Eve Cohen nasce a Philadelphia da una famiglia di emigrati russi di religione ebraica il 21 aprile del 1912.
Nonostante le ristrettezze economiche della sua famiglia, nel 1943 si trasferisce a NY dove trova lavoro come addetta allo sviluppo di fotografie da rullini e negativi in uno degli stabilimenti del gruppo Stanbi, una controllata della Standard Brands.
Qualche anno dopo entra in contatto con il mondo della fotografia attraverso una Rolercoid, macchina fotografica compatta, che la porterà alla scoperta del suo lato creativo.
Già dai primi scatti, con un reportage sulle sfilate di modelle di colore ad Harlem, Eve Cohen riuscì a incuriosire Alexey Brodovitch, allora direttore di Harper’s Baazar, nonchè suo insegnante di fotografia alla New School for social Research di New York.
Da quì esortata a continuare, ritorna nel ghetto e realizza nuove immagini all’ epoca discordanti con l’ideale comune delle riviste americane che venivano pensate prevalentemente per pubblico bianco.
Nei mesi successivi ritorna ad Harlem, ed entra in contatto con movimenti anti razziali seguendo da vicino l’ascesa dei Black Muslims e Malcolm X esponente del “Nation of Islam”.
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Il 1951 è per Eve Arnold un anno molto importante infatti, diventa la prima donna freelance dell’agenzia di stampa Magnum Photos e solo sei anni più tardi la prima associata donna.
Conosciuta più per il suo rapporto con la celebre star Marylin Monroe, il suo lavoro non si limita alle semplici fotografie di quest’icona et simili ma bensì è la “pittrice” dei volti di ogni ceto sociale, di ogni etnia e colore . I suoi ritratti sono rivolti anche agli occhi degli “anonimi”, dei poveri e dei diseredati poichè il suo obbiettivo non si posava solo sui vestiti di seta delle grandi figure me anche su scene di vita quotidiana, su storie di donne e uomini lontani attraverso reportage di viaggio come quelli in Afghanistan, Cina, Russia ed Emirati Arabi.
Le sue fotografie rappresentano lo scorrere del tempo facendo emergere come realtà diverse quali quelle delle celebrità e quelle più comuni non siano così diverse ma anzi.
Il punto di forza di questa donna?
La versatilità, il modo in cui sapeva cogliere l’identità di ogni realtà culturale senza risultare forzata. Riusciva a dipingere i momenti più intimi della vita, fino alla sfera più pubbliche come quella dei movimenti di rivolta.
Tra i suoi scatti, molte immagini a sfondo sociale o documentaristico: oltre ai reportage su Harlem, la manifestazione per Indira Gandhi, il volto di Malcolm X simbolo della battaglia per i diritti civili, le foto realizzate in Afghanistan o in Cina.
Trascorrerà gli ultimi anni della sua vita a Londra, dilettandosi nella lettura di grandi menti quali : Dostoevskij, Mann e Tolstoj.
A causa di una malattia si trasferirà in una casa di cura sempre nella città di londra, dove morirà nel gennaio del 2012.
“Che cosa mi ha spinto e mi ha fatto andare avanti nel corso dei decenni? Qual è stata la forza motrice? Se dovessi usare una parola sola, sarebbe curiosità” così ci lascia Eve Arnold, scomparsa a 99 anni.
Valeria Morterra © centoParole Magazine – riproduzione riservata