È dato per consolidato, quasi scontato, come ciascuno si vesta di mille volti nella quotidianità della propria vita: una maschera da utilizzare al lavoro, un volto più sincero con gli amici, un terzo ancora con chi è a noi più caro e stretto.
La fotografia, da questo punto di vista, suggerisce un dibattuto dilemma: è possibile, nella fotografia di moda, in un ambito ove tutto, o quasi, è scenografia e artefatto, far crollare queste maschere invisibili ed impalpabili?
La risposta la possiamo osservare negli scatti di Arthur Elgort, fotografo di moda, il quale ne fa una sua filosofia artistica: le sue foto si possono vedere all’interno della mostra “The Big Picture” presso la galleria Carla Sozzani di Milano, dal 6 Febbraio al 6 Aprile 2015.
Come lo stesso fotografo ricorda, la sua passione per la musica Jazz e per la danza porta a comunicare nelle sue fotografie un senso di incredibile leggerezza: ciò che più stupisce nel suo lavoro, è come esso non appaia mai come sinonimo di artificiosità. L’opera finale difficilmente risulta essere complessa o fatiscente: è bensì il frutto di un momento rubato durante una pausa sul set, durante una prova trucco, o semplicemente durante una passeggiata per le vie della città, azzardando quindi un taglio da reportage.
Elgort riesce così nell’intento di catturare il vero volto di chi lo circonda: sono fortemente evocativi e curiosi gli sguardi stizziti, divertiti o annoiati delle modelle. Le ragazze non devono comunicare una determinato immagine di donna, non devono recitare un ruolo: si limitano, sempre che questo possa essere il verbo corretto, ad essere se stesse, a fluttuare negli scatti, mostrandosi per ciò che sono, ed ciò che forse più in questi anni è andato perdendosi, appassendo dinnanzi a canoni estetici forzati e fin troppo esigenti.
La fotografia di moda si mostra così su di un lato che è nascosto e difficile da poter cogliere, ma che allo stesso tempo è anche semplice e diretto.
Nel cogliere tutto ciò, il fotografo manifesta un senso di spontaneità attraverso colori che non sono mai aggressivi, ma che accarezzano ed illuminano i volti non troppo truccati delle protagoniste dei suo scatti: le modelle immortalate, divenute Top Model, mostrano la peculiare realtà che si cela dietro alle molteplici pose e ruoli in cui le stesse devono immedesimarsi.
Le foto inoltre, talvolta sfocate o dall’inquadratura insolita, spezzano le regole conosciute in fotografia, divenendo così uniche, a sottolineare come il desiderio, da parte dell’artista, di cogliere l’istante, vinca sulla volontà di ottenere uno scatto tecnicamente ben composto.
La fotografia diviene un’opportunità per percepire chi ci circonda in modo diverso, ponendoci in dubbio sulla realtà comunicata dagli altri e di come essa sia talvolta ingannevole o nascosta: sprona quindi ad indagare, ad osservare da altri punti di vista, a spostare il sistema di riferimento.
Ciò è sì difficile, ma allo stesso tempo stimolante: è così che si possono far propri attimi inattesi, capaci però di stravolgere un istante, sprigionando e rendendo infiniti i lati celati del nostro essere.
Nonostante quindi la genuinità e la spontaneità siano capisaldi attorno cui ruotano tali fotografie, esse non perdono mai il proprio fascino, lo stile, la classe: la fotografia di moda non è solo così diversa, ma si arricchisce propriamente di volti nuovi.
Letizia Bevilacqua © centoParole Magazine – riproduzione riservata