“Questa volta ho proprio avuto fortuna!” penso cercando di riprendermi dalla corsa appena fatta per riuscire a prendere l’autobus prima che i trasporti pubblici venissero fermati.
Mi sono sufficienti un paio di fermate per arrivare a destinazione. Non sembra nemmeno di essere a Febbraio inoltrato, c’è il sole anche se ogni tanto la gelida Bora si diverte a ricordare che, dopotutto, siamo ancora in pieno inverno. Il freddo non ferma né me né la mia amica Silvia, ci armiamo di sana pazienza e ci barrichiamo su una delle tante transenne che costeggiano Piazza della Borsa. Una chiacchiera tira l’altra e senza nemmeno rendercene conto il tanto atteso corteo di carnevale inizia a sfilarci davanti.
Ricordo che l’anno scorso la sfilata di carnevale non si poté fare, Trieste fu attraversata da una vera e propria tempesta e un’acquazzone con la A maiuscola rovinò la festa a grandi e piccini. Quest’anno il tempo meteorologico sembra essere abbastanza clemente e la città tergestina può salutare la fine del carnevale, ovvero il martedì grasso, in allegria.
L’atmosfera è frizzante, briosa e da ogni dove si sentono voci allegre e scanzonate. Via Carducci, Corso Italia, Piazza della Borsa e, infine, Piazza Unità si tingono di migliaia di colori sgargianti e vivaci.
Uno dopo l’altro sfilano i diversi gruppi che hanno deciso di iscriversi al 24° corso di carnevale triestino. La parola d’ordine? Fantasia. Ad esempio non passa di certo inosservato il gruppo che ha deciso di travestirsi da Ferrero Rocher, Baci Perugina, Macarons e qualsiasi altro peccato di gola si possa immaginare. Complice la Bora i coriandoli lanciati dai bambini fluttuano leggeri nell’aria e sembrano quasi accompagnare i partecipanti del corteo fino al punto di arrivo della sfilata, ovvero Piazza Unità.
Quando la sfilata sarà finita verrà proclamato il gruppo vincitore ma, si sa, in questi casi quello che conta non è vincere ma partecipare.
Il carnevale è sempre stato un momento di sana euforia, l’occasione per mascherarsi e vestirsi in modo bizzarro senza essere guardati in malo modo. Quando si è piccoli ci si rincorre per lanciarsi coriandoli e quando si è un po’ più cresciuti… beh, si fa lo stesso! Ebbene si, confesso: io stessa ho raccolto una manciata di coriandoli da terra e li ho gettati addosso al mio ragazzo facendo riemergere, per un attimo, la bambina che c’è ancora in me.
Non c’è età che tenga, sono molti i genitori che, con la scusa di mascherare i propri figli, ne approfittano per indossare teneri costumi in peluche raffiguranti conigli o cagnolini (quest’anno c’è stata una vera e propria esplosione di dalmata).
Purtroppo il freddo sta prendendo il sopravvento e il calar del sole di certo non aiuta. Lascio la mia postazione e, dopo essermi infilata berretto e guanti di lana, mi avvio verso casa con la musica delle ultime bande in sfilata in sottofondo.
Al prossimo anno, Carnevale.
Alessia Liberti © centoParole Magazine – riproduzione riservata