“La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo”. Il testo del salmo 117 esprime un concetto estremamente caro a Jorge Mario Bergoglio: già ispiratore delle sue azioni in qualità di arcivescovo della città di Buenos Aires, può anche essere considerato come il fondamento della sua stessa missione pontificia.
Papa Francesco non manca di analizzarlo nel contesto della sua più recente pubblicazione, un affascinante volumetto intitolato “La mia idea di arte” (stampato nel 2015, a cura di Tiziana Lupi). Si tratta di una raccolta di osservazioni significative, che meditano sul concetto di Misericordia posto in evidenza da una selezione accurata di capolavori artistici scelti tra le opere più famose conservate nell’ambito di Città del Vaticano. La “galleria ideale”, formata dai dipinti e dalle sculture più cari a Papa Francesco, accompagna il lettore in un affascinante tour della Santa Sede: la visita tocca infatti piazza San Pietro con la relativa basilica, ma anche l’intero complesso dei Musei Vaticani (senza trascurare neppure il Padiglione delle Carrozze). Il volume si legge con facilità: le opinioni espresse sono chiare ed estremamente ponderate, tanto da non lasciare nulla al caso.
Non è solo lo spirito a trarne giovamento: vi si trovano anche precisazioni stilistiche e iconografiche, riportate nell’ambito di accurate descrizioni che danno grande importanza al valore storico di ciascuna opera analizzata. Il messaggio che il pontefice vuole esprimere è molto semplice, lo si comprende senza fraintendimenti: la storia dell’arte non ha mai scartato nulla, così come la fede cristiana in Dio non permette di scartare nessuno. I grandi maestri hanno imparato ad osservare i capolavori dell’antichità, traendone spunto per dar forma a delle nuove opere, ugualmente significative. La tesi di Papa Francesco si avvale di numerosi esempi che vanno dal massiccio “Torso del Belvedere”, alla monumentale decorazione della Cappella Sistina, alle impressionanti opere dello scultore Alejandro Marmo che sono state collocate all’interno dei Giardini Vaticani. Una esauriente introduzione al volume, suddivisa in pochi paragrafi, include alcune osservazioni relative al concetto di aiuto ai poveri.
Riferendosi soprattutto al passo del Vangelo di Matteo che recita “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto anche a me” (25, 40), nel contesto di questo libro dedicato all’arte Bergoglio esprime la sua ammirazione per il modus operandi dell’artista argentino Marmo: il riutilizzo degli scarti metallici industriali per la realizzazione delle sue sculture, l’opportunità di lavoro offerta ad un gruppo di “derelitti” divenuti suoi stretti collaboratori. Il “Cristo operaio” e la “Vergine di Lujan”, due impressionanti capolavori realizzati dallo scultore contemporaneo presso le Ville Pontificie di Castel Gandolfo, sono solo gli ultimi esempi di una lunga serie di capolavori che cronologicamente inizia con il I secolo a.C. e si conclude con il 1984: l’anno di immatricolazione della Renault 4 bianca, donata a Papa Francesco dal veronese don Renzo Zocca come testimonianza del suo sacerdozio svolto in un quartiere di periferia, a contatto diretto con i poveri. Le occasioni di riciclo nel contesto delle opere commissionate dalla curia romana non sono poche: Michelangelo, un nome per tutti, attinge avidamente ai preziosi esempi di statuaria collocati nelle collezioni papali. Questa sua costante osservazione dell’antico è testimoniata soprattutto dalla figura del Cristo Giudice che si può osservare nell’ambito del grande “Giudizio Universale” (1536-1541): come viene sottolineato nel volume, la testa è quella dell’”Apollo del Belvedere”, il braccio levato in alto è quello del “Laocoonte” e infine il corpo segue la medesima inclinazione che si può osservare nel “Torso del Belvedere”.
Potrebbero essere tanti i dettagli da citare, ma è opportuno lasciare che il lettore assapori questo libro con la giusta calma: vi si trovano parecchi spunti di riflessione, che puntualmente contribuiscono all’arricchimento del bagaglio culturale e visivo di ciascun utente. Non mancano le fotografie: un gran numero di riproduzioni dei significativi dettagli su cui Bergoglio desidera concentrare l’attenzione. “La mia idea di arte” è semplicemente un volume tutto da scoprire: il frutto di un ragionamento trasparente, che non disdegna alcun tipo di osservazione.
Nadia Danelon © centoParole Magazine – riproduzione riservata