Sicuramente oggi vi sarà capitato di imbattervi nel doodle di Google dedicato all’anniversario della nascita di Hedy Lamarr.
Molte sono le fonti – anche lo stesso Google – che riportano come data di nascita dell’attrice il 1914, ma Hedy Lamarr nella sua autobiografia “L’estasi e io” – edita da Sugar Editore nel 1968 – riporta un’altra data: “Fu a Vienna, il 9 novembre 1915, che nacque la grassottella piccola Hedwig Eva Maria Kiesler. Là, urlante su una coperta, c’era la vostra futura stella del cinema”. Queste sono le parole dell’attrice che si racconta in un libro dal sapore crudo, semplice e diretto.
Perciò a chi credere, al libro scritto dall’attrice o a quanto viene riportato su internet? L’anno di nascita di Hedy Lamarr resta un po’ un mistero.
Ma la vita dell’attrice assume sfumature alquanto particolari già dall’inizio: quando Hedy nacque era pronto il nome di George; quando era adolescente veniva chiamata “il brutto anatroccolo”, mentre la madre diceva che “cresce come le male erbe”.
Anni dopo i chirurghi plastici si ritrovarono ad accontentare le molte donne che volevano “un naso alla Hedy Lamarr”, quando lei invece soffriva ancora a causa di questi soprannomi d’infanzia, sdraiata sul divanetto dell’analista.
L’amore dei genitori, verso la loro unica figlia, è enorme: la madre pur di rimanere con lei e crescerla, rinuncia alla carriera di pianista; mentre il padre, un occupatissimo direttore della Banca di Vienna, riesce sempre a trovare degli attimi da dedicare a Hedy, leggendole delle fiabe davanti al fuoco del caminetto della biblioteca di casa.
L’istruzione di Hedy si costruisce tra le mura domestiche: Nicolette le insegna parecchie lingue europee; inoltre la piccola Lamarr frequenta lezioni di piano e di ballo. Più tardi inizia ad andare nelle migliori scuole private di Vienna.
“Nel 1919 – ricorda l’attrice – spendevo i miei soldi ‘fuggendo’ in un mondo irreale offerto dalle riviste del cinema. Incominciai a pensare di diventare un’attrice”. Un giorno capita nel Sascha Film Studio, fa richiesta per un’audizione e la prendono.
Ma la svolta arriva con la scuola drammatica di Max Reinhardt: è lui a chiederle se sa recitare e le assegna una particina nello spettacolo teatrale “Il sesso debole”.
Lo scandalo giunge con “Estasi”– primo film con il ruolo di prima attrice, diretto da Gustav Machaty – dove una giovanissima Hedy Lamarr nuota nuda, ma ciò che sveglia la censura è il primo piano del volto dell’attrice quando “la cinepresa riprende le reazioni di una sposa bisognosa d’amore nell’atto del rapporto sessuale” – sottolinea Hedy Lamarr nella sua autobiografia. Anche se riceve parecchie critiche negative, tale film darà inizio al successo della giovane attrice.
Il primo marito porta il nome di Fritz Mandl, proprietario delle Hirstenberg Patronene-Fabrick Industries: una delle più grosse fabbriche d’armi. I due si sposano nell’agosto del 1933 e il viaggio di nozze lo passano nel Hotel Excelsior al Lido di Venezia.
In veste della signora Mandl, Hedy Lamarr partecipa a ricevimenti importanti, da quelli delle stelle del teatro e del cinema a quelli dei capi di stato. “Adolf Hitler, con la sua solita aria di posa, mi baciò la mano – ricorda l’attrice – e, in un’altra occasione, il piccolo ampolloso Mussolini mi tenne la sedia”.
La povera Hedy si ritrova spesso sola nelle grandi stanze della sua casa e viene trascurata dal marito che è sempre in viaggio per affari – tant’è che tenterà più volte una fuga. Vestita da cameriera riesce a scappare. Dopo una tappa a Parigi giunge a Londra dove conosce il Signor Louis B.Mayer della Metro Goldwyn Mayer che le propone un contratto per 125 dollari alla settimana. Hedy lo rifiuta.
Dopo vari ripensamenti, l’attrice decide di imbarcarsi sulla nave “Normandie”, diretta a New York. Lì c’è anche il signor Mayer il quale le fa un’ultima proposta: 500 dollari a settimana, però lei da Hedy Kiesler deve diventare Hedy Lamarr.
