La libreria Lovat è un luogo magico, almeno lo è per me appassionata e divoratrice di libri. Non appena ne varco la soglia devo dare un freno all’insistente tentazione di mettermi a girovagare fra gli scaffali stracolmi di volumi e, dopo un respiro profondo, mi dirigo verso Edoardo Triscoli, uno dei volti storici della libreria. Lo scorso 12 maggio è uscito, edito Mgs Press, il secondo volume della trilogia “Bibliopolis” dal titolo “Pagine di sabbia – Trieste, il deserto e le biblioteche rivelate”.
«Questo libro è molto diverso rispetto al primo. Se il romanzo precedente era un omaggio al genere thriller, questo si avvicina molto di più al mondo dell’avventura» esordisce Edoardo Triscoli. In effetti non appena si da un’occhiata alla copertina del volume si può ben immaginare che una parte della storia sarà ambientata nel deserto.
[Edoardo Triscoli con le copie di “Bibliopolis” primo volume dell’omonima saga] «Il deserto della Mauritania è lo scenario in cui si svolge tutta la parte centrale della storia. Per le ambientazioni mi sono ispirato alle antiche biblioteche del deserto che si trovavano, e si trovano tutt’ora, lungo le antiche vie carovaniere. I popoli del deserto erano dediti soprattutto al commercio di sale e spezie e durante i loro viaggi commerciali erano soliti trasportare anche volumi. Sembra strano ma già secoli fa, nel deserto, esistevano forme di prestito interbibliotecario».
Durante la nostra chiacchierata non posso fare a meno di notare l’impegno e la dedizione con cui Edoardo ha raccolto informazioni per realizzare il suo secondo romanzo. «Non sono mai stato in Mauritania, ultimamente è stato addirittura sconsigliato di andarci, ma mi sono informato parecchio. Ho preso una cartina della regione per rendere la mia storia il più verosimile possibile». Nel raccontarmi la sua opera di documentazione per realizzare il libro, Edoardo mi rivela anche una piccola curiosità che ha inserito nella storia «In Mauritania esiste il treno più lungo e, allo stesso tempo, più lento del mondo: misura 1 chilometro, conta 200 vagoni e raggiunge i 35 chilometri orari e le condizioni di viaggio sono a dir poco proibitive. Non ho resistito e l’ho inserito nella mia storia».
Più Edoardo parla più mi sento una spugna, tengo le orecchie bene aperte per assorbire il maggior numero di informazioni. «Nel deserto l’acqua è un bene preziosissimo ma, moltissime volte, l’acqua viene raccolta in enormi catini ed utilizzata per umidificare le biblioteche e fare in modo che i libri si rovinino il meno possibile» continua.
«Ma Trieste? Farà ancora da sfondo alle avventure di Ernesto e del Signor Mandrali?» chiedo con curiosità, visto che sono rimasta affascinata dal modo con cui la città tergestina è stata usata come ambientazione nel precedente volume.
«Certo, la Mauritania farà da sfondo alle avventure dei protagonisti nella parte centrale della narrazione. Trieste la farà da padrona nella prima e nell’ultima parte del romanzo» mi rassicura.
«Visto che “Bibliopolis” è nata come una trilogia, è possibile qualche anteprima del terzo volume?»
«Posso dire che vorrei basarlo molto di più sul mondo della letteratura inserendo molte più citazioni letterarie rispetto ai due romanzi precedenti».
Durante la nostra chiacchierata il via vai di clienti è vivace ed è impressionate il modo in cui Edoardo riesce a soddisfare ogni richiesta sempre con la massima efficienza. «Lavorare in una libreria è sempre stato il mio sogno. C’è un proverbio che dice “Fai un lavoro che ti piace e non lavorerai un giorno nella tua vita” io sono stato fortunato. Quando ero piccolo ero il classico bambino-lettore, sempre con un libro in mano, affascinato dall’avventura. Se posso raccontare un aneddoto non posso non parlare di quando, da bambino, fantasticavo su cosa si trovasse alla fine di un pozzo presente all’interno del Parco della Rimembranza sotto San Giusto, non ho saputo resistere e ho dato sfogo alla fantasia parlandone in “Pagine di sabbia”»
«Quando era bambino aveva un autore preferito?»
«Se devo fare un nome direi Jules Verne»
«Lei con i libri ci lavora tutti i giorni, cosa ne pensa degli e-book?» non posso fare a meno di domandare.
«Non nego la praticità degli e-book, sono molto utili in determinate situazioni come ad esempio nei casi dei libri scolatici, evitano agli studenti cartelle pesanti ma per quanto riguarda il paragone con i libri sono più per la pagina stampata e tangibile. Quando sono arrivate in libreria le copie del mio libro è stato emozionante vederle stampate e tenerle in mano. “Pagine di sabbia” è disponibile anche in e-book ma la carta ha tutta un’altra magia».
«L’e-book sostituirà mai il libro cartaceo?»
«Al momento i dati di mercato attestano agli e-book il 3% delle vendite totali nel comparto editoriale e circa il 40% dei lettori abituali utilizza questo strumento. Detto questo sono convinto che il libro cartaceo non scomparirà mai, forse subirà delle oscillazioni nelle vendite ma non sparirà di sicuro. È importante il progresso tecnologico ma anche la conservazione del passato. Sono arrivati a noi tantissimi libri antichi che hanno superato secoli di intemperie. Bisogna salvaguardare i libri dalla distruzione. Ultimamente numerosi libri sono stati distrutti in blocco dall’Isis. La storia ci insegna una cosa: quando si vuole distruggere un popolo o una cultura si parte dalle radici, dalle loro tradizioni, tradizioni che molti custodivano e custodiscono tutt’ora tra le pagine di preziosi e antichi volumi».
Edoardo è una fonte inesauribile di conoscenza e piccole perle che sanno affascinarti e perdere il senso del tempo che passa. Dopo più di un’ora è arrivato, purtroppo il momento di salutarci ma non prima di avere la mia copia autografata di “Pagine di sabbia”. Adesso non mi resta altro che iniziare la mia lettura.
Alessia Liberti © centoParole Magazine – riproduzione riservata