Il 5CUBE è un padiglione semi permanente, situato nella via Hanover Quay (Dublino) ed è stato costruito al fine di rappresentare visivamente il volume di petrolio consumato ogni cinque minuti in Irlanda. Progettato dall’architetto Declan Scullion, cofondatore della “de Siún Scullion Architects”, questa struttura è il risultato di una competizione promossa dall’ ACE for energy project chiamata “ Imagine Energy” che da diversi anni si muove per promuovere nuove fonti di energia rinnovabile attraverso varie iniziative localizzate in tutta Europa.
Questa competizione, aperta ai designer specializzati in tutte le discipline, cerca di informare e creare modi alternativi per fornire energia rinnovabile attraverso progetti di grande impatto visivo che contribuiscano ad aumentare la consapevolezza dei cittadini in merito alle quantità di energia pulita che si sarebbe in grado di produrre. Il progetto “5CUBE” rappresenta il volume di 473 barili di petrolio concretizzati da una struttura dalla forma cubica, come possibile dedurre dal nome stesso, interamente ricoperta da pannelli in vetro nero. La cosa davvero interessante è, oltre la semplicità strutturale del progetto in sè, il concetto che si cela dietro questa idea.
Pensato così che possa essere smontato e ricollocato in qualsiasi location, non necessita di fondamenta poiché contiene al suo interno zavorre composte da casse piene di sabbia. L’idea intorno a cui ruota l’intero progetto è che l’installazione possa apparire e scomparire silenziosamente da un momento all’altro come un surreale e alquanto misterioso monolite.
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Oltre a far vedere il volume di petrolio che viene consumato ogni cinque minuti, sulla superficie sono state applicate due fasce specchiate su due diversi lati del cubo: Ad est, dove sorge il sole, una fascia a 50cm di altezza rappresenta (in BOE) quanta energia proviene dalle fonti di energia rinnovabile negli stessi cinque minuti. Sul lato opposto, ad ovest, un’altra fascia specchiata riporta invece il volume di energia rinnovabile che si spera di riuscire a raggiungere entro il 2020.
Dentro queste applicazioni i visitatori possono dare un’occhiata all’interno del padiglione e vedere come il cielo viene riflesso e manipolato in diversi modi creando l’illusione di un blocco, da un lato, e di un cielo infinito, dall’altro.
È stato scelto come elemento in cielo per rappresentare le molteplici forme che l’energia rinnovabile può assumere in opposizione alla viscosa e ingombrante massa rappresentata dal petrolio e quindi dal cubo. L’architetto ha voluto guardare al cielo come un simbolo del vento, del sole e della pioggia attraverso il cui potenziale naturale si potrebbero aiutare a produrre quantità molto più grandi di energia nello stesso arco di tempo.
Sulla superficie del tetto invece pannelli fotovoltaici generano energia luminosa, illuminando l’intero dell’ambiente e creando abbaglianti giochi di luce durane la notte.
Grazie a questa accortezza di notte il “5CUBE” riesce a brillare letteralmente di luce propria grazie all’ aiuto di fonti di energia rinnovabile.
Valeria Morterra