Una sera del 1938 Hedy, accompagnata dal suo amico e findazato Reginald Gardiner, incontra ad una festa Charles Boyer, che gli propone di stare al suo fianco nel film “Un’americana nella Casbah”– un remake del film “Il bandito della Casbah”. Lei accetta volentieri.
L’anno seguente Hedy si sposa con lo sceneggiatore Gene Markey, ma anche questa volta il matrimonio si conclude: dopo vari litigi, neanche l’adozione di James, basta a far migliorare la loro situazione. Lei riesce ad ottenere la tutela del bambino.
Con l’autunno del 1942 anche l’America entra in guerra. Bette Davis, che è la presidentessa della Hollywood Canteen – una mensa dove gli attori e le attrici di successo facevano degli spettacoli per i militari – vuole che anche Hedy Lamarr contribuisca a tale iniziativa. In questo posto, la diva incontra l’attore John Loder; i due iniziano a frequentarsi e alla fine si sposano. Da questo matrimonio Hedy ha due figli: Denise ed Anthony.
Dopo una lunga serie di film prodotti dalla MGM, Hedy chiede a Mayer di scioglierle il contratto. Lui all’inizio rifiuta e respinge la richiesta dell’attrice, ma dopo un po’ giunge ad un compromesso: se lei vuole uscire dal contratto, deve fare ancora tre film nei cinque anni successivi.
Hedy non si limita a fare l’attrice: fonda una sua casa di produzione, che purtroppo durerà pochissimo. In seguito ad un periodo di insuccessi, Hedy accetta la parte di Dalila nel film “Sansone e Dalila” diretto da Cecil B. Demille.
I quarant’anni dell’attrice si avvicinano e lei decide di prendere i tre figli e di fare una vacanza ad Acapulco, dove incontra il suo futuro quarto marito: Ted Stauffer – il quale possiede un hotel ed un ristorante. Stanca del clima umido e caldo e delle gelosie del marito, l’attrice molla tutto per ritornare a Hollywood.
Insofferente alla vita frenetica, decide di concedersi una pausa: si reca a Parigi, dove rivede un suo amico, l’ attore Jean-Pierre Amount, il quale le presenta il produttore italiano Francis Salvoli, che le propone un film storico, formato da tanti episodi, “L’amante di Paride”. Lei accetta volentieri, anche se il suo agente non ne è molto convinto.
Lamarr decide di rientrare nell’ambito della produzione – infatti sarà lei, assieme a Victor Pahlen, a produrre i prossimi due film:”L’amante di Paride” e “Femmina”.
Nel frattempo la diva acquista una casa a Portofino. Durante l’estate conosce il giovane avvocato Gianni Agnelli, con il quale trascorre un weekend in Costa Azzurra.
Intanto cerca di trovare qualcuno che le possa dare una mano per i costi della produzione del film “L’amante di Paride”, girato a Roma. Durante un viaggio d’affari, incontra un ricco texano, Howard Lee, il quale l’appoggia nelle sue spese e non solo: i due finiscono per sposarsi e tale matrimonio è il più duraturo nella vita dell’attrice.
Dopo il suo ritorno negli USA, l’attrice riceve alcune offerte, ma non tanto buone: il cinema sta cambiando e la tv colpisce di più il pubblico. Hedy afferma di non riuscire ad adattassi a questo nuovo modo di interagire con gli spettatori.
Uno degli avvocati che l’ha seguita durante il divorzio da Howard, le presenta un suo collega: Lewis J.Boies. I due iniziano a frequentarsi e alla fine si sposano. Anche questa volta Hedy chiede il divorzio. La diva non si sposerà mai più.
Nel 1966 Hedy Lamarr viene vista mentre sta rubando dei cosmetici e degli abiti, ai grandi magazzini. Viene portata in carcere, ma dopo un po’ viene rilasciata: i suoi psichiatri dicono che questa azione è stata fatta inconsciamente.
In quell’anno scrive anche un’autobiografia, che esce in Italia con il nome di “L’estasi e io“.
Il libro diventa un best seller. Sempre nel 1966, la figlia Denise mette al mondo una bambina, facendo così diventare Hedy Lamarr nonna.
Stanca della vita a Los Angeles, nel 1967 decide di mollare tutto ed andare a vivere a New York.
La televisione la cerca e le chiede di partecipare ad alcuni programmi televisivi; lei accetta. Negli anni Settanta, incoraggiata dagli amici, progetta una linea d’abbigliamento di gioielli, che purtroppo non durerà molto.
L’attrice nel 1987 decide di trasferirsi in un condominio di Miami Beach; si stufa anche di questo posto e nel 1991 va ad Altamonte Springs, in un piccolo appartamento. Hedy Lamarr viene di nuovo sorpresa mentre sta rubando in un grande magazzino. Anche stavolta viene rilasciata.
Vari interventi di chirurgia plastica hanno lasciato dei segni indelebili su quell’incantevole volto, che fu considerato il più bello al mondo.
Hedy Lamarr muore il 19 gennaio del 2000 ad Altamonte Springs, Florida.
Ma oltre ad essere stata un’attrice, Hedy Lamarr è stata anche una “scienziata”: la sua vita ha una svolta nel 1940, quando incontra il musicista George Antheil – compositore e inventore di macchine musicali meccanizzate.
Hedy e George collaborano ad un progetto che l’attrice ha in mente. Secondo Antheil, la diva aveva appreso anni prima, mentre era sposata con Fritz Mandel, una serie di informazioni sulle armi da guerra – durante la fuga dal marito si pensa che lei abbia portato con sé anche carte militari. Il sistema creato da Hedy e George, chiamato “Secret Communication System“, viene depositato presso lo United States Patent Office, il 10 giugno del 1941; ma solo l’11 agosto del 1942 viene approvato.
Il musicista e l’attrice decidono di proporre le loro idee al National Inventors Council – compito di tale agenzia è quello di raccogliere ed esaminare le invenzioni utili per la difesa della nazione.
Gli Stati Uniti entrano in guerra alla fine del 1941; l’America ha un unico obiettivo: battere l’Unione Sovietica e per far questo è disposta ad accettare qualsiasi idea, pur che si riveli utile.
Lamarr e Antheil inventano un sistema per guidare via radio i siluri lanciati dalle navi verso il nemico, senza la possibilità di venire intercettati – questo perché i siluri non viaggiano ad una sola frequenza ma possono scegliere tra un vasto spettro di frequenze. In più grazie al sistema della carta perforata, del musicista Antheil, è possibile sincronizzare il siluro con la nave in modo che, il cambio di frequenza fatto a bordo della nave stessa, avvenga in contemporanea anche nel siluro.
La loro invenzione ha però un problema: le radio ricetrasmittenti di allora sono molto ingombranti, ma loro, aiutati dal professor di fisica Samuel Stuart McKeown – a loro affiancato dagli avvocati dello studio legale per i brevetti al quale si erano rivolti – pensano di inserire nel siluro la parte ricevente (la più piccola) e nella nave la parte trasmittente (la più grande).
Perfezionata l’invenzione, Hedy Lamarr e George Antheil la propongono alla marina militare, che però la rifiuta. Il progetto Lamarr-Antheil viene ripreso soltanto negli anni ’50, durante la Guerra Fredda.
Nel periodo della crisi di Cuba la ditta Sylvania, prendendo spunto dall’invenzione di Hedy Lamarr e George Antheil, brevetta un sistema di trasmissione di comandi via radio, ai missili, sostituendo la carta perforata con dei più sofisticati transistors; lo lanciano sul mercato lo stesso anno in cui scade il brevetto Antheil-Lamarr. Per fortuna, successivamente, il contributo dell’attrice e del musicista viene riconosciuto e premiato. Purtroppo quando ciò accade George Antheil è morto. Nel 1997 a Hedy Lamarr viene riconosciuto il contributo – grazie alla sua invenzione con la collaborazione di Antheil – allo sviluppo delle comunicazioni wireless e alla loro diffusione di massa. È il coronamento di un sogno dell’attrice.
Si decide di consegnare il Pioneer Award (un premio per le migliori invenzioni) all’invenzione dei due, grazie all’intervento di un vecchio colonnello, David Hughes che, dedicandosi dopo la pensione alla comunicazione via internet, e approfondendo quella wirless e lo spread spectrum, si era imbattuto nell’invenzione Lamarr-Antheil.
La tecnologia spread spectrum è stata il punto di partenza per arrivare alle moderne tecnologie di comunicazione, infatti, il bluetooth e le connessioni Wi-Fi si rifanno al progetto Lamarr-Antheil.
La vita di questa donna è davvero lunga e ricca d’avvenimenti per essere raccontata in un articolo, perciò, quale libro migliore per conoscerla, se non l’autobiografia della diva tanto amata?
Nadia Pastorcich ©centoParole Magazine – riproduzione riservata.
I pezzi in corsivo sono stati tratti dal libro “L’estasi e io” di Hedy Lamarr