Si è aperta in grande stile il 27 ottobre la stagione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
A inaugurare questo nuovo anno di spettacoli è stato il dramma borghese “Scandalo” di Arthur Schnitzler – mai messo in scena prima d’ora in Italia; una produzione del Teatro Stabile con la regia di Franco Però, che ha visto tra gli interpreti la favolosa Stefania Rocca, il grande Franco Castellano e gli attori della Compagnia del Teatro Stabile, da poco formatasi.
Presenti in Sala per l’occasione molte autorità, tra le quali il Sindaco di Trieste Roberto Cosolini e la Presidente della Regione FVG Debora Serracchiani, e il cast di “Cancun” – in questi giorni in scena al Teatro Bobbio.
Nel foyer, prima dell’inizio della pièce, ai presenti è stato offerto un calice di vino dall’Associazione dei Viticoltori del Carso–Kras. Le signore hanno anche ricevuto un piccolo cadeau: una rosa bianca.
Un’atmosfera di festa, di gioia che ha regalato un piacevole ricordo al numerosissimo pubblico.
Da tempo non si vedeva una platea così piena e attenta allo spettacolo proposto da Però; uno spettacolo intenso, puro e raffinato.
L’interpretazione degli attori è stata travolgente, i meravigliosi costumi, realizzati da Andrea Viotti, hanno reso il tutto ancora più delicatamente borghese; le suggestive luci, firmate da Pasquale Mari e le musiche di Antonio Di Pofi hanno ben sottolineato l’atmosfera ottocentesca. Gli spazi curati nei singoli dettagli, dallo scenografo Antonio Fiorentino, hanno trasportato gli spettatori in un’altra epoca.
Se al primo tempo la scenografia è ben presente con due grandi finestre che permettono la luce di entrare e mostrano un mondo esterno libero, al secondo tempo tutto cambia: la parete della stanza borghese sparisce, dando spazio ad un fondale nero. Ma ciò non è casuale.
Hugo, di una famiglia dell’alta borghesia viennese, ha un incidente a cavallo, viene portato a casa, e sul letto di morte confessa ai genitori di avere un figlio di cinque anni, avuto con Toni, una ragazza di ceto sociale basso. Il suo ultimo desiderio è quello che la giovane donna e suo figlio vengano accolti a casa, nella sua famiglia.
I genitori acconsentono anche se, pian piano, dai loro volti, dalle loro parole trapelano alcuni segnali di intolleranza verso la giovane. L’improvvisa morte del bambino rende la situazione ancora più complicata. E con la morte si conclude il primo tempo.
Ecco spiegato questo buio scenografico, questo senso di abbandono, di malessere, di solitudine provato da Toni, la madre del bambino. Ormai il mondo esterno, la gioia di vivere non esistono più. I genitori del suo amato Hugo la costringono a lasciare la casa e nemmeno Emma – la cognata del padrone di casa – l’unica che è riuscita a voler bene a Toni, riesce a impedire tale scelta.
Non è un caso che il titolo della pièce sia Scandalo: “scandalo” è la confessione di Hugo morente di avere un’amante e per giunta anche un figlio, che desidera vengano accolti in famiglia. Da qui parte tutta una serie di intrecci.
«Ogni termine scelto per tradurre il titolo – commenta il regista Franco Però – tralasciava qualcosa dell’originale. Allora ci siamo chiesti: perché non cercarlo tra gli effetti che questo lascito provoca nella vita della famiglia? Perché è su questo che si snoda la trama della commedia. E allora scopri che proprio in un allestimento tedesco, compare la parola scandalo. Ecco: scandalo, ma proprio nel senso antico del termine, σκάνδαλον (skàndalon), ovvero ostacolo, insidia.» (da Il Rossetti)
A capo della famiglia ci sono Betty e Adolf Losatti interpretati da una bravissima Ester Galazzi e da un energico Franco Castellano, che aggiunge un pizzico di ironia alle battute. Filippo Borghi si cala nei panni di Hugo, figlio dei Losatti; la sua amante è Toni, l’ottima Astrid Meloni; Franz, il loro figlio, è il bravo e paziente Leon Kelmendi. Il toccante personaggio di Franziska, la sorella di Hugo, è interpretato dalla bravissima Lara Komar, mentre Lulu, il loro fratello minore, è messo in scena dal bravo Alessio Bernardi.
Nelle vesti di Emma, una donna dallo spirito ribelle e anticonformista, contraria alla mentalità borghese, è un’eccezionale Stefania Rocca. Agnes, la figlia di Emma, è affidata a Federica De Benedittis.
Riccardo Maranzana interpreta egregiamente il Dottor Bernstein, che per primo presta soccorso al giovane Hugo; Adriano Braidotti dà vita alla rigida figura del Dottor Ferdinand Schmidt, fidanzato di Fanziska, e Andrea Germani a quella di Gustav Brander, amico di Hugo e Toni.
Lo spettacolo resterà in scena fino al 1° novembre.
Nadia Pastorcich ©centoParole Magazine – riproduzione riservata.