Mercoledì 4 settembre è stata inaugurata, alle ore 19, la nuova mostra personale di Alessandro Finozzi ‘Identità di confine’.
Finozzi nasce a Milano nel 1958 da famiglie triestine ed istriane e rende proprio queste località le uniche protagoniste della sua mostra, utilizzando le terre naturali quale materiale per la creazione delle sue opere, così da poter dare loro voce.
Raccoglie la terra proveniente dall’Istria, dal Carso triestino, goriziano e sloveno e dalla Dalmazia, per poi lavarla, vagliarla, polverizzarla a mortaio, setacciarla e stenderla sulla tela. Le terre di diversa provenienza, insieme al carbone, il gesso e l’argilla, vengono racchiuse in disegni geometrici che dividono armoniosamente ma con durezza lo spazio.
Le opere sono divise in quattro serie molto diverse tra loro di cui è forse quella intitolata ‘frammenti’ a travolgere in modo più immediato, con opere di dimensioni ridotte colpisce l’occhio come una freccia, respingendo e attraendo allo stesso istante.
“La mia formazione mi ha abituato ad osservare la realtà come uno spazio in mutazione dove cercare forme e relazioni, armonie e contrasti.”
Con queste parole Finozzi apre la sua mostra. La verità di questa frase la si rivede in ogni sua opera, così forte, così evidente, che permette anche all’osservatore di scrutare l’armonia nella durezza della forma e la sintonia nei contrasti di colore.
Alessandro Finozzi trova nelle sue terre d’origine l’ispirazione per la sua arte, e le porta a noi, unite in una sola tela ma divise dalle complesse geometrie che ne esaltano le uniche proprietà cromatiche. Quasi arrogante nella sua semplicità, le sue opere sono di indiscutibile impatto; entrano nella memoria e rievocano emozioni per la propria terra.
L’esposizione nella Sala Comunale d’Arte di piazza dell’Unità 4, nel palazzo del Municipio di Trieste, rimarrà aperta fino a domenica 22 settembre, tutti i giorni con orario feriale e festivo 10-13 e 17-20.