Con la rubrica “Diario d’artista“, che vi accompagnerà ogni venerdì del mese, il pittore Roberto del Frate vi svelerà il mondo dell’arte.
Ultimamente mi interrogavo su cosa fosse l’ispirazione, su quale fosse la molla che fa scattare il bisogno di fare Arte e di farsene portavoce. E soprattutto quanto questa fosse importante nell’esecuzione finale di un’opera d’ arte.
L’artista è da sempre riconosciuto, volente o nolente, come un individuo un po’ speciale.
In certe culture era persino considerato come un tramite tra l’uomo e gli dei, come l’incarnazione terrena di un messaggio che ai più era precluso; ma in un po’ tutte le società, è visto più semplicemente come un individuo con doti differenti dal normale.
Durante il Rinascimento la figura dell’artista ha certamente avuto il suo apice sociale, non tanto in termini economici, ma quanto in prestigio; diventò infatti sempre più di “moda” per principi e prelati, attorniarsi di artisti e letterati che elargissero bellezza e stupore agli altri, ed allo stesso tempo, nobiltà e notorietà agli stessi mecenati; cosa che è perdurata, almeno in parte, fino alla fine del 1800, modificandosi poi in un vero e proprio mercato, con le sue regole e speculazioni, spostando il concetto da opera d’arte a “prodotto”.
Questo è quello che vedono gli altri in un artista: come ne vengono affascinati gli uni e come pensano di servirsene, gli altri.
Ma come vede il mondo un artista, cosa lo emoziona a tal punto da dedicarsi, anima e corpo, ad un tema, un soggetto, una ricerca per anni ed anni o per tutta la vita?
Io ho avuto la fortuna di crescere accanto ad un artista, mio padre, anch’egli pittore, aver frequentato da sempre il suo atelier, aver annusato ancora in fasce l’odore dei colori, ed aver avuto anche altri artisti in famiglia.
Un po’ una tradizione, direte voi, anche se non è la definizione esatta. Diciamo che stando accanto ad un artista impari a vedere: impari a sentire le cose in maniera differente, soprattutto se chi ti sta a fianco sa fartene portavoce: in altre parole, impari ad affinare la tua sensibilità, la tua percezione. Almeno su questo punto sono sicuro.
Ma c’è dell’altro: cosa c’è dietro ad una scelta di un soggetto, all’interpretazione di un dipinto, alla scelta di un colore? Cosa si nasconde tra le pieghe di un quadro o dietro le note di una composizione? Ci ho messo parecchi anni a darmi una risposta.
A volte me lo domandavo per giorni, consciamente o meno; e questa domanda veniva a bussare, nei momenti più impensati, anche senza motivo: poi, come spesso succede, un giorno vedi le cose da una prospettiva diversa, una realtà che c’era sempre stata ma di cui non ti accorgevi.
Alla fine ho capito, ho inteso la risposta: l’ispirazione è la stessa vita. Quello che spinge un ape a volare di fiore in fiore, una cinciallegra a cantare a squarciagola, un antilope a correre a perdifiato, a sentire l’aria frusciare veloce attorno alle sue tempie: il flusso vitale che scorre in noi e che trova un nuovo mezzo di espressione tramite sensazioni che ci sono vicine e ci fanno andare avanti nel nostro cammino.
Negli artisti questa espressione diviene comunicazione, linguaggio, bisogno di trasformare questa pulsione vitale od anche il suo esatto contrario, il proprio disagio, in espressione appunto artistica, mimica e mimetica, attraverso ogni mezzo a disposizione, ed in ultima analisi, attraverso quello a noi più congeniale e più sincero possibile.
E’ dunque la nostra esistenza, quell’immenso compendio di stimoli, di sentimenti ed emozioni , quell’immenso mare di luci ed ombre che sperimentiamo ogni giorno, che se a molti, magari sfugge di mano nei suoi minimi particolari, per altri invece è appunto fonte di ispirazione per i loro pensieri.
E’ la domanda. E’ la domanda che cerca risposta. Quella che tutti, in realtà ci poniamo: quale sia la nostra vera essenza, cosa sia tutto ciò che ci circonda, in cosa consista veramente vivere e quale sia il suo senso. E più che una risposta è un bisogno impellente.
Io stesso ammetto che non potrei più vivere senza esprimermi attraverso l’Arte, senza un pennello od una matita tra le mani. E’ qualcosa che senti dentro, che se te ne allontani o la tieni in disparte, ti manca più del cibo e dell’acqua; della stessa aria che respiri.
A volte un sentimento cupo o rabbioso; altre ancora delicato e suadente; oppure torrido e bruciante come una giornata d’estate. Ma sempre e comunque vero, vivido e sincero. Alla fine qualcosa che trasformi in un vero e proprio linguaggio.
E per ognuno è diverso, diverso secondo l’indole, la tecnica, il gesto; ma allo stesso tempo uguale. Che tu lo esprima, lo senta attraverso la musica, la letteratura o la pittura, quel bisogno è sempre là che preme per uscire, per dire a te ed al mondo, io sono qui, esisto e voglio dire la mia, voglio esprimere la mia luce o le mie ombre, a dispetto del tempo che mi scorre via tra le mani.
Anche mentre scrivo queste righe, sento fluire questa emozione, a cui, fate attenzione, non ci si abitua mai.
E’ sempre uguale ma diversa; sempre presente e viva. Che sia un fugace raptus improvviso od un meditata ricerca, la cosa non cambia affatto.
Tu sei là, che vaghi tra la gente, che cammini per la strada, che entri nei supermercati, che ti affacci da una finestra o sbirci dentro un portone: quella emozione è sempre là.
Vive con te, si alza con te, ti segue ovunque, magari silenziosa, ombrosa, ineffabile, ma partecipa con te ad ogni avvenimento, ad ogni momento, fedele musa che non ti abbandona mai. Perché tu, la vita, e questa cosa oramai siete indissolubilmente legati.
Perché non è vero che sei tu ha scegliere un’arte, ma è sempre lei che alla fine sceglie te.
Roberto del Frate @centoParole Magazine – riproduzione riservata.
Roberto del Frate, pittore, illustratore fumettista, nasce a Venezia nel 1960. Apprende giovanissimo l’arte pittorica sotto la guida del padre Enrico del Frate, conosciuto con lo pseudonimo di Frattini.
Partecipa a svariate mostre internazionali, collabora con gallerie e viaggia e risiede all’estero, per poi innamorarsi perdutamente della città di Trieste, dove tuttora vive e lavora presso il proprio atelier di Palazzo Panfili, come artista residente nella struttura gestita dall’Atelier Home Gallery. (www.robertodelfrate.com)