORSA-Trieste), perfette per uno stile d’altri tempi; la gold lingerie di Céline Marie (UK); gli abiti e le borse di “Madebyenka” (Croazia), fatti a mano, dai colori tenui e delicati; gli scenografici e scintillanti occhiali con intarsi in Swarovski di “A Rock on A Lens Eyewear” (Australia), per un effetto diva del cinema, accoppiati ai tutù colorati di “Estroverso”(collettivo: Russia, Italia e Germania).
Graziosi i gioielli di Francesca Paolin (Paolin – Italia) dai colori tenui, realizzati con la stampante in 3D, dove le forme dinamiche e giocose abbracciano periodi e stili di un tempo con le nuove contaminazioni culturali. Mentre quelli di “Foglianera” (Italia), in acrilico ed argento 925, creano uno schema caotico e al contempo armonico. Due tipologie diverse e di grande effetto visivo.
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La scelta di questi stilisti è stata ben mirata attorno a “La Dolce Vita”: “si è tenuto presente della figura della diva – ci ha raccontato Lucija Slavica. Per esempio, i gioielli di Francesca ‘Paolin’ sono un po’ modaioli, però sono realizzati con la stampate in 3D. Anche gli occhiali che abbiamo visto sono da diva, ma con inserti in Swarovski; la lingerie tout court, in oro, rappresenta la ricchezza, la bella vita. Anna Vedeneeva risalta la bellezza femminile, la delicatezza, la femminilità; la sua è una linea molto elegante, da prima donna, che poi si trasforma in una donna un po’ ironica con l’uscita con il tutù e gli occhiali”.
Non vanno dimenticate nemmeno le borse, dai rimandi storici triestini, di Marco Trevisan, un autodidatta con l’amore per l’artigianato che ha dato vita a “BORSA- Trieste”, una linea di borse fatta a mano con prodotti di qualità, nel suo laboratorio, per ora non aperto al pubblico – tante richieste avvengono online – in centro a Trieste.
“Realizzare borse è da sempre la mia passione, anche se prima facevo tutt’altro: lavoravo il vetro, poi però ho iniziato a fare dei bauli, e così ho deciso di realizzare alcune borse a forma di baule e pian piano ho implementato la linea”.
Oggi, quanto è importante l’artigianato? “Secondo me, in questo momento, l’artigianato è la cosa che dà un valore aggiunto agli oggetti in un mercato di massa, dove si trova di tutto. Borse come quelle che faccio io, si possono trovare ovunque, però non sono fatte a mano, in Italia, con materie prime italiane di qualità.
E a Trieste come va la clientela? “C’è di tutto da uomini, donne, anziani, a giovanissimi”.
Come ci ha spiegato Marco Trevisan, “Ogni borsa ha un nome, è legata a un personaggio, alla storia di Trieste. Il bauletto, ad esempio, si chiama Nora, come la moglie di Joyce. La coppia ha vissuto per un periodo a Trieste; e negli anni in cui sono vissuti, si viaggiava molto, si usavano i bauli; perciò ho creato la borsa-baule”.
Le borse possono essere anche personalizzate con le proprie iniziali, scegliendo il colore della pelle e il tessuto all’interno. Un po’ come si faceva un tempo.
Il concetto di paparazzo-diva, ben presente nel film La Dolce Vita, è stato ripreso nella sfilata; mentre, “nella coreografia – come ha ricordato Lucija Slavica – è stato reinterpretato, in chiave moderna, il concetto classico di diva – la donna ribelle, capricciosa, un po’ come Anita, che va nella fontana – pur facendo emergere alcuni rifermenti del film”.
Infatti, al termine della sfilata, Kàartik, nelle vesti di “mostro” de La Dolce Vita si è palesato nel buio della notte, avvolto in un mantello nero, per poi lasciare la scena ad una bambina che chiama: “Ehi, signore, ehi!”, e Marcello, in questo caso l’eclettico presentatore della serata Francesco Cardella, replica: “Non capisco! Non si sente!”. I fuochi d’artificio hanno colorato il cielo.
Ma cosa hanno pensato di Trieste gli stilisti che sono venuti da fuori? “Sono tutti rimasti meravigliati – ha risposto Lucija. C’era anche un giornalista che è venuto da Monaco di Baviera ed è rimasto affascinato dal sole, dalla città, da questa location. Tutti sono stati molto contenti di essere venuti”.
Uno degli organizzatori della serata è stata l’associazione Le vie delle Foto, che quest’anno è giunta alla sesta edizione. Ogni anno, infatti, organizzano un evento di beneficenza: “una volta l’abbiamo fatto al ridotto del Verdi con Fiorella Mannoia, un’altra volta in Stazione Marittima – ha ribadito Lucija. Con Le vie della Foto è nata una fusione creativa. E questa è la prima volta che facciamo un esperimento di questo tipo, che si distacca dalla classica asta di beneficenza”.
E la prossima edizione de La Dolce Vita? “C’è già stato chiesto di proseguire, però una cosa alla volta…”
L’evento è stato organizzato da Le vie delle Foto, Artrophia e Loft Story, con l’aiuto di numerosissimi partner locali, ringraziati al temine della sfilata da Linda Simeone, ideatrice e direttrice del progetto Le vie delle Foto.
Il trucco e parrucco delle modelle – ragazze volontarie che hanno sposato con piacere la causa – è stata opera del Salone Luciano, nella figura della make-up artist Cecilia Carbonelli.
A documentare questa serata sono stati molteplici instagramers e riviste provenienti da varie parti d’Italia e non solo.
Nadia Pastorcich ©centoParole Magazine – riproduzione riservata.
Foto di Nadia Pastorcich