Il grande subcontinente indiano ad oggi è la composizione di 5 grandi realtà: l’Unione Indiana, il Pachistan, il Bengala orientale o Bangla Desh, il Nepal e lo Śri Lanka. Per studiare le prime civiltà che scandirono l’inizio della storia dell’India é necessario spingersi fino al III e II millennio a.C: si tratta della Civiltà dell’Indo.
Popolazione prettamente urbana, nelle località di Harappa e Mohenjo Darò furono portati alla luce grandi insediamenti. I resti funerari della civiltà portarono alla luce la compresenza di due strati etnici: uno di tipo meridionale e uno negroide-australoide, anche se resta ignaro se una delle due etnie fosse quella predominante.
Il primo studioso europeo ad imbattersi quasi casualmente nelle testimonianze archeologiche di questa civiltà fu proprio il friulano Luigi Pio Tessitori, un indiologo che negli anni della Prima Guerra mondiale percorreva il Rajastan occidentale alla ricerca di documenti dell’epica indiana; egli però non riuscì, anche a causa della prematura morte, a individuare nè l’originalità nè l’antichità della popolazione. La sua scoperta andò dunque nelle mani degli archeologi britannici, in particolare a Cunningham, che nei decenni successivi operarono nella zona scavi sistematici traendone le dovute conclusioni. Luigi Pio era un Indianista, nato a Udine il 13 dicembre 1887, morto a Bikaner (India) il 22 novembre 1919. L’attività scientifica dello studioso fu volta particolarmente allo studio delle parlate e del linguaggio medio e neo indiane, delle quali raggiunse una tale conoscenza e dimestichezza da ricevere, nel 1914, dal governo angloindiano l’incarico di editare, tradurre ed illustrare delle cronache medievali del Rajputana e di studiare e in seguito pubblicare le opere ‘bardiche’, che hanno trasmesso poi, in forma artistica, il contenuto delle stesse cronache. Uno dei suoi primi lavori fu uno studio comparativo fra il Rām–carit–mānas, poema hindī di Tulsī Dās e il Rāmāyaía, così apprezzato dai venire editato come modello agli studi su Tulsī Dās (G.A. Grierson, Journal of Royal Asiatic Society, 1913) e riprodotto nel massimo periodico letterario ed archeologico dell’India, Indian Antiquary. Tessitori creò nel corso della sua vita, grazie alla lunga permanenza in India, numerosi cataloghi sistematici di manoscritti, ritrovati negli stati di Jodhpur e di Bikaner: edizioni critiche, illustrazioni di poemi in lingua ḍińgala e molto altro, raggiungendo, grazie al costante studio dei testi, deduzioni su fasi dialettali inconosciute prima di lui riguardanti grammatica e lessico.