Ugo Pierri: unico ed originale come la sua arte. Sabato 20 dicembre, tra le mura della nuova galleria Check Point Paint Art Gallery in via Castaldi 3 (Trieste), si è tenuta l’inaugurazione della mostra “o tempora o mones” dell’artista triestino Ugo Pierri.
Già il titolo dell’esposizione parla da sé: celebre è la frase latina “o tempora, o mores”, ovvero o tempi, o costumi!, ma in questo caso la parola “mores” subisce una variazione in “mones”, lascio ai lettori l’interpretazione. Il titolo di questa mostra è eloquente e scherzoso e si lega perfettamente con le opere esposte.
Ma come mai questo titolo, e l’artista come è giunto alla scelta di tale nome per la sua mostra? A rispondere è proprio Pierri: “È la cosa più semplice di questo mondo parafrasare detti, contraddetti e proverbi antichi”.
Un’esposizione davvero particolare innanzitutto per la collocazione delle opere, posizionate una dopo l’altra lungo tutto il perimetro della galleria, come se fossero delle piccole inquadrature cinematografiche messe in successione che, come prodotto finale, formano un film: in questo caso, il film della vita che ci circonda. L’osservatore dunque si trova a seguire una sorta di fil rouge – rosso nel vero senso della parola: uno dei colori predominanti è proprio il rosso che richiama l’utopia tramontata di un mondo comunista – che lega i vari elaborati di Pierri in un percorso ironico-satirico e provocatorio che mette in chiara evidenza i richiami alla religione e alla politica – caratteristiche dell’arte di Pierri.
Quindi, come si può vedere anche in questa mostra, nei suoi lavori c’è spesso un richiamo alla chiesa, alla politica e ai padroni, in poche parole a chi detiene il potere, ma sempre in chiave scherzosa. Da quando esiste, l’uomo comune è vittima dei potenti. Ci sarà mai la possibilità che in futuro cambi qualcosa? “Assai lento, asperrimo il “cammino dell’umanità”; il potere è tuttora in mano al diavolo, anche se i corti non lo capiscono”, ha affermato Pierri.
Le figure rappresentate sono nude, senza veli né maschere, perché in fondo siamo tutti uguali, e ognuno ha le proprie imperfezioni, indipendente dal potere che uno esercita o del ruolo che ricopre.
Anche le fabbriche e i padroni sono elementi ricorrenti nella sua arte, e in parte molto vicini all’artista, perché come ricorda: “Per un periodo della mia vita, lavorai in una fabbrica lager in cui fui lavorato”.
Pierri ricerca l’elemento del potere – che non si può eliminare dalle nostre vite – e lo rappresenta in modo provocatorio proprio per creare una rottura, una spaccatura.
Osservando i lavori esposti – un tripudio di colori che si sprigiona per tutta la sala – si evince chiaramente ciò che spesso dice Pierri, ovvero: “L’acqua è il mio alleato fedele. La carta il mio supporto preferito”.
Sono proprio questi richiami in chiave ironico-satirica a rendere l’arte di Pierri una pittura inafferrabile. Ma perché l’uso della satira per esprimersi? Perché “la satira – come ricorda Pierri – è la risposta al mondo che ci opprime”.
Con un intervento canoro, Leo Muralarte ha aperto e chiuso la presentazione della mostra fatta da Luigi Nacci. Un ingresso canoro molto incisivo: il pubblico presente in sala è rimasto in silenzio ad ascoltare. Ma com’è nata l’idea di fare quest’entrata così insolita per introdurre questa mostra? Pierri dice: “Il musico Leo Muralarte – un attor-cantante veronese – è capitato estemporanemente in galleria…”
Luigi Nacci ha poi presentato i lavori e il suo artista, e con le parole “l’autore non può non avere una sua poetica perché quella è l’espressione della sua visione del mondo, e quindi un autore senza poetica non può pretendere di essere tale” ha introdotto due poesie che – come ha affermato – potrebbero essere dei quadri che si legano perfettamente con questa mostra. Inoltre ha aggiunto che “l’Espressionismo che sta nei quadri è lo stesso che sta nella scrittura di Pierri, che è costituita dalla ricerca di un testo spesso forte e colorato con delle tinte scure”, come un po’ accade nei suoi lavori pittorici.
Chiediamo all’artista stesso di descriverci brevemente questa sua mostra: “Con i mezzi a disposizione parlo delle mie idee, delle mie speranze sociali, politiche, religiose: brevi note che non interessano minimamente agli eticolesi che abbondano anche nella nostra ridente necropoli”.
La mostra resterà aperta fino al 9 gennaio 2015 con il seguente orario: mercoledì, giovedì e venerdì dalle 17.00 alle 19.00.
Ringrazio Ugo Pierri per la sua disponibilità.
Nadia Pastorcich © centoParole Magazine – riproduzione riservata
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