Mi ricorderò sempre le parole del mio insegnante di chitarra quando, a quattordici anni, mi scervellavo e sforzavo di fare qualsiasi sbavatura, stoppati, fischi di feedback di un brano di Jimi Hendrix: «Meglio essere te stesso che cento Hendrix fatti male». Questa è una frase che mi porto dentro da allora e, essendomi trovato anche io dall’altra parte della “cattedra”, è una cosa che ho sempre ripetuto ai miei allievi. Studiare musica è obiettivamente un casino: è come imparare a parlare una nuova lingua, dove ci sono delle cose che si possono dire, cose che non si possono sempre dire e termini che non esistono. Sì, ogni tanto qualcuno se ne esce con il “petaloso” di turno, ma stanno diventando sempre più rari e sono quasi sempre più correttivi che innovativi. Ho affrontato diversi metodi di insegnamento e sono giunto alla conclusione che ci sono tre approcci: il meticoloso, lo scienziato pazzo e l’ignorante.
Il meticoloso è quello che conosce a fondo la materia, ma tende a rimanere incastrato in ragionamenti astrusi, privi di nervo, che manderebbero in confusione chiunque. Il suo valore più grande, però, è quello si sapere quali sono i limiti e, data la passione per la sua materia, rimane imperterrito a semplificare sempre di più, fino a che l’interlocutore riesce a capire il senso della conversazione. Poi c’è lo scienziato pazzo, che conosce altrettanto bene la materia e che è capace di mediare ma che osa, rischia (anche in maniera provocatoria), noncurante delle conseguenze. Spesso queste conseguenze si riducono a flop totali o a “scoperte” approvate da una nicchia talmente ridotta che i simpatizzanti delle sue nuove teorie si contano sulle dita di una mano, ahimè! E poi c’è l’ignorante…
Nelle scorse settimane abbiamo avuto modo di scontrarci con una realtà complessa, giungendo alla definizione di musica come un “blob”. Sia che tu sia in accordo o in disaccordo con questa mia conclusione, non puoi negare che ho argomentato le mie motivazioni e c’è stato un momento di dialogo, di confronto. Ebbene, quest’ultima categoria di insegnante è l’esatto opposto di tutto quello che abbiamo fatto finora: spesso è una persona saccente, musicista non necessariamente mediocre, di quelli che si interrogano su cose futili ostentandone l’importanza, come se stessero cercando di incastrare in quei giochi per l’infanzia il pezzo del triangolo nella forma del quadrato. La cosa peggiore è che si credono meticolosi, o scienziati pazzi e si trovano a formare le menti di persone che, inevitabilmente, abbracceranno le stesse utopie.
Hai sentito? Hanno chiamato l’ultimo giro! Non abbiamo molto tempo, purtroppo…ma permettimi di concludere dicendoti questo: spero che questa lunga chiacchierata ti abbia spinto ad essere tutto fuorché ignorante. Sii scienziato pazzo, sii meticoloso… oppure sii semplicemente appassionato (qualsiasi sia la tua passione)! Abbiamo parlato di registrazione, di web streaming, di alea e di tanto altro, ma mai di “gusto” musicale. Il mio consiglio è quello di non essere quei “cento Hendrix”: pensa con la tua testa, ma non escludere altre prospettive. Viaggia con le parole, fatti accompagnare in argomenti sconosciuti, non avere paura di metterti in gioco…sempre ascoltando ciò che ti circonda. In fondo, siamo solo due persone di fronte a una birra, ricordi? Beh, il bar è in chiusura. Lascia pure, offro io. Spero di rivederti: è stato davvero un piacere parlare con te. A presto!