Negli anni ’30, Anais Nin e Henry Miller si conobbero a Parigi e attratti l’un l’altro dai propri talenti, iniziarono
un’intensa storia d’amore che durò per molti anni. Per sopravvivere, scrivevano dei racconti erotici a 1 dollaro a pagina per l’uso privato di un cliente che era solito definirsi “Il Collezionista”. La Nin, presa da profondo sdegno di fronte allo svilimento del sesso, scrive questa famosissima lettera di protesta al Collezionista.
Caro Collezionista,
noi la odiamo. Il sesso perde ogni forza e magia quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un’ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di chiunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all’emozione, alla fame, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l’intensità.
Non sa cosa si perde con il suo esame minuzioso dell’attività sessuale ed escludendo quegli aspetti che sono il carburante che la infiamma. Aspetti intellettuali, immaginativi, romantici, emotivi. È questo ciò che dà al sesso le sue sfumature sorprendenti, le sue sottili trasformazioni, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta restringendo il mondo delle sue sensazioni. Lo sta facendo appassire, morire di fame, dissanguando.
Se alimentasse la sua vita sessuale con tutte le emozioni e le avventure che l’amore inietta nella sessualità, sarebbe l’uomo più potente del mondo. La fonte del potere sessuale è la curiosità, la passione. Lei sta guardando questa piccola fiamma morire di asfissia. Il sesso non prospera nella monotonia. Senza sentimento, senza inventiva, senza stati d’animo non ci sono sorprese a letto. Il sesso deve mescolarsi alle lacrime, alle parole, alle promesse, alle scenate, alla gelosia, all’invidia, a tutte le spezie della paura, ai viaggi all’estero, ai volti nuovi, ai romanzi, alle storie, ai sogni, alle fantasie, alla musica, alla danza, all’oppio, al vino.
Quante cose si perde con questo periscopio che si è messo sulla punta del suo sesso, quando invece potrebbe
godersi un harem di meraviglie tutte diverse e irripetibili! Non esistono due peli uguali, ma non vuole che perdiamo tempo a descrivere peli; non esistono due odori uguali, ma se ci dilunghiamo su questo argomento, lei grida “Basta poesia!”. Non esistono due pelli con la stessa consistenza e non abbiamo mai la stessa luce, la stessa temperatura, le stesse ombre, gli stessi gesti; perché un amante, quando arde di vero amore, può percorrere l’intera gamma di secoli di arte amatoria. E che varietà, che differenze d’età, che variazioni di maturità e innocenza, di perversità e arte, di animali naturali e aggraziati.
Siamo rimasti seduti per ore a chiederci che aspetto lei abbia. Se ha reso insensibili i suoi sensi alla seta, alla luce, al colore, all’odore, al carattere, al temperamento, ormai sarà completamente avvizzito. Ci sono così tanti sensi minori che si buttano come affluenti nel fiume del sesso, che lo alimentano. Solo il battito congiunto di sesso e cuore può generare l’estasi.
Anais Nin
Tratto da L’arte delle lettere di Shaun Usher, Feltrinelli, 2013
Francesca Schillaci © centoParole Magazine – riproduzione riservata
Il sesso in se stesso non dice nulla, non emoziona, non esalta, non si affina, è privo di fantasia e giace come cosa che non vibra e non coinvolge, se non ha delle altre componenti ben precise. Il sesso bisogna viverlo, animarlo, eccitarlo, svegliarlo, movimentarlo, motivandolo, riempiendolo di quei reconditi significati che lo nobilitano da uno svilimento che sarebbe altrimenti mortificante. Tutto questo lo si deduce da questa splendida lettera scritta da Anais Nin al Collezionista, che evidentemente viveva sfruttando il sesso meccanico e irrazionale, freddo e distaccato, invece di renderlo attivo ed attraente, ma soprattutto vivo!