Inaugurata il 4 marzo nella Sala Veruda di Palazzo Costanzi, la mostra “Trieste e una donna” del fotografo Ugo Borsatti si conclude oggi, domenica 20 marzo.
“Il titolo della mostra, che ci rimanda a Umberto Saba, non poteva essere più azzeccato” – sottolinea Ugo Borsatti.
Entrando nella Sala Veruda si assapora un’atmosfera magica, piacevole, di altri tempi. Tutto sembra essersi fermato. Tutto è estremamente affascinante.
Le trenta fotografie in bianco e nero di Ugo Borsatti vedono come soggetto la figura femminile in tutte le sue sfaccettature.
Una parte della mostra ha come protagoniste donne dai volti scavati, vissuti: le famose lattaie che trasportano con un carretto il latte da consegnare a domicilio; la signora dei piccioni; la fioraia di Via Carducci; e le venditrici in piazza Ponterosso. Tra i vecchi mestieri anche il banchetto di mussoli e la tonnara. Piccoli frammenti di vita di ogni giorno, che fanno rivivere quegli anni di rinascita.
Ma le donne di Borsatti non finiscono qua: una cospicua sezione della mostra è dedicata alle dive del cinema italiano e americano degli anni Cinquanta e Sessanta. Vediamo Rossana Schiaffino in Val Rosandra sul set del film “Sette contro la morte”; Silvana Mangano sul treno diretta verso la Jugoslavia per girare il film “La tempesta”; Sophia Loren al famoso ballo della Cavalchina al Teatro Verdi, con al suo fianco lo scultore Marcello Mascherini; Rita Hayworth assieme all’attore Gary Merrill bloccati al confine per il mancato possesso dei permessi di espatrio per la Jugoslavia; e ancora Milva alla sera della sua vittoria al concorso “Voci Nuove”; Silvana Pampanini e Paolo Gozolino che “volano” in Piazza Unità; Claudia Cardinale alla prima del film “Senilità”, con vicino Letizia Fonda Savio; infine Joan Crawford, venuta a Trieste per una serata di beneficenza in qualità di Presidente della Pepsi.
Se da una parte troviamo il mondo dello spettacolo, dall’altra l’impegno sociale e politico di alcune donne come Aurelia Gruber Benco, immortalata durante un intervento al Consiglio Comunale di Trieste; Nilde Jotti che sorregge Togliatti colpito da un malore; Elena Lasorte, una signora sempre presenta alle manifestazioni come fotoreporter – unica donna a quei tempo inviata ufficiale del Governo Militare Alleato. Ci sono donne nelle piazze, donne che manifestano, che festeggiano il ritorno di Trieste all’Italia (1954); donne del movimento femminista che rivendicano i propri diritti, con cartelli con frasi di tipo: “L’utero è mio e me lo gestisco io”.
Le foto di Borsatti, inoltre, ci fanno assaporare la moda di quegli anni con un gruppo di giovani ragazze raffinate nel vestiario, che hanno appena accompagnato i parenti in partenza per l’Australia; oppure con lo “scandalo al sole” vediamo una donna in bikini distesa sul suo asciugamano, mentre prende il sole sulla spiaggia. Ma anche la nascente attrice Fulvia Franco – la ragazza triestina eletta Miss Italia – nella sua bella mise.
Non poteva mancare la nota foto del bacio tra Jim e Graziella; foto che ha girato il mondo, e che al meglio esprime il desiderio di speranza di quell’epoca; e quella dell’atleta rumena fissata al momento del salto. Complice lo sguardo di Fulvio Tomizza con la poetessa Lina Galli.
Donne che amano, donne con lo sguardo proiettato verso il futuro, donne che lavorano, donne che regalano emozioni, donne piene di speranza, donne felici, donne sorridenti, donne sportive, donne eleganti. Queste sono le donne di Borsatti.
“In tutte queste, al momento dello scatto e poi, quando in camera oscura le vedevo apparire lentamente nel bagno di sviluppo, vedevo tutto quello che la donna sa esprimere con forza e decisione, doti purtroppo non sempre riconosciute” – ricorda Ugo Borsatti.
Esposte in mostra anche alcune delle macchine fotografiche usate da Borsatti: la Leica –apparecchio simbolo della fotografia in 35mm – e la Rolleiflex con ottica Zeiss Planar – una delle 6×6 più usare dai fotoreporter negli anni ’60 e ’70.
Tra una poltroncina e l’altra e un tavolo di vetro tappezzato di ritagli di giornali, dove si parla di Ugo Borsatti, in un clima in perfetto stile anni Cinquanta, ci si può lasciare cullare dalla freschezza e raffinatezza delle fotografie di Ugo Borsatti che non rappresentano soltanto un patrimonio storico per la città di Trieste, ma sono anche delle opere d’arte, capaci di affascinare, catturare l’attenzione delle persone, arrivando dritte al cuore.
La mostra “Trieste e una donna” è un’iniziativa della Commissione Pari Opportunità volta a tracciare “la storia di Trieste attraverso i volti femminili: sessant’anni di vite di donne che hanno contribuito in mille modi all’evolversi della nostra città” – queste le parole di Orenlla Urpis, Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Trieste.
Nadia Pastorcich ©centoParole Magazine – riproduzione riservata.
Foto di Nadia Pastorcich
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