Questo sabato, più precisamente il 29 giugno 2019, sono stato con alcuni amici al concerto degli Ska-P tenutosi al festival di Sherwood a Padova.
Avendo saltato la riunione pomeridiana del magazine, a cui invece i miei collaboratori hanno diligentemente partecipato, mi è stato assegnato il compito di scrivere per lo meno di questa esperienza. Non ho intenzione di parlare in merito al concerto o della band, non sono la persona più indicata per un lavoro del genere non avendo né le competenze né le informazioni per poter creare un buon articolo su queste basi. Però di qualcosa devo pur parlarvi, la scelta è ricaduta su una mia riflessione di quello che chiameremo ‘ballo tradizionale’, il pogo.
Come forma di danza non è particolarmente complessa quanto energica. Durante un concerto il pubblico tende a saltellare sul posto (questo era il pogo originario) ma quando è in arrivo un pezzo particolarmente ritmato e frenetico ci si allarga creando, solitamente sotto il palco, uno spiazzo circolare che funge da arena. Chiunque lo desideri si può lanciare dentro, spintonando e tirando spallate a chiunque trovi, dando vita così a una sorta di mischia in cui tutti sono contro tutti.
Certo non sarà il ballo più fine ed elegante che esista in circolazione ma permette di sfogarsi e scatenarsi molto più di quanto permettano altre tipologie di danza senza neppure aver bisogno di sapere i passi.
Coloro che danno vita e partecipano attivamente al pogo sono quelli a cui mi riferisco parlando di ‘barbari del 21° secolo’, ragazzi e ragazze delle più disparate età e dimensioni che si lanciano in un cozzare di corpi uscendone in un bagno di sudore e delle volte un po’ contusi. Dimostrando il proprio coraggio (o la loro irresponsabilità, fate voi) nell’arena. Trovando la gioia e il piacere nello scontro pacifico (se così non fosse sarebbero degli eterni focolari di risse).
In una società come la nostra in cui si deve, o per lo meno si dovrebbe, mantenere costantemente una forma di autocontrollo, anche piuttosto decisa alle volte, lasciarsi andare può svelare un sacco di energia e anche rabbia repressa. Dato che non è una collera direzionata verso un determinato individuo o evento ma piuttosto generale trovo che il “pogare” sia un’ottima valvola di sfogo, in cui contemporaneamente ci si libera e si permette all’altro di scaricarsi. Certamente non è un’attività per tutti ma consiglieri di lanciarsi nella mischia una volta nella vita, magari ne uscirete un po’ doloranti e acciaccati ma è un prezzo che trovo valga la pena di pagare.
Per non lasciarvi totalmente allo sbaraglio vi do un paio di consigli che trovo possano essere utili: tenete le braccia vicine al corpo in modo da proteggere le costole ed evitare di far male agli altri con i gomiti, mentre gli avambracci teneteli alti e paralleli con le mani aperte rivolte verso l’esterno, è una posizione utile sia per proteggervi da qualcuno che vi cade addosso sia per spingere qualcuno, possibilmente evitando di metterci troppa forza. Bisogna sempre ricordarsi che l’obiettivo non è far male a nessuno ma solo sfogarsi.
(Chiaramente non ho competenze in merito e neppure così tanta esperienza, per tanto non mi assumo nessuna responsabilità nel caso decideste di provare e doveste farvi male o arrecare danno a qualcuno).
Detto questo buon divertimento a chiunque decida di diventare un barbaro del 21° secolo, fosse anche solo per una volta.