Nasce il Premio Giornalistico Papa Ernest Hemingway dedicato agli studenti.
L’Associazione Culturale Onlus “Cinzia Vitale”, presieduta da Roberto Vitale, ha dato vita a questo premio con l’intento di promuovere la scrittura tra i giovani universitari e i frequentatori delle Scuole di Giornalismo. Un modo, questo, per far emergere la creatività, l’interesse e soprattutto la passione giornalistica, da parte dei partecipanti.
La scelta di chiamare il premio “Papa” non è casuale: “Papa” è il soprannome che è stato dato allo scrittore statunitense Ernest Hemingway dal suo amico Gerald Murphy.
L’obiettivo di tale premio è quello di valorizzare giovani aspiranti giornalisti o scrittori, i quali devono scrivere un elaborato, tenendo conto dello stretto rapporto tra Ernest Hemingway e le terre venete.
“Premio Papa” vede nel ruolo di Presidente della Giuria Sergio Canciani – storico corrispondente della RAI – mentre in quello di Presidente del Comitato d’Onore John Hemingway – nipote dello scrittore – che ha accolto con entusiasmo la nascita di questo premio: “Credo che questo nuovo premio “Papa” per la scrittura e il giornalismo sia un bellissimo modo per far emergere i giovani talenti italiani e per far onore a mio nonno, il quale so per certo ha frequentato la laguna di Caorle con il suo buon amico barone Franchetti, andando a caccia. Lui amava profondamente il Veneto e in particolare la zona di Caorle” (da “Premio Papa”).
Questa nuova ed interessante realtà fa parte del programma culturale “Hemingway, il Nobel nella laguna di Caorle”, che si svolgerà dal 23 al 31 luglio, a Caorle, e che vedrà una serie di appuntamenti con alcuni personaggi di rilievo; i quali ripercorreranno alcuni dei punti più salienti della vita dello scrittore, soffermandosi in particolar modo sul suo soggiorno veneto. La serata di consegna del premio si terrà la sera del 25 luglio, in Piazza Vescovado a Caorle.
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Non è fortuito nemmeno il posto che ospiterà il premio e i vari appuntamenti: durante la Grande Guerra, Hemingway, come volontario della Croce Rossa, frequentò molto le zone venete.
Note sono anche le sue battute di caccia a San Gaetano, dove frequentava la villa del Barone Nanuk Franchetti, il quale – tra l’altro – compare nel ruolo di Alvarito, nel libro “Di là dal fiume e tra gli alberi”, che Hemingway scrisse durante la sua permanenza nel Veneto. Un libro molto autobiografico, che racchiude la storia del Colonnello Richard Cantwell, ormai cinquantenne, che decide di ripercorrere le zone a lui care, nelle quali ha combattuto durante la guerra, fermandosi a Venezia, dove incontra Renata (nella realtà Adriana Ivancich), una giovane donna della quale si innamora. Il testo si apre e si chiude con una battuta di caccia alle anatre.
“Davanti a sé, dove la laguna si stendeva vitrea sotto la prima luce, vedeva la barca nera e il barcaiolo robusto che spaccava il ghiaccio col remo e scaraventava gli stampi nell’acqua. […] Guardò a destra e vide che anche la prima anatra era una macchia nera fra quel ghiaccio. Sapeva di aver sparato alla prima anatra con precisione, lontano dalla barca, verso destra, e anche alla seconda anatra, molto in altro e sulla sinistra” (Di là dal fiume e tra gli alberi).
Ad aprire il 23 luglio, questa rassegna culturale dedicata allo scrittore americano, sarà l’inaugurazione della mostra “Hemingway, Benatelli e Franchetti in Valle San Gaetano”, ospitata dal centro civico di Piazza Vescovado e organizzata dalla Vitale Onlus, che vede come curatrice della mostra Anna Finotto. Tale esposizione raccoglie alcuni dei cimeli dello scrittore americano, relativi al suo soggiorno in Veneto: la macchina da scrivere Remington – con cui Hemingway diede vita al romanzo “Di là del fiume e tra gli alberi” – il binocolo con cui osservava le anatre, la borraccia utilizzata durante le sue battute di caccia nella Valle San Gaetano, un calamaio con la boccetta dell’inchiostro, i fischi per richiamare gli uccelli, e tanti altri interessanti oggetti a lui appartenuti.
Nadia Pastorcich ©centoParole Magazine – riproduzione riservata.
Ma ai concorrenti, verranno date sei bottiglie di barbera, tanto per reggere il confronto con l’Ernesto